Belli di papà, la recensione: la commedia all’italiana che ci piace

Categorie: Cinema ed eventi

Il film di Guido Chiesa diverte in maniera intelligente, stimola la risata in maniera arguta. Non il solito film sui bamboccioni. Un Diego Abatantuono che ricorda quello di Avati o Salvatores

BELLI DI PAPÀ LA RECENSIONE

Belli di papà (produzione Colorado Film) è un film generazionale, il remake di un’opera messicana che raccontava la lotta di classe, di età e le relazioni familiari, fatte di malintesi e segreti.



Qualsiasi regista italiano lo avrebbe raccontate ironizzando sui bamboccioni, sparando sui giovani. Guido Chiesa no. È divertente e amabilmente feroce nel tratteggiare due generazioni incompiute: chi non sogna più e chi sogna troppo poco, chi ha tradito se stesso e chi se stesso non sa chi sia. Abatantuono qui è quello di Avati e Salvatores, non gigioneggia, Facchinetti interpreta alla grande il personaggio che veste anche nella vita, Matilde Gioli è incantevole e piena di talento (come i suoi “fratelli”).

LEGGI ANCHE > BELLI DI PAPÀ TRAILER TRAMA



Basta per una commedia intelligente, genere che manca ma che ora con i Sibilia, i Leo, i Bruno sta tornando. E mettiamoci appunto, anche Guido Chiesa, finora autore tout court – anche se i suoi inizi sono pure di genere (pensate alla modernità di Babylon)- e con un talento insospettabile per la risata. Arguta.