Ministra Lorenzin, mi spiega cos’è andata a fare all’inaugurazione di un nuovo allevamento intensivo?
07/10/2017 di Giulia Innocenzi
Perché un ministro della Salute dovrebbe andare all’inaugurazione di un nuovo allevamento? E perché proprio di un allevamento intensivo? E perché, durante l’inaugurazione, dovrebbe esprimersi invitando i cittadini a consumare più carne?
Si è tenuta ieri l’inaugurazione di un nuovo allevamento intensivo di Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara. Evento in pompa magna, preceduto il 19 luglio scorso, dalla visita del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ieri, invece, c’erano Assocarni e Coldiretti, il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina in video-collegamento e la ministra della Salute Beatrice Lorenzin venuta appositamente. L’allevamento si comporrà di dieci capannoni in cui saranno stipati fino a 9000 capi bovini, nutriti con razioni provenienti dai terreni sempre di proprietà di Bonifiche Ferraresi.
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ALLEVAMENTI INTENSIVI CHE I CITTADINI NON VOGLIONO
È andata all’inaugurazione di allevamenti che i cittadini non vogliono. Non creano posti di lavoro, visto che gli allevamenti intensivi sono strutture meccanizzate in cui c’è bisogno di pochissimi operai per decine di migliaia di animali. Sono strutture da cui provengono esalazioni molto forti, che spesso costringono gli abitanti a rintanarsi in casa, soprattutto d’estate (potete immaginare migliaia di animali fermi nello stesso posto a defecare? E potete immaginarvi di vivere vicino a quelle strutture che raccolgono i liquami nei vasconi senza neanche il coperchio?). E sono strutture che spesso inquinano le falde acquifere a causa di spargimenti di liquami fatti con disattenzione, o peggio ancora, senza rispettare le regole. I cittadini di Schivenoglia, in provincia di Mantova, hanno appena vinto il referendum contro l’apertura di un nuovo allevamento da 10.000 maiali, anche se non si è ancora capito se la sindaca ne rispetterà l’esito. E a un’oretta da Jolanda i cittadini di Finale Emilia si stanno battendo contro la costruzione di un nuovo mega allevamento di maiali e polli, frutto della ricostruzione post terremoto.
GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI E I CONTROLLI CHE NON FUNZIONANO
Appena scesa dall’auto, come riportato da Estense.com, la ministra Lorenzin ci ha tenuto a precisare che «il sistema di controlli che l’Italia fa su tutta la filiera è un unicum, non esiste in nessun altro Paese. Spesso troviamo le cose che non vanno, le troviamo e le sgominiamo, perché le andiamo a cercare». Con il suo ministero Beatrice Lorenzin è infatti responsabile dei controlli sugli allevamenti. Conoscerà quindi benissimo il dato sul consumo di antibiotici degli animali allevati in Italia, questo sì un unicum: il 70% di quelli in commercio nel nostro Paese finisce negli allevamenti, tant’è che siamo al terzo posto per consumo di questi farmaci in Europa, dopo Cipro e Spagna. Gli animali vanno imbottiti di antibiotici perché altrimenti non sopravvivrebbero, visto che le condizioni negli allevamenti intensivi sono estreme, sia a livello igienico sanitario che per il sovraffollamento.
La ministra conosce molto bene anche le condizioni in cui vivono gli animali negli allevamenti, perché durante la puntata di Announo su La7, in cui ho mostrato maiali feriti e agonizzanti destinati a diventare prosciutto per i migliori consorzi, è voluta intervenire telefonicamente, per dire che le forze dell’ordine erano già al lavoro per mettere fine a quei «casi singoli». Peccato che sono tornata in quegli stessi allevamenti a distanza di meno di un anno, e ho trovato le condizioni degli animali persino peggiorate.
CHI NON MANGIA CARNE È COME I NO VAX
Ma la ministra non si è fermata qui, e davanti a una platea composta da addetti del settore zootecnico, si è detta «preoccupata» per la tendenza ad abbandonare la carne, mode «basate sulla disinformazione», come nel caso «delle battaglie sui vaccini». Ma ha tranquillizzato tutti dicendo che in mezzo ai radicalismi c’è l’equilibrio: «la dieta mediterranea». Sì, dieta che in Italia fa ormai soltanto il 10% della popolazione, visto che il consumo di carne, anche se per la prima volta dopo decenni in diminuzione, si avvicina ai livelli europei.
GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI SONO INSOSTENIBILI
Quindi una ministra della Salute va a promuovere l’apertura di un nuovo allevamento intensivo, modello produttivo fra i più inquinanti. Oltretutto di bovini, che sono gli animali che più emettono gas nocivi responsabili del cambiamento climatico (oltre un terzo delle emissioni di metano per cause umane viene dal settore zootecnico, soprattutto di questi animali. E il metano è 23 volte più potente dell’anidride carbonica).
In quella sede dice che chi rinuncia alla carne è vittima di disinformazione, un po’ come quelli che non vaccinano i propri figli, e che il fenomeno va combattuto. Anziché incentivarlo, visto che un eccessivo consumo di carne, come stiamo facendo proprio noi italiani, è responsabile di tante malattie, dette del «benessere», per non parlare del tumore. L’Organizzazione mondiale della sanità, a seguito degli ottocento studi analizzati dal gruppo di lavoro dell’Agenzia dell’Onu per la ricerca sul cancro, ha definito la carne rossa, cioè quella dei bovini, «probabilmente cancerogena», legame osservato «soprattutto per il cancro al colon-retto, ma anche per il cancro al pancreas e per quello alla prostata».
Quindi, qualcuno mi spiega che diavolo ci è andata a fare la ministra?
(FOTO da YouTube)