Banche italiane, la Commissione UE indaga su aiuti di Stato illegittimi

Le banche italiane potrebbero subire un brutto colpo dall’Unione Europea. Secondo il Financial Times la Commissione sta valutando se iniziare una procedura di informazione per aiuti di Stato contro i Paesi del Sud Europa, tra cui l’Italia, che hanno concesso facilitazioni fiscali agli istituti di credito al fine di rispettare i requisiti patrimoniali richiesti da Basilea III e dagli organismi di vigilanza.

BANCHE ITALIANE – Il quotidiano inglese Financial Times ha anticipato una notizia che potrebbe rappresentare un rilevante problema per le banche italiane. La Commissione starebbe infatti verificando se esistano i presupposti per l’infrazione della normativa sugli aiuti di Stato prevista dall’articolo 107 del Tfue per quanto riguarda le agevolazioni fiscali concesse agli istituti di credito da parte dei Paesi del Sud Europa, Italia, come Grecia, Portogallo e Spagna. L’indagine si concentra sui tax asset, i crediti di imposta sulle imposte anticipate iscritte in bilancio, Dta, considerati come attivi nella componente primaria del capitale delle banche. Come rimarca il Financial Times,

Un’indagine sulla legalità di come i governi garantiscano questi asset rappresenterebbe una sfida severa per il sistema bancario del Sud Europa che fa fatica a uscire dall’eurocrisi. Qualsiasi ritiro dell’agevolazione fiscale concessa per le imposte anticipate indebolirebbe in modo drammatico il capitale di diverse banche, che potrebbero subire un altro shock finanziario. La Commissione europea sta raccogliendo informazioni dagli Stati membri interessati per stabilire se il caso meriti l’apertura di una procedura di infrazione. Una fonte rivela come sia in corso una conversazione sul merito tra gli Stati membri e la DG Concorrenza a Bruxelles.

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BANCHE ITALIANE A RISCHIO – Il Financial Times rimarca come l’ipotesi di aiuti di Stato illegittimi si possa configurare nel caso i governi debbano intervenire a garanzia dei crediti di imposta sulle imposte anticipate iscritte a bilancio, che si verificherebbe in caso di collasso degli istituti. Nei mesi scorsi la Bce aveva rimarcato come avrebbe aumentato i requisiti di capitale per le banche con un numero eccessivo di asset quali i crediti di imposta sulle Dta. La Commissione europea, in caso di apertura di un’infrazione per aiuti di Stato illegittimi, avrebbe però un potere ben più ampio, potendo annullare la legislazione nazionale che non rispetta quella comunitaria, fatto salvo il ricorso alla magistratura europea a disposizione di Stati e imprese. Anche l’Eba, l’autorità di controllo sul sistema bancario europeo, ha aperto un’indagine sull’agevolazione fiscale concessa ai Dta. Nel nostro Paese le banche italiane hanno beneficiato di una normativa, introdotta con il milleproroghe del 2010 e poi rafforzata dal “Salva Italia” del governo Monti, secondo la quale le imposte anticipate iscritte in bilanci in perdita avrebbero potuto essere trasformate automaticamente in crediti di imposta. In questo modo una voce negativa del bilancio delle banche italiane è diventata un attivo.

Photocredit: Marco Secchi/Getty Images

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