Alex Zanardi e la sua bici alle Paralimpiadi

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Una nuova sfida per l'ex asso della Formula 1

Alex Zanardi non si arrende mai. “Mentirei se dicessi che questa mia nuova vita non mi stupisce”, ha detto, in un’intervista con il Guardian, poco prima dell’inizio delle Paralimpiadi di Londra 2012 che lo vedranno competere nella gara dell’hand-biking, ciclismo sulle biciclette a mano.



 

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L’INCIDENTE – Non male, per un uomo che nel 2001 era stato dichiarato “tecnicamente morto ” dopo il noto incidente che lo lasciò con non più di un litro di sangue in corpo.



Perse le due gambe, e gli andò molto bene se è vero che i medici non riescono ancora a spiegarsi come mai sia ancora vivo.

Secondo il Guardian – ovviamente, è ironico – Zanardi in qualche modo gioca sporco, perché correrà a Brands Hatch, circuito che da pilota di Formula 1 dice di “conoscere molto bene, e di amare”. “Uscendo da un Pit Stop, Zanardi ha perso il controllo e si è fermato sul circuito, costringendo un pilota a deviare intorno a lui prima che il pilota canadese Alex Tagliani si schiantasse contro di lui a 350 km all’ora, colpendo la Reynard-Honda di Zanardi nel punto più vulnerabile davanti alla ruota frontale, tagliando il pilota e l’auto in due”, ricorda il Guardian.

UNA NUOVA VITA – “I medici”, dice Zanardi, ridendo, “mi paragonarono ad uno studio della Nasa che evidenzia il punto critico oltre il quale il corpo umano non può sopravvivere, e mi dissero che ero ufficialmente un uomo morto”. Ma Alex, è noto, non si è arreso: ha progettato da solo le sue gambe artificiali, elaborandone ance una versione in grado di permettergli di nuotare con suo figlio, una cosa che ama molto fare; ha convinto la Bmw a progettare un’automobile che lui stesso potesse guidare, con i comandi a braccio e uno speciale pedale in grado di funzionare con le sue protesi. E, ancora tutto da solo, ha progettato e costruito la sua bicicletta a tre ruote, basandosi interamente sui dati estrapolati da un computer durante gli allenamenti: nel 2007 è arrivato quarto alla maratona di New York dopo solo quattro settimane di allenamento; nel 2012, ha vinto la competizione.

LOTTARE PER CAMBIARE – Con la sua bici vola a 60 km all’ora nella categoria H4, che comprende gli atleti in grado di utilizzare la propria schiena, di piegarla e dunque di utilizzarne il peso a proprio favore; nelle categorie H1, H2, H3 ci sono gli atleti che non sono in grado di utilizzare la schiena ma che gareggiano sdraiati, il che garantisce una migliore aerodinamicità. “I miei genitori” dice Alex, ” mi hanno insegnato che potevo sempre migliorare le cose. Dopo lo schianto non ho mai dubitato che sarebbe stato difficile, ma (…) l’ho fatto perché pensavo sarebbe stato possibile”. Zanardi, sull’handicap, ha qualcosa da dire: “Se ci fosse qualcuno in grado di volare, persino Usain Bolt si sentirebbe disabile. Fare del proprio meglio con ciò che ho è la sfida più difficile”.

 

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