Adam Lanza: la strage in America ha un volto

Categorie: Senza categoria

Tutta la ricostruzione del massacro di Newtown

Adam Lanza è l’uomo sospettato di aver trucidato 26 persone nella scuola elementare Sandy Hook, in Connecticut, prima di aprire il fuoco su se stesso. Facciamo un passo indietro.



LEGGI ANCHE: Le donne della strage in America – Foto

IL CASO – Sono le 9.35 del 14 dicembre 2012 quando la polizia locale riceve la prima segnalazione in merito alla tragedia che sta avvenendo nella scuola poco distante. Tre minuti dopo chi chiama dice: “Gli spari sembrano essersi fermati”, ma alle 9.49 ancora: “Il killer apparentemente sta ancora sparando. Sono stati sparati dei colpi circa 3 minuti fa”. In linea di massima, il killer avrebbe impiegato poco più di dieci minuti per uccidere 20 bambini e sei adulti. Quando gli agenti arrivano sul posto trovano uno scenario straziante e, al momento, si attende l’esito dell’ufficio di medicina legale sui cadaveri. L’identità del killer non è ancora stata confermata dagli inquirenti ma secondo la stampa americana, si tratta del ventenne Adam Lanza.



guarda le immagini:

CHI HA SPARATO – “Chi ha sparato si è introdotto con la forza nella scuola, nessuno lo ha fatto entrare volontariamente” ha riferito Paul Vance della Connecticut State Police. Dopo l’iniziale addebito della strage a Ryan Lanza, tutti i sospetti cadono sul fratello minore Adam perché quando è stato trovato morto dagli agenti aveva in tasca un suo documento: l’uomo si è tolto la vita. Le armi rinvenute all’interno dell’istituto, una pistola Glock e una rivoltella Sig Sauer, erano legalmente denunciate e intestate a una delle vittime Nancy Lanza, madre del presunto omicida di 20 anni.



L’IDENTITA’ – Adam, descritto dal fratello, come “problematico” per via di “disturbi della personalità” ha sofferto della separazione dei genitori, secondo la testimonianza dell’ex baby-sitter e vicino di casa Ryan Kraft: “I ragazzi sembravano molto depressi e Adam prendeva farmaci”. “Era introverso ma non aggressivo. Era un po’ strano, timido e silenzioso, non ti guardava negli occhi ma non riesco a pensare ad alcun incidente specifico” spiega Beth Israel, un’altra vicina. Un amico di infanzia sottolinea un altro tipo di problema: “Quando erano ragazzini e giocavano a baseball bisognava stare attenti a non farlo cadere perché poteva farsi male e non accorgersene. Aveva problemi mentali”.

IL RAGAZZO UN PO’ STRANO – Il ragazzo “un po’ strano” viene ricordato per alcuni particolari dai suoi ex compagni di scuola, ad esempio si presentava in classe con una valigia nera e si metteva sempre vicino all’uscita. Era pallido, alto e magro e non aveva un profilo su Facebook, anche questo viene ritenuto un simbolo di stranezza nel 2012. Adam, aveva problemi con la sua immagine e per questo motivo non è presente nemmeno negli album scolastici, al posto della sua foto compare la scritta “timido con la macchina fotografica”. “Il suo volto non tradiva emozioni” ha detto un ex compagno mentre altri rivelano che il ragazzo fosse affetto dalla sindrome di Asperger che, infatti, costringe alla fobia sociale e alla personalità schizoide.

LEGGI ANCHE:

LA STRAGE – Obama non ha potuto trattenere le lacrime durante la conferenza stampa in cui esprimeva solidarietà ammettendo di non riuscire a reagire alla notizia come Presidente ma come genitore: “La maggior parte dei morti erano bambini. Bambini piccoli tra i cinque e i dieci anni. Abbiamo il cuore spezzato e non ci sono parole per alleviare il dolore”. MaryAnne Jacobs ha raccontato di come si è nascosta insieme a 18 bambini riuscendo a sopravvivere: “Siamo strisciati in un magazzino sul retro e abbiamo dato a tutti pastelli e carta per far mantenere loro la calma”. La donna ha ammesso di aver aperto la porta solo quando un ufficiale ha fatto scivolare il distintivo dalla fessura sul pavimento.

guarda le immagini:

LA SUA VITA – C’è chi lo descrive come un “genio”, un altro aggiunge: “Era molto intelligente, probabilmente uno dei ragazzi più intelligenti che io abbia mai conosciuto”. La zia ha detto se solo la madre avesse sospettato il disagio del figlio non avrebbe esitato “a chiedere supporto medico”, come rivela l’Indipendent. “Nancy non era una persona che negava la realtà” ha detto ancora a Sky News. Nelle testimonianze ricorre il trauma della separazione dei genitori: quando il fratello Ryan è andato all’università, Adam è rimasto in casa da solo con i genitori durante il periodo di crisi che poi ha portato al divorzio nel 2008. Tre anni dopo il padre ha una nuova famiglia a Stamford mentre lui resta a vivere con la madre nella casa ubicata nelle vicinanze della scuola elementare. È lì che gli agenti sono corsi dopo la tragedia, cercando indizi utili all’indagine e incolpando inizialmente il fratello Ryan. L’equivoco è stato chiarito anche grazie alla testimonianza di un vicino di casa al quale ha detto: “È stato mio fratello”.

LEGGI ANCHE: