Baby pensioni, 10 miliardi per ritirarsi a 45 anni: ci sono Di Pietro e la moglie di Bossi

26/04/2011 di Dario Ferri

Più del 60% sono a Nord: oltre 240mila via dal lavoro così presto

In Italia ci trasciniamo ancora più di mezzo milione di pensioni baby – 535.752 per la precisione, come gli abitanti di Venezia e Verona messi assieme – che costano allo Stato circa 9 miliardi e mezzo di euro all’anno. Ne parla Enrico Marro sul Corriere della Sera:

Le pensioni baby sono concentrate al Nord, sia nel regime Inps (69,5% del totale) sia in quello Inpdap (60,8%). Al Sud si pagano il 16,1% delle pensioni precoci private e il 21,4% di quelle pubbliche. Al Centro, rispettivamente, il 14,4% e il 17,8%. Nella classifica delle Regioni al primo posto c’è la Lombardia con 110.497 baby pensioni e una spesa superiore a 1,7miliardi. Al secondo posto il Veneto con 56.785, al terzo l’Emilia Romagna con 52.626 e al quarto il Piemonte con 48.414. Detto che l’importo medio delle baby pensioni si aggira appunto sui 1.500 euro al mese, la casistica è comunque la più ampia. Nel regime Inpdap vi sono perfino 1.417 pensionati che hanno lasciato il lavoro con meno di 40 anni d’età che prendono degli assegni superiori a 2mila euro al mese.

Ci sono le pensioni pubbliche e quelle dell’Inps:

Ancora oggi l’Inpdap, l’ente di previdenza del pubblico impiego, paga 428.802 pensioni concesse a lavoratori con meno di 50 anni di età: di queste oltre 239 mila vanno a donne e quasi 185 mila a uomini. La spesa nel 2010 è stata di 7,4 miliardi. A queste pensioni baby pubbliche si sommano 106.950 pensioni liquidate a persone con meno di 50 anni nel sistema Inps (regimi speciali e prepensionamenti) che costano all’istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua poco più di 2 miliardi l’anno. Più di tre volte il versato L’età media attuale di tutti questi baby pensionati sta tra 63,2 anni (per chi ha lasciato il lavoro nella fascia d’età 35-39 anni) e 67 anni (per chi ha lasciato a 45-49 anni). Questo significa che stanno prendendo l’assegno come minimo, secondo le fasce di decorrenza, da 18-24 anni e che, considerando la speranza di vita, continueranno a prenderlo per un’altra quindicina di anni. I baby pensionati Inps ricevono in media una pensione lorda di 18.934 euro a testa all’anno, quelli Inpdap di 17.322 euro. Insomma, circa 1.500 euro al mese.

E ci sono anche le baby pensioni d’oro:

Tra i pensionati giovani dell’Inpdap c’è anche Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, che, come scrive Mario Giordano nel suo ultimo libro (Sanguisughe, Mondadori), è andato in pensione come magistrato all’età di 44 anni (oggi ne ha 60) e incassa un assegno da 2.644 euro lordi al mese. Altro caso eccellente, sempre riportato nel bel volume di Giordano, quello di Manuela Marrone, moglie del leader della Lega Umberto Bossi, che, dopo aver fatto l’insegnante, è andata in pensione a 39 anni e prende 766 euro al mese. Ben più pesanti gli assegni sborsati dall’Inps per i banchieri Rainer Masera (in pensione a 44 anni) e Pier Domenico Gallo (a 45 anni), che portano a casa sui 18 mila euro al mese e per l’ex vicedirettore generale della Banca d’Italia, Mario Sarcinelli (in pensione a 48 anni), che prende 15 mila euro al mese. Tutto questo avviene in nome dei cosiddetti diritti acquisiti. In nome dei quali, in passato, anche ipotesi di modesti contributi di solidarietà sono state bocciate. Ma è difficile spiegarlo ai giovani che, dopo le ultime riforme, dovranno lavorare fino a quasi 70 anni e avranno una pensione che, quando va bene, sarà pari al 60% della retribuzione. Enrico Marro

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