I carabinieri di Torre Annunziata sabato notte hanno arrestato il boss Luigi Cuccaro. Il reggente dell’omonimo clan, latitante da due anni, è stato trovato a casa del cognato, dove si era recato per festeggiare il suo onomastico e incontrare moglie e figlio. Cuccaro era nascosto in un intercapedine a cui si accedeva rimuovendo un attaccapanni dal muro. Sebbene fosse notte fonda la gente di Barra è scesa in strada per tentare di strappare il boss dalle mani dei carabinieri impedendo che fosse portato via.
Sul capoclan pendono tre ordinanze di arresto della Direzione Distrettuale Antimafia per omicidio, associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e al contrabbando. Quando si è reso conto di non avere scampo l’uomo è uscito di casa con la carta d’identità in mano e, rivolgendosi ai carabinieri ha detto: «Sono Luigi Cuccaro», tra le urla di dolore di una sessantina di persone riversatesi in strada per “proteggerlo”. Stesso film a Torre Annunziata dove una quindicina di affezionati, tra cui donne e bambini, ha applaudito il passaggio di Cuccaro all’uscita del comando. Il boss ha ricambiato lanciando baci.
«Con l’operazione di oggi – ha detto il tenente colonnello Antonio Petti, comandante del gruppo di Torre Annunziata – viene sconfitta una figura simbolica, che è quella del latitante, che riteneva di potersi avvantaggiare a oltranza della copertura del proprio territorio di riferimento». Sull’episodio è intervenuto Roberto Saviano: «Quello che è accaduto a Barra è la dimostrazione che la battaglia per sconfiggere la camorra è ancora lunga e non dobbiamo essere ingenui nel credere che abbiamo già vinto».