Chi e perché ha appiccato gli incendi sul Vesuvio
12/07/2017 di Redazione
Chi e perché ha appiccato le fiamme sul Vesuvio? Una risposta a questa domanda arriverà, si spera, nei prossimi mesi dall’inchiesta per incendio doloso subito avviata dalla Procura di Torre Annunziata. Ma a poche ore dal disastro trapelano già indizi importanti su cause e responsabilità dei roghi. Ne parla oggi in maniera approfondita il quotidiano Il Mattino di Napoli in un articolo a firma di Paolo Barbuto.
INCENDI VESUVIO, CHI E PERCHÉ HA APPICCATO I ROGHI
A quanto emerso finora l’obiettivo del rogo in una zona dove edificare è praticamente impossibile è quello di mettere in crisi l’Ente Parco, provandolo di autorità e credibilità e mettere un freno all’attività di contrasto dell’abusivismo edilizio in corso dopo molti anni di devastazione. Un disperato tentativo di cambiare le cose:
Il tentativo di offuscare l’autorità dell’Ente sarebbe direttamente collegato alle attività di «spossessamento» delle costruzioni abusive che sono partite nel corso degli ultimi anni all’interno del Parco Nazionale. Lo «spossessamento» è un atto diverso dalla confisca e dal sequestro, si tratta di decreti che annullano il titolo di proprietà di chi ha realizzato costruzioni abusive; vengono emessi prima ancora di procedere all’abbattimento (che può avere tempi lunghissimi e costi elevati) e consentono di bloccare ogni ulteriore ricorso o tentativo di «salvare» gli immobili abusivi. L’ipotesi degli investigatori è che ci sia un tentativo di annullare le attività di «spossessamento» minando alla base la solidità e la credibilità di chi gestisce il Parco Nazionale: in pratica i criminali che appiccano gli incendi tenderebbero a dimostrare che una struttura incapace di proteggere il Parco Nazionale non avrebbe le caratteristiche per decidere il futuro degli immobili abusivi.
Ancora Il Mattino di Napoli, in un altro articolo, ha parlato perfino di animali vivi usati per estendere meglio le fiamme. H scritto Barbuto:
Chi ha agito conosce bene quella montagna, s’è inoltrato nei boschi e per rendere più difficile l’intervento dei vigili del fuoco, ha utilizzato animali, probabilmente gatti, povere vittime da sacrificare: cosparsi di benzina e dati alle fiamme, nelle loro disperata e inutile fuga hanno raggiunto la boscaglia più fitta dov’è impossibile intervenire con rapidità quando scoppia un incendio.
In realtà non è vero questo aspetto. secondo quanto riportato dalla forestale, contattata dal Corriere, nessun animale è stato utilizzato come esca per appiccare i roghi.
(Foto: ANSA / CESARE ABBATE)