Si chiama “Legge contro la copertura del volto”, ma per molti austriaci dietro al nome (in Austria si usa l’acronimo AGesVG) “politically correct” si nasconde una legge contro contro burqa e niqab, discriminatoria e anti-islamica. La norma è stata promossa dal ministro degli Esteri e leader del Partito popolare Austriaco (Övp) Sebastian Kurz e approvata dal Parlamento lo scorso 8 giugno. È entrata in vigore ieri, a 15 giorni dalle elezioni austriache, una coincidenza che rafforza la convinzione di molti che la misura non sia altro che una propaganda anti-islamica in vista delle elezioni.
La legge contro burqa e niqab in teoria vieta qualsiasi indumento che copra il volto e renda irriconoscibili, come caschi da sci e passamontagna invernali, ma anche maschere e cosmetici. Fanno eccezione circostanze particolari come il Carnevale. Non sembra che le piste da sci siano tra queste e viene da chiedersi se il prossimo inverno le località turistiche austriache verranno prese d’assalto da poliziotti, pronti a chiedere i documenti a tutti gli sciatori prudenti. Il divieto, infatti, si estende in tutti i luoghi pubblici: per i trasgressori è prevista una multa da 150 euro e se si rifiutano di scoprirsi il volto, possono essere portati in commissariato.
Secondo parte dell’opinione pubblica, però, gli sciatori potranno godersi le vacanze indisturbati, senza soffrire il freddo o correre il rischio di battere la testa. Per molti di loro la AGesVG non è altro che una legge contro burqa e niqab e per dimostrarlo ieri hanno deciso di passeggiare per le strade con il volto coperto da maschere o caschi da moto o da sci. L’obiettivo è quello di “smascherare” il vero scopo della misura.
Anche senza l’azione di disubbidienza civile, che la AGesVG sia una legge contro burqa e niqab sembra chiaro anche dai volantini e dai manifesti distribuiti per avvisare la popolazione dell’entrata in vigore delle nuove regole: molti mostrano come esempio proprio gli abiti delle donne musulmane.
Non pare poi che ci fosse una grande urgenza di una legge contro burqa e niqab dato che – come ironizza un deputato dei Verdi – di musulmane con il volto coperto «se ne vedono tante quante persone travestite da Arlecchino o da clown nel mese di luglio». La concentrazione maggiore è forse proprio nelle località turistiche alpine, prese d’assalto nei mesi invernali da arabi ricchi. Se la legge ha davvero solo uno scopo elettorale, dopo le votazioni è probabile che si troverà una deroga che non comprometta la stagione turistica: musulmani o no, è difficile che oltre allo skipass i turisti siano disposti a pagare anche la multa per aver indossato il casco.