«Andreea Cristina mi implorava di smettere, piangeva, urlava. E sono fuggito»
12/05/2014 di Redazione
Riccardo Viti, l’uomo responsabile della morte di Andreea Cristina Zamfir, prostituta romena di 26 anni uccisa e crocifissa nella notte tra il 4 ed il 5 maggio nei pressi di Firenze, si è dichiarato dispiaciuto ed addolorato. Non solo, secondo il suo avvocato, Alessandro Benelli, l’uomo nel corso dell’interrogatorio avrebbe detto: «Sarei pronto a dare la mia vita perché lei tornasse in vita».
IL PENTIMENTO DI RICCARDO VITI – «Ho avuto paura, non ero più in grado di controllare la situazione -ha spiegato Viti al Gip del tribunale di Firenze, Anna Donatella Liguori- lei mi implorava di smettere, piangeva, urlava. E sono fuggito». E parlando di quanto accaduto nella notte tra il 4 ed il 5 maggio scorso, quando ha spogliato, legato e seviziato la giovane prostituta nei pressi del cimitero di Ugnano, Viti ha aggiunto: «Ho subito pensato ai miei genitori. Sono andato oltre». La confessione pronunciata davanti al Gip ha spinto Anna Donatella Liguori a considerare l’azione di Viti lucida e consapevole, essendo in grado d’intendere e di volere.
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L’AGGRESSIONE IN CARCERE – Per il Gip non c’è difetto di capacità di volere. Tuttavia l’avvocato Alessandro Benelli ha spiegato che si riserverà di richiedere una perizia psichiatrica sul suo cliente. Cliente che si trova in isolamento nel carcere di Solicciano ma che è stato comunque colpito da un manico di scopa lanciato da un detenuto mentre veniva tradotto in sezione. Manico che richiama, come spiega l’agenzia Italpress, agli oggetti in legno usati dall’omicida per seviziare la sua vittima. Dopo l’interrogatorio è stato confermato il carcere per Viti con l’accusa di omicidio volontario per dolo eventuale, aggravato dal fatto che sia avvenuto in conseguenza di una violenza sessuale, e di sequestro di persona.
CAPACE D’INTENDERE E DI VOLERE – Secondo il Gip la misura si giustifica per l’esistenza di un pericolo di fuga per la gravità dei fatti di cui è accusato Viti, per la modalità dell’omicidio e perché, come continua l’Ansa, dal 2000 chiede alle prostitute rapporti sessuali sadomaso. Altro particolare da non sottovalutare il fatto che sua moglie sia in possesso di un passaporto straniero. Per quanto riguarda la capacità d’intendere e di volere, per il Gip le dichiarazioni rese sia al Pm sia durante l’interrogatorio di convalida «dimostrano lucidità e coerenza. Anche il fatto che sia dispiaciuto testimonia che fosse consapevole di ciò che stava facendo». I guai per Riccardo Viti tuttavia non sembrano concludersi qui. Il responsabile della morte di Andreea Cristina Zamfir potrebbe essere sottoposto ad una nuova misura di custodia cautelare in carcere in base alle azioni compiute fin dal 2000 nei confronti di giovani prostitute.
LE ALTRE VIOLENZE – Paolo Canessa, Pm di Firenze, sta mettendo insieme i fascicoli di denunce da parte di prostitute che hanno subito sevizie simili a quelle che Viti ha inferto alla lucciola uccisa, sevizie che nel loro caso non hanno portato alla morte. I reati sono violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona. Lo stesso Viti davanti al pm ha confessato di aver inflitto a diverse prostitute giochi sadomaso spinti ma di non ricordarne il numero. Intanto la famiglia della vittima ha ottenuto il nulla osta per la celebrazione del funerale che si terrà domani pomeriggio a Firenze. La salma verrà poi trasferita in provincia di Benevento, a Montesarchio, dove vivono la madre e la sorella. E dopo una nuova cerimonia funebre verrà sepolta qui.