Amnesty International chiede scusa a Iggy Pop per la campagna con la sua faccia
25/06/2014 di Valentina Spotti
«Il futuro del rock’n’roll è Justin Bieber» – recitava la didascalia sotto un primissimo piano di un Iggy Pop decisamente malconcio, con il volto tumefatto e lo sguardo spento.
AMNESTY INTERNATIONAL E LA CAMPAGNA CONTRO LA TORTURA – Qualche settimana fa questa immagine era diventata virale in tutto il web insieme a quelle del Dalai Lama e di Karl Lagerfeld, tutte dello stesso tenore: un viso pieno di tagli e lividi e una “dichiarazione” decisamente in contrasto con il personaggio – la didascalia sotto al Dalai Lama, ad esempio, diceva che «un uomo che a cinquant’anni non ha un Rolex ha buttato la sua vita». Quelle foto, circolate presto in tutto il web, altro non erano che una campagna di Amnesty International Belgio contro la tortura, campagna che di certo ha attirato l’attenzione del grande pubblico, ma che ha sollevato anche parecchie polemiche per la “finta dichiarazione” accostata alla più alta guida spirituale del buddhismo tibetano. Vista la malparata, Amnesty International aveva rimosso la foto del Dalai Lama ma, a quel punto, è insorto Iggy Pop, accusando l’organizzazione per i diritti umani di aver utilizzato la sua immagine senza permesso.
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«UN UOMO SOTTO TORTURA PUÒ DIRE QUALSIASI COSA» – Così alla divisione belga di Amnesty International non è rimasto altro che chiedere scusa a tutti con un comunicato ufficiale, spiegando che l’intento della campagna era quello di spiegare che «un uomo sotto tortura può dire qualsiasi cosa», finendo per dichiarare anche posizioni lontanissime da quello che normalmente direbbe. Come, ad esempio, il bizzarro endorsement di Iggy Pop verso Justin Bieber. L’ex leader degli Stooges, però, non ha gradito di essere diventato a sua insaputa il paladino dell’organizzazione per i diritti umani. E Amnesty precisa:
Anche se abbiamo agito in buona fede, vogliamo chiedere scusa a Iggy Pop per aver fatto quello che abbiamo fatto. L’obiettivo della campagna era cercare di cambiare quello che la gente pensa dell’uso della tortura: secondo i sondaggi sono tante le persone che ritengono che “in certi casi la tortura sia utile” e il 36% degli intervistati ritiene che in certi casi sia addirittura giustificabile. Questo è inaccettabile e abbiamo voluto far capire con una provocazione come un uomo sotto tortura possa dire qualsiasi cosa. Vogliamo chiarire che quello che la frase da noi attribuita a Iggy Pop su Justin Bieber non rappresenta l’opinione di Iggy Pop, ma faceva parte del processo creativo della campagna ed è da intendersi in modo ironico. L’immagine è stata rimossa.
LE SCUSE ANCHE AL DALAI LAMA – Parole di scuse arrivano anche per le polemiche suscitate dalla foto con il Dalai Lama: «Anche se il Dalai Lama non era l’obiettivo della nostra campagna, siamo consapevoli che quell’immagine possa aver creato molto scontento in alcune parti del mondo – si legge nello stesso comunicato – Abbiamo rimosso l’immagine per non causare altre distrazioni e assicurarci che le persone rimangano concentrate sull’obiettivo di questa campagna: fermare la tortura».
(Photocredit copertina: Le Figaro)