Beppe Grillo e i simboli che sostituiscono il MoVimento 5 Stelle in Sardegna
08/01/2014 di Stefania Carboni
«Noi non possiamo parlare a nome del MoVimento. Siamo dei liberi cittadini e ci stiamo presentando per portare avanti anni di programma al loro servizio. Non vogliamo sostituire né accusare nessuno». A parlare è Michelangelo Serra, sostenitore della lista civica Iride Onestà e Progresso. Iride è uno dei trentaquattro simboli presentati alla Corte d’Appello a Cagliari in vista delle elezioni regionali. Nelle ultime ore (e in tempo utile) due loghi riprendono le simbologie del panorama pentastellato. Uno di questi è appunto la lista Onestà e Progresso con 5 Stelle e uno sfondo multicolore. L’altro simbolo, appartenente al “Nuovo Movimento Sardegna“, ha invece disegnata la regione e cinque stelle (simili perlopiù ad una rosa dei venti). Si tratta di liste vicine ai meet up isolani. Beppe Grillo, per colpa delle diatribe interne ai gruppi nell’isola, non ha concesso l’utilizzo del simbolo del MoVimento. Adesso spuntano due simboli che riprendono le idee grilline e si punta il dito contro i legami affettivi e l’impegno dei parlamentari 5 Stelle sardi. Cosa sta succedendo?
ANDIAMO AVANTI PER NON PERDERE IL LAVORO DEI MU – Serra spiega come gran parte dei sostenitori sia iscritta al portale: «Noi però non dobbiamo litigare ancora per discussioni in famiglia. Probabilmente abbiamo sbagliato tutti nel non trovare un accordo, ma nessuno di noi mira alle poltrone. Qui ci presentiamo per il bene dei cittadini. Non a titolo del MoVimento. Io parlo a mio titolo personale». Il caos in Sardegna è “dialettica” e il simbolo (così come riporta il mu) è stata depositato per “non far svanire il lavoro svolto dei meetup pentastellati”. Ora però parte la corsa contro il tempo per la raccolta delle firme a sostegno delle liste. Senza un consigliere regionale uscente si devono raccogliere da 500 a 1000 nomi nelle circoscrizioni con meno di 500mila abitanti e da 1000 a 1500 in quelle con più di 500mila abitanti. Le firme dovranno esser depositate entro le 20 di lunedì 13 gennaio. «Qui – spiega Serra – vogliamo semplicemente esser a servizio del cittadino. Io non ci tengo a fare il consigliere, né il presidente. Vogliamo semplicemente metterci la faccia per far sì che possano cambiare le cose: per il bene comune». Sulla lista “Nuovo MoVimento Sardegna” invece c’è il riserbo più totale. Tanto stupore (e ironia) tra gli attivisti sardi, ma finora nessuna rivendicazione ufficiale.
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LE REAZIONI DEGLI UTENTI – Intanto ieri a confermare lo stop alla corsa pentastellata è arrivata la spiegazione ufficiale sul blog di Beppe. In futuro, se si ripresenteranno situazioni simili, si adotterà la votazione di “tutti gli iscritti nella Regione ai singoli candidati” e la lista “sarà composta per ordine di voto”. Come hanno reagito i ragazzi sardi? Alcuni non benissimo: «Scrivete quello che volete. Ma non presentarci è un errore epocale. Per 5 anni consegnamo la nostra isola ancora una volta a chi l’ha depredata e deludiamo tutti coloro che credevano in noi. Discutiamo e ci dividiamo… Intanto i soliti noti bivaccheranno per altri 5 anni sulla nostra terra», spiega un utente. Scorrendo la pagina Amici di Beppe Grillo il flame continua: «Il vero male risiede nel fatto che può un uomo Beppe staccare la spina della Democrazia in Sardegna senza farlo decidere alla Base ? Come si chiama questa forma di autoritarismo…Aiutatemi».
I POST DEI PARLAMENTARI – Intanto c’è chi apprezza il no di Grillo alle elezioni regionali. Paola Taverna ieri all’Aria che Tira ha spiegato le posizioni del Semplice portavoce. Non senza qualche critica:
In queste ore invece la senatrice Manuela Serra posta: «Gli antichi maestri avevano un cuore semplice e si mescolavano alla gente comune. Non si mettevano in mostra, non erano scaltri nel governare. Questo era una benedizione per lo Stato. Quando i governanti credono di conoscere tutte le risposte, il popolo è difficile da guidare. Quando sanno di non sapere, il popolo trova da se la propria strada. TAO TE CHING. Buon movimento 5 stelle». Nei giorni precedenti aveva condiviso il post dell’attivista Paola Friargiu, che ben spiega il perché della vicenda e di una candidatura nella road map:
Ma torniamo a te, a te che eri sicuro che la tua fosse l’unica lista approvata e degna del marchio del M5s. Che ti sei fatto forte portando dentro gente che come te è abituata a tramare a porte chiuse, che è abituata ai compromessi, perchè proveniente da una buona scuola di partito. Infatti, avete provato a trasformare il M5s in un partito…Ma non ci siete riusciti. Non avete potuto farlo perchè la parte buona del M5s non ve lo ha permesso. Forse nessuno fra di noi credeva di arrivare a questo punto, forse si sperava fino all’ultimo che la ragione e l’onestà avessero prevalso. Non è stato così. La fiducia nella ragione ci ha tradito, abbiamo fatto male a sperare e aspettare che la giustizia e i riconoscimenti dovuti fossero doverosi.
E spiega l’appuntamento a Riola e soprattuto perché si è vinto e perso:
Vinto perchè non abbiamo permesso che avanzasse la prepotenza, perso perchè non abbiamo una rappresentanza in regione. Chiedo umilmente SCUSA a tutti gli elettori che volevano un alternativa di scelta e non siamo stati in grado di darla, chiedo scusa a tutti quelli che ci credevano, a tutti quelli che come me hanno dimostrato di mettere in primo luogo i cittadini e il territorio anzichè la poltrona. Scateneremo una guerra, pur di difendere il territorio da mani ignobili…
Ieri sono stati toccati picchi alti di polemica on line. C’era chi proponeva le dimissioni dei parlamentari con un sondaggio (ha vinto il fronte No) e c’era invece chi si chiedeva chi fossero i misteriosi paladini del logo. Non solo, c’è stato anche chi ha tirato in ballo questioni personali dei parlamentari isolani.
SAI DI CHI È IL COMPAGNO? – «Stasera son arrivate due mail, per me anonime non conosco il mittente. Chi mi aiuta a capire?», posta un utente su una pagina Fb. Le mail, con tanto di indirizzo, portano come oggetto “Questo è il compagno di Emanuela Corda“. Linkano le frasi in rete di Antonello Lai, candidato sotto la coalizione di Michela Murgia “Sardegna Possibile”. «Bisognerebbe capire fino in fondo se il suo disinteresse o quasi sia motivato dall’interesse di Antonello. Ops. Un amico», spiega la missiva. Sotto c’è chi chiede spiegazioni sulla veridicità dell’informazione. «L’info è esatta», replica un attivista. Qualcuno parla di troll, qualcun altro commenta amareggiato: «Ora comincio a capire….».
La macchina del “fango” è già in azione. A sostenere però la tesi dell’attivista ci sono immagini Fb (pubbliche) e correlazione tra i profili in rete dei due. «Torna presto mamma Emanuela Manù…», posta il giovane sardo a dicembre taggando la giovane deputata sarda in una foto che riprende gli interni di una casa. Ormai nell’isola è il caos. A nulla è valso l’impegno dei parlamentari a Riola con una stesura della lista “fuori dai tempi massimi”. «Il tentativo di far apparire quella lista – spiegò la deputata – come un ‘colpo di mano’, quando sappiamo tutti che è stato solo un estremo tentativo di dare unità ai gruppi, seppur imperfetto e pieno di lacune, mi fanno riflettere sul senso di ciò che davvero vogliamo portare avanti. Il nostro tempo è scaduto e bisogna farsene una ragione. Ieri abbiamo semplicemente voluto dimostrare a noi stessi che sappiamo veramente andare “oltre”. In parte ci siamo riusciti, in parte no». Nomi e cognomi di 60 persone sono stati scremati tra oltre un centinaio di autocandidati. Troppo tardi per riavvolgere le bobine. Si è fuori limite quando si poteva intervenire prima col metodo (ora troppo tardivo) suggerito dal Semplice Portavoce. Tutti contro tutti. Anche nelle liste “vicine” ad alcuni meet up. Si è già “oltre“. Ma in un modo che il MoVimento non si era mai sognato di aspettare.