Acqua all’arsenico a Roma, la mappa del rischio

Sul Messaggero di oggi si parla dell’acqua all’arsenico a Roma e nel Lazio, e un’infografica spiega quali sono i luoghi a rischio:

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Il quotidiano racconta anche che ieri ai residenti nelle vie in cui è stato vietato l’uso dell’acqua per l’eccessiva presenza di arsenico ieri è arrivata la bolletta dell’acqua:

Oltre al danno, la beffa. «Ci aspettavamo una lettera di scuse da parte della Pisana», protestano i residenti di Santa Maria diGaleria, uno dei quartieri rimasti senza acqua potabile. Invece dall’agenzia regionale hanno presentato il conto: «68 euro a fattura», dice Irene Giannacco, residente a via Signorelli, mentremostra la ricevuta semestrale. «Dopo tutto quello che è successo, è davvero il colmo. Dovremmo essere noi a chiedere i danni». Alcuni cittadini infatti stanno pensando di rispondere organizzando una class action contro l’agenzia che fa capo all’ ente controllato dalla Regione guidata daNicola Zingaretti.

ACQUA ALL’ARSENICO A ROMA: APERTA L’INCHIESTA – Sarà il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari a coordinare gli accertamenti. Subito dopo potrebbe essere affidata una consulenza. Negli ultimi giorni diverse associazioni dei consumatori e comitati di cittadini si erano lamentati, accusando il Comune di ritardi nella comunicazione dell’allerta.

ACQUA

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Duro il commento del Codacons contro il Comune di Roma: «Abbiamo deciso di depositare oggi un esposto in Procura per verificare eventuali ritardi od omissioni da parte dell’amministrazione capitolina nelle informazioni rese agli utenti», ha spiegato il presidente Carlo Rienzi. «Vogliamo che la magistratura accerti se la salute dei cittadini sia stata garantita e se la tempistica seguita dal Comune nel diramare l’allarme sia stata congrua», ha precisato l’associazione per la tutela dei consumatori. Ma non solo. Il Codacons ha anche richiesto provvedimenti a tutela dei residenti, nelle aree dei due Municipi dove l’acqua risulta contaminata da arsenico. : «Fino a quando l’acqua non tornerà potabile, i cittadini coinvolti dovrebbero essere esentati dal pagamento delle tariffe idriche. Comune e Asl dovrebbero poi disporre analisi del sangue gratuite, per verificare la presenza nell’organismo di metalli tossici pericolosi per la salute umana: «Per i prossimi giorni il servizio sarà garantito con delle autobotti, ma chi non può utilizzare l’acqua nemmeno per lavarsi dovrebbe essere esentato dal pagamento delle tariffe», ha denunciato il Codacons. Nel caso delle aree della periferia nord di Roma, il consumo e l’uso personale è stato vietato dal sindaco fino a fine anno. Bisogna prima adeguare gli acquedotti dell’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio. In attesa che passino sotto la competenza dell’Acea, la municipalizzata romana che eroga anche energia elettrica. Sette sono gli acquedotti coinvolti nell’ultima emergenza, 500 leutenze interessate.

Immagine di copertina da Viterbopost

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