Abercrombie & Fitch: causa dei dipendenti costretti a comprarsi la divisa
24/07/2015 di Redazione
Il celeberrimo marchio d’abbigliamento Abercrombie & Fitch è di nuovo al centro di una disputa giudiziaria, questa volta deve fronteggiare una class action attivatata da 62.000 dei suoi dipendenti.
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ABERCROMBIE & FITCH CONTRO TUTTI –
Abercrombie & Fitch è una multinazionale americana dell’abbigliamento che si distingue dalla concorrenza per quanto spinge sull’immagine dei suoi negozi, dei suoi prodotti e persino dei suoi commessi. L’azienda non produce taglie forti e sventola la pretesa di vendere solo ai ragazzi e alle ragazze più cool e carini e per sostenerla seleziona i commessi con criteri da casting per modelli e li costringe a vestire i capi dell’azienda, novelli manichini umani.
ABERCROMBIE & FITCH IN TRIBUNALE –
Dopo una serie di rovesci, anche giudiziari, per certe pretese che agli occhi dei giudici sono apparse discriminatorie, l’azienda deve ora affrontare la class action di 62.000 dipendenti costretti a comprarsi la «divisa» dall’azienda e a rispettare un disciplinare che regola il loro aspetto che molti giudicano un’illecita intrusione nella vita privata dei lavoratori. Un giudice californiano ha dichiarato ammissibile la causa, che quindi entrerà nel vivo della contesa.
LE CONDOTTE DISCRIMINATORIE –
È tutta la «look policy» dell’azienda a finire sotto accusa da parte dei dipendenti e ad essere definita dai loro avvocati come «discriminatoria e illegale». Costretti a vestirsi, pettinarsi, e persino a farsi le unghie come desidera l’azienda, non c’è solo la questione della divisa, che ha risvolti prettamente economici.