Ballarò e l’Europa che verrà con Debora Serracchiani

BALLARÒ, MA LE AUTO BLU SI VENDONO? – Matteo Renzi ha spiegato che verranno vendute 100 auto blu all’asta ma secondo le analisi condotte da Ballarò queste potrebbero non essere un affare in quanto vecchie, usurate e costose da mantenere. Con il risultato che una Lancia Thesis ceduta a 4.800 euro ne costa 7.000 l’anno. Quindi sarebbe anche acquistabile ma non ne vale la pena mantenerla. Ed accade che spesso restano invendute per mesi. E l’unico risparmio, se tanto dev’essere, è sull’autista che rimarrebbe comunque dipendente. E viene sancito che si tratta più di un’operazione d’immagine.


BALLARÒ, LA RIFORMA DEL LAVORO – Parlando della riforma del lavoro, dopo un servizio che certifica la giungla delle norme legate agli incentivi sulle energie rinnovabili, il ministro Poletti spiega che questo provvedimento migliorerà il mondo del lavoro in risposta alle aziende che con le regole precedenti mandava via i giovani dopo otto mesi. Oggi il contratto a termine è secondo come garanzie solo all’indeterminato. E si è scelto di agire per proteggere una persona in tre anni di permanenza. E la Cgil è contraria perché la norma precedente è più tutelante ma la norma precedente non garantiva sicurezza ed avviamento al lavoro. Oggi il 68 per cento del lavoro è avviato da contratti a termine e bisognerà agire per aumentare la soglia. Al momento esiste un decreto, il Parlamento discuterà su un’eventuale conversione ed il Parlamento lo approverà. Deborah Serracchiani spiega che bisogna agire guardando la realtà riconoscendo che alcuni paletti fissati dalla riforma Fornero hanno creato forme di sommerso. A questo punto bisogna fare i conti con l’attualità e si è partiti per questo dai contratti a termine e di apprendistato. In futuro si parlerà di un contratto a tutela crescente che si occupi degli ultra quarantaquattrenni. Aldo Nove pensando a questo governo ritiene di aver assistito per ad una discussione di meccanica quantistica, simili ad un programma Rai-Nettuno alle quattro del mattino mentre si è dichiarato colpito dalla metafisica di Poletti, aggiungendo di avere nostalgia delle ideologie e dell’immaginario mentre oggi parlare di cifre porta la gente a reagire di pancia perché non capisce. E parlando di Matteo Renzi, non è un uomo di sinistra ma uno di cento-sinistra figlio della degenerazione del movimento degli ultimi 20 anni.

 

 

 

 

 

 

 

BALLARÒ, QUANTO VALE IL TAGLIO DELL’IRAP? – Si raccontano quelle che sono le difficoltà per il taglio dell’Irap finanziato da un aumento delle rendite finanziarie scoprendo che per un’azienda di 500.000 euro di fatturato il risparmio annuo sarà di 370 euro. Paolo Mieli dice che se usciamo dall’Euro non si saprà dove andremo. Se resteremo dentro invece dovremo adeguarci come ha fatto il Regno Unito che ha tagliato la spesa pubblica di 140 miliardi. E con il taglio di 400.000 statali sono stati creati 1.000.000 di posti di lavoro. Parlando di spesa pubblica, ci si riferisce ad un libro bianco del 1971, primo tomo in cui si parla di spesa pubblica, quando Olli Rehn aveva 9 anni e Renzi non era nato. Parliamo di un problema che esiste da 43 anni e quello che ha fatto Renzi di tenere Cottarelli è significativo per evitare di perdere tempo e buttare il lavoro fatto. Cottarelli un anno fa prometteva tagli per 34 miliardi e per il 2014 sono diventati 7 per il Ministro, 5 per Cottarelli che poi si è corretto a tre. E questo fa si che si cominci a pensare che probabilmente non si arriva ad un miliardo. Francesca Donato dice che l’Inghilterra ha svalutato la moneta del 20 per cento stampando liquidità e favorendo le assunzioni. Floris ricorda che la sterlina è una cosa, la Lira è un’altra, una moneta che varrebbe uno a uno. Floris chiede se è come a Cuba. Oggi invece, continua la Donato, avremmo una lira pari ad un euro, con la moneta che si svaluterebbe fino al 40 per cento in modo da rapportarla ai fondamentali della nostra economia per raggiungere il livello del dollaro. Deborah Serracchiani ricorda che noi acquistiamo prodotti con un Euro che vale col marco mentre il debito pubblico costa meno. Serracchiani ricorda che diminuisce tutto e non solo il debito come ha fatto l’Argentina. Serracchiani e Donato si prendono ad urla e lo studio viene silenziato senza riuscirci. La professoressa Kostoris dice che dovremmo ripagare i debiti in controvalore dell’Euro. I debiti non verrebbero comprati da nessuno perché non varrebbero nulla e cadremmo in una spirale d’inflazione da cui si uscirebbe tutti più poveri. Francesca Donato dice che se uscissimo dall’Euro la Bce non avrebbe più titoli mentre se tornassimo alla Banca d’Italia nel 1981 potremmo stampare moneta. Nino Andreatta nel 1981, continua la professoressa, scelse di scorporare la Banca d’Italia e la produzione di carta moneta per evitare spirali inflazionistiche.

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BALLARÒ, IL PIANO DURO DI COTTARELLI – Dopo un servizio in cui si è illustrato il piano del commissario Cottarelli, il ministro Poletti spiega che si rende necessario un taglio alla spesa ricordando che questa volta si parte dalla riduzione delle tasse per poi intervenire con il taglio alla spesa. Floris dice che non è consolante perché se poi non si trovano i soldi diventa un problema. Poletti dice che non bisogna limitarsi a trovare ma che bisogna agire magari agendo su Senato e Province. Floris gli spiega che non bastano 100 milioni ed il ministro s’innervosisce dicendo che ora tutti criticano quando in passato nessuno esprimeva opinioni quando gli altri non ce la facevano. Floris capisce l’antifona e parte con domande precise: gli statali? Poletti risponde che Cottarelli ha fatto il suo annuncio ed entro fine aprile il governo prenderà la sua responsabilità analizzando il ventaglio delle opzioni. Un ventaglio che, ricorda Floris, vale 7 miliardi e che ne servono 5 sul primo. Poletti spiega che una possibilità d’intervento c’è. E sulle pensioni Renzi ha confermato che non s’interviene agendo sulle pensioni d’invalidità analizzando le zone in cui possono esserci abusi. I soldi arrivano in busta paga entro il 27 maggio e Poletti spiega che il Def verrà presentato a metà aprile. Ed in quel punto ci sarà una revisione della spesa che chiude la forbice e garantisce le risorse. La professoressa Kostoris dice che questa riforma verrà coperta con parte del deficit, procedura che dev’essere approvata da Bruxelles e dalle Camere, mentre la spending review è un tesoretto che viene dagli ultimi esecutivi come le proposte Giavazzi e le idee del governo Letta. Ed il miglioramento della congiuntura economica permette di pensare a certe riforme. Certo quanto proposto da Cottarelli non verrà fatto ed alcune di queste sono forme di maggiore equità. Francesca Donato spiega che riguardo all’incontro tra Renzi e Merkel la sua opinione è come quella di Crozza visto che a Berlino ha detto di fare più di quanto chiesto perché l’hanno deciso loro. Renzi ha mantenuto l’impegno di non sforare la soglia del tre per cento ma restando in quest’ambito, con la Merkel che ha confermato come non verranno infranti i limiti di Maastricht porterà ad una manovra recessiva senza precedenti visto che vengono bloccati gli investimenti mentre i Paesi con la sovranità monetaria stampano moneta svalutandola per rilanciare l’economia. Poletti dice che non è così perché i tre miliardi e mezzo per le scuole sono espansivi. Se si apre un fronte sugli enti locali, sul patto di stabilità interno, se si pagano le pubbliche amministrazioni spostando il debito, questa è liquidità ed espansione oltre che possibilità di spesa. Ed anche gli 85 euro al mese sono espansivi. La Carfagna ricorda anche l’esistenza della delega fiscale che vincola la riduzione di tasse alle famiglie e le imprese. Mentana nega che l’unica opposizione sia quella di chi vuole l’uscita dall’Euro ricordando che l’opposizione esistente è quella del Movimento Cinque Stelle. E Renzi sa che è atteso al varco da sinistra e sostenuto da destra e per questo punta allo tsunami europeista perché si teme la forza del Movimento che metterebbe in discussione il futuro dell’Europa.

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BALLARÒ, BERLUSCONI PERDE I DIRITTI POLITICI – Silvio Berlusconi con la decisione odierna non potrà essere candidato alle prossime europee. Intanto secondo la Carfagna dice che c’è un ricorso per la Severino, con Floris che ricorda che questo riguarda la Severino. La Carfagna spiega che non è un seggio a fare il consenso ma è il carisma dato dagli italiani e questo non è un risultato atteso visto che poggia le sue radici su una sentenza discutibile ed opinabile in quanto ha punti di debolezza che dovrebbero allarmare i cittadini. Detto questo Berlusconi resta leader di Forza Italia. La decisione cambia i modi in cui si organizzerà il Partito che dovrà acquisire forza dal radicamento territoriale. E nel frattempo è opportuno immaginare organismi nei cui è opportuno dibattere anche aspramente. Deborah Serracchiani non sente di avere percezioni rispetto a quanto già non si sapesse. La sentenza si associa a quello che è stato detto in precedenza ed altre sentenze arriveranno. Ed abbiamo un Paese che ha capito che quando una persona viene condannata in maniera definitiva non può essere candidata. Mara Carfagna cerca di intervenire per difendere Berlusconi sulla questione Mediaset attaccando il giudice Esposito che avrebbe dichiarato la sua avversione politica nei confronti di Berlusconi. Serracchiani spiega che il suo ragionamento è profondamente differente perché un parlamentare non può dire che una sentenza è opinabile e se s’inizia a discutere del potere giudiziario allora si discute del potere politico, ricordando le differenze tra poteri. E la Carfagna tira fuori la storia della protezione della magistratura nei confronti della sinistra ribadendo la persecuzione della magistratura nei confronti di Berlusconi. E finalmente s’interviene per dare la parola a Mentana che dice che non ci saranno leader candidati, tre leader extra parlamentari con Berlusconi che magari sarà condannato ma bisogna parlarci insieme, con il risultato che il dibattito tra Serracchiani e Carfagna appare surreale visto anche che il nome Berlusconi è il più grande coagulo di voti del centrodestra. E questo lo rende il raccoglitore dei voti del centrodestra. La Carfagna interviene per dire la stessa cosa con Mentana che prosegue ricordando che Renzi ha incontrato Berlusconi per le riforme. Mentana dice che è il più vecchio in piazza e che sono 20 anni che parla di Berlusconi e giustizia. Ed ora bisogna superare questo tema ed è opportuno parlare di cosa non va specie quando stiamo parlando di un segretario del Pd eletto 100 giorni fa che viene definito a seconda dei casi Gesù o Barabba. Aldo Nove dice che il momento più chiaro è quello di Crozza e che si conferma una condanna di un politico con cui bisogna avere a che fare perché ha una rappresentanza politica. E bisogna averci a che fare. Punto.

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BALLARÒ, NON SI CANDIDA NESSUNO – Secondo Paolo Mieli è un bene che i leader politici non si candidano per poi dimettersi, così come accade con giornalisti e politici che fanno pagliacciate, senza offesa per i pagliacci continua Mieli, che poi se ne vanno perché trovano un impiego migliore. E parlando degli incontri, la Merkel ha sentito e detto cose che potevano essere scritte il giorno prima. E parlando di anti-renzismo, questo è coperto sotto la polvere ma è molto diffuso specialmente a sinistra. Emanuele Macaluso per i suoi 90 anni ha definito Renzi una caricatura che dà in giro cioccolatini e che non ha una visione di ciò che sta facendo ma che sicuramente farà il botto. Staino sull’Unità in una vignetta si chiede se faremo prima a trovare l’aereo malese o i soldi promessi da Renzi. La professoressa Kostolis chiamata a commentare quanto detto da Renzi alla Merkel dice che il Presidente del Consiglio si è presentato dicendo che le riforme sono necessarie per i nostri figli. E questo è importante perché mette la Merkel non nel ruolo dell’imputata. A proposito del tre per cento, è stato confermato che questo non verrà superato in ossequio ai rapporti europei considerando la tendenza del pareggio di bilancio nella parte strutturale che al momento è in deficit, deficit che potrebbe essere usato nell’eccedenza per coprire in parte le manovre. E la differenza, dal primo governo Prodi in poi, pone come condizioni rigore e sviluppo. Renzi ha invertito gli addendi con la Merkel che lo lascia fare perché non può perderlo prima delle elezioni europee per proteggersi dall’euroscetticismo. Deborah Serracchiani spiega che Renzi si è portato dietro l’approvazione dell’Italicum e l’ingresso del Pd nel Pse. Si è poi portato un cronoprogramma chiaro ed inoltre è stato importante spiegare che dietro la credibilità c’è il metodo. Mara Carfagna approva quanto detto dalla Serracchiani e spiega che Forza Italia spingerà per le riforme mettendo in guardia dalla presenza della sinistra che rischia di bloccare le riforme. Serracchiani risponde che il Pd ha sempre votato la fiducia in maniera compatta spiegando che è semplice dire di essere a favore delle riforme perché sennò significa essere contrari al Paese. Intanto è stata confermata l’interdizione di due anni per Silvio Berlusconi che quindi non ci sarà alle prossime europee.

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BALLARÒ, L’ITALIA VISTA DALLA GERMANIA – Ballarò va a Berlino a chiedere ai tedeschi cosa pensano dell’Italia e raccogliendo impressioni sulla lady di ferro, Angela Merkel, che vive a Berlino in una palazzina sorvegliata da un solo poliziotto. In Germania, si spiega, si cerca di risparmiare il più possibile evitando di scialacquare e questo atteggiamento mal si sposa con l’idea che hanno dell’Italia. E parlando di Renzi, un giornalista spiega che la Merkel ha fiducia in lui anche se è sostenuto dalla stessa maggioranza dell’esecutivo precedente. Enrico Mentana dice che la Merkel ha pensato che sarebbe arrivato un altro, ricordando però che è stato il primo dopo Berlusconi ad essere Presidente del Consiglio e leader del suo partito, segno di una posizione di forza anche in tema di riforme strutturali. E per questo dà maggiore affidamento anche se sulla carta non c’è nulla. Mara Carfagna dice che rispetto ai suoi due predecessori non ha fatto molto e che lei non s’iscrive nella fazione degli anti-Renzi a prescindere. Tuttavia si aspettava qualcosa di diverso visto che Renzi è andato dalla Merkel con i conti da vidimare. Forse era meglio discutere di una strategia più generale per uscire dalla crisi, con la Merkel che sfrutta il vantaggio competitivo del suo Paese contro gli altri in crisi. Il ministro Poletti, presente, dice che si è parlato di futuro certificando una differenza di vedute che dovranno però arrivare ad un punto comune. In Germania è stato rappresentato ciò che stanno decidendo entrambi i paesi ma il problema del futuro è verificato da entrambi. L’atteggiamento è stato positivo così come la valutazione. La Merkel ha poi chiesto se c’è stabilità e certo si sottintendevano le difficoltà con i sindacati. Aldo Nove spiega che il quadro non è chiaro e che si sente un rapporto di sottomissione dell’Italia rispetto alla Germania. Si diceva a Renzi di alzare la voce ma in questo modo non c’è un’Europa ma un rapporto noi-loro nel quale muoversi.

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BALLARÒ, LA SCHEDA DI MAURIZIO CROZZA – Maurizio Crozza chiede se la Merkel ha lo Ius premier noctis, visto che ogni volta che c’è un nuovo Presidente del Consiglio deve cercare l’apprezzamento del Cancelliere tedesco, ricordando che ha incontrato sei Presidenti, chiedendosi se lei è responsabile del casting, con Napolitano che consiglia ai premier di fare gli umili. La Merkel si è dichiarata sorpresa dalle parole di Renzi che in campagna elettorale per le primarie parlava dell’anacronismo del limite del tre per cento salvo poi essere disponibile con la Merkel, con Crozza che ha capito che Renzi ha la capacità di piacere a tutti, è l’anello di congiunzione tra l’uomo ed i maroni, visto che sarebbe in grado di parlare con Merkel, Landini e Berlusconi. Maurizio Crozza saluta il ministro Poletti che gli ricorda un personaggio di Quelli della Notte. Si va a Berlusconi che vuole candidarsi alle Europee, intese come il dopolavoro. Ma sulla incandidabilità la discussione è aperta. Per la legge europea, per la legge italiana, per i partiti, per l’Onu, per la stampa internazionale, c’è un no di massima. Per la Santanché è un si. E si profila lo scontro tra Santanché e resto del mondo. E lui visto l’equilibrio non si sbilancia. E Sallusti sta raccogliendo le firme per la candidatura di Berlusconi. Ed a questo punto chiede una campagna del genere per la dama bianca fermata a Fiumicino con 24 chili di cocaina, un quantitativo che ha ucciso il cane antidroga. E s’ironizza su di lei che non si è accorta e si chiude con una domanda: Berlusconi ce l’ha una foto con una persona normale, con un Nobel. O un selfie.

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BALLARÒ, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Ballarò, il programma condotto da Giovanni Floris ed in onda su Raitre a partire dalle 21.10 si parlerà di Europa, chiedendosi chi sarà il protagonista della prossima consultazione elettorale continentale, visto che, a quanto pare, nessun leader presiederà le liste che verranno proposte agli italiani. E prima della pubblicità viene presentato il viaggio di Matteo Renzi a Parigi e la chiocciola con protagoniste maestre che danno a Grillo dell’alunno discolo mentre su Berlusconi dicono che se fosse stato un loro alunno sarebbe stato quello che manda i bigliettini alle ragazze.

 

 

 

 

 

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BALLARÒ, GLI OSPITI – Saranno ospiti della puntata il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, Debora Serracchiani Pd, presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Mara Carfagna di Forza Italia, il direttore del TG7 Enrico Mentana, l’economista Fiorella Kostoris, il giornalista Paolo Mieli, lo scrittore Aldo Nove, il presidente di IPSOS Nando Pagnoncelli. In apertura prevista la copertina di Maurizio Crozza.

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