Alfredo Reichlin morto a 91 anni

22/03/2017 di Redazione

Alfredo Reichlin è morto a 91 anni. Figura storica della sinistra italiana, la scomparsa di Reichlin ha generato molti ricordi e testimonianze, che ne hanno evidenziato il grande rilievo intellettuale e morale. Il presidente emerito Giorgio Napolitano ha così ricordato il compagno e collega parlamentare del Partito comunista italiano.

La scomparsa di Alfredo Reichlin segna una perdita grave per la riflessione politica e culturale pubblica. Restano i suoi contributi, fino ai più recenti, ricchi di capacità analitica e di problematicità; e resta l’esempio di una dedizione totale alla causa della democrazia e del progresso, di una visione limpida, integra e alta dell’impegno politico. Abbiamo vissuto insieme per decenni nelle fila del Pci, restando profondamente solidali perché ciò che ci ha unito è stato infinitamente superiore a qualsiasi episodica diversità di opinioni.

Alfredo Reichlin è nato a Barletta nel 1925, e si è trasferito a Roma dal 1930 insieme alla madre Elisabetta Lauro e al padre Pietro. Da giovane Reichlin entrò nella Resistenza, partecipando alle Brigate Garibaldi. Catturato dai fascisti nel 1944, il futuro parlamentare si è iscritto al Partito comunista italiano nel 1946, diventandone uno dei dirigenti più importanti e stimati. Dopo esser stato vicesegretario dell’organizzazione giovanile Alfredo Reichlin è diventato direttore dell’Unità nel 1958, spostandosi gradualmente dalle posizioni centriste nel Pci, vicine a quelle del segretario Togliatti di cui era stimato allievo, alla sinistra di Pietro Ingrao. Questo nuovo orientamento generò la sostituzione di Reichlin con Mario Alicata alla direzione dell’Unità. Nel 1968 diventa deputato per la prima volta, rimanendo in Parlamento fino al 1994. Alfredo Reichlin è stato più volte eletto in direzione nazionale, collaborando da vicino con il segretario Enrico Berlinguer. Negli anni novanta lascia la politica attiva, ma sostiene le trasformazioni del Pci, prima in Partito democratico della sinistra, poi in Democratici di sinistra e poi nel Partito Democratico. Sposatosi con la militante comunista del gruppo espulso del Manifesto Luciana Castellina, con lei ha due figli, Pietro e Lucrezia, entrambi stimati economisti.

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