Il Tribunale di Bologna ieri ha assolto con formula piena il padre della ragazza rasata a zero perché rifiutava il velo. Un episodio avvenuto nel marzo scorso in una famiglia originaria del Bangladesh e residente nel capoluogo emiliano. Sembra che l’uomo non fosse presente al momento del taglio dei capelli. A compierlo è stata la madre, condannata a otto mesi di reclusione con pena sospesa.
Il pm Flavio Lazzarini (che ha sostituito il titolare dell’inchiesta, il pm Augusto Borghini) aveva richiesto invece una pena di un anno e tre mesi per entrambi i genitori, accusandoli di maltrattamenti in famiglia. Un capo d’imputazione che è stato “riqualificato in violenza privata dal giudice”, come ha spiegato al Resto del Carlino Alessandro Veronesi, il legale che li assiste insieme all’avvocato Roberto Godi.
Una sentenza, quella del gup Letizio Magliaro, che lascia insoddisfatto il Comune di Bologna, che nel processo si è costituito parte civile a tutela della minore. La ragazza, una 14enne originaria del Bangladesh dopo l’episodio vive in una comunità protetta, a marzo scorso si è presentata a scuola senza capelli, raccontando all’insegnante tra le lacrime di essere stata rasata a zero perché rifiutava il velo.
L’avvocato del Comune di Bologna, Donatella Iannelli, ha commentato di “voler leggere le motivazioni per capire come mai un’attività vessatoria e umiliante nei confronti della ragazza sia stata ritenuta violenza privata”. I genitori non sono inoltre stati condannati al pagamento di alcun risarcimento, che “sarebbe comunque – ha precisato la legale – una cifra simbolica”.
Foto copertina: da archivio Ansa. Credit: ANSA / AKHTAR SOOMRO / DC