Dal volantinaggio, all’impiego alla festa del Pd: cosa non va nell’Alternanza scuola-lavoro

Nel giorno dei cortei degli studenti in 70 città italiane, riproponiamo i casi più eclatanti degli abusi durante l'esperienza "formativa"

È il giorno delle proteste contro l’Alternanza scuola-lavoro, la novità introdotta dalla riforma sulla “Buona scuola” del governo Renzi, che obbliga gli studenti del triennio di licei e istituti tecnici a un’esperienza professionale, che – sulla carta – dovrebbe essere anche professionalizzante. Ma è stato così?



Da quando la misura è entrata in vigore – cioè dall’anno scolastico 2015/2016 – si sono moltiplicati i casi di studenti che denunciavano di aver trascorso le ore di Alternanza scuola-lavoro a fare volantinaggio, dietro la cassa di un autogrill, a spostare lettini e sdraio sulle spiagge, adirittura a servire ai tavoli della festa dell’Unità. Ovviamente non è prevista nessuna retribuzione e così il danno è doppio: gli studenti perdono ore di apprendimento e privano altri – magari proprio loro stessi – di occasioni di lavoro.

IL SONDAGGIO DELLA RETE DEGLI STUDENTI SULL’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Secondo un recente sondaggio della Rete degli studenti medi, comunque, l’esperienza di Alternanza scuola-lavoro è stata positiva per il 48% degli studenti, mentre il 33% di loro ha espresso un giudizio fortemente critico. Il dato allarmente, però, è che solo per il 27% degli intervistati il percorso lavorativo era davvero in linea con le proprie attitudini. E questo vale soprattutto per gli iscritti a istituti tecnici e professionali.



I CASI PIÙ SCANDALOSI DELL’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Una carrellata dei casi più eclatanti emersi nei mesi scorsi può aiutare a mettere a fuoco il problema di fondo dell’Alternanza scuola-lavoro: