Berlusconi show: «Facevo leggere i discorsi di Hitler dicendo che erano di Beppe Grillo»
15/05/2014 di Stefania Carboni

«Nel 2018 non sarò io il premier, lo dico con assoluta certezza. D’altronde i candidati spuntano come funghi e chi lo sarà domani oggi non lo si può dire. Basta vedere Renzi. Chi se lo poteva immaginare?», commenta Silvio Berlusconi a La7. Il leader di Forza Italia con la voce roca preferisce astenersi sul futuro del premier e poi: «Considero Grillo un pericolo reale, assimilabile ad uno dei presonaggi più pericolosi. Distruttore, aspirante dittatore». Paragona il leader 5 Stelle a Hitler racconta di aver visto tutti i discorsi del genovese. «Ho stampato le parole di un discorso di Hitler e li ho dati in giro ai miei amici. Ho detto loro che erano parole di Beppe Grillo. Nessuno ha detto nulla».
BERLUSCONI CONTRO GRILLO – «Bisogna fare un esame attento di questi 20 anni. Grillo punta a distruggere il parlamento e i partiti. I delegati che Grillo vuole nel futuro sono delegati dal web comandati da lui e Casaleggio. Ha anche annunciato una nuova marcia su Roma…»
Stamattina abbiamo capito che in Italia esistono tanti gradi di giudizio, a oltranza diciamo, fino a che B nn viene assolto #coffeebreakla7
— laura ceruti (@laura_ceruti) 15 Maggio 2014
Ogni volta che #Berlusconi storpia la parola “club” in “clœøòêb” un turista inglese in Italia muore. #coffeebreakla7
— Romano Prody (@Romano__Prodi) 15 Maggio 2014
NO ALLA RIFORMA DEL SENATO – Secondo Silvio non si potrà arrivare al 2018. «Ma se ci si arriva con che Senato?», incalza la cronista. Berlusconi ricorda i tentativi di “riforma” del 2005: «La sinistra ha pensato di metter in campo un referendum sciagurato con cui sono state cancellate le riforme». «Noi non abbiamo mai detto no ad una legge perché era di sinistra. Non possiamo appoggiare la riforma del Senato è un pasticcio. Cosa è successo? Renzi voleva fare le riforme istituzionali (nostre). Noi abbiamo discusso con lui delle riforme. Sul Senato ci trovavamo d’accordo su alcune cose: deliberazione solo dalla Camera, non fiducia al governo, un sistema nuovo per l’individuazione dei senatori e meno membri». «Poi cosa è successo? Renzi al governo ha ritenuto di varare una nuova legge senza interpellarci. Una legge che ci è risultata inaccettabile». Cita sempre gli «alleati di Renzi», senza mai nominare il nome di Angelino Alfano.
ITALICUM E ANGELINO – In salotto si parla di preferenze. «Sul governo ci sono tante pressioni, per questo si è deciso di spostare. Assolutamente per colpa delle pressioni che riceve per la stampella del governo». «Le faccio sentire Angelino Alfano?» chiede Tiziana Pannella. «Nooo», replica lui. Parte il video dell’intervento di stamane di Angelino Alfano su La7. Silvio ascolta in silenzio, poi…
«Io non insulto nessuno in politica. Quando parlo di questi signori di Ncd è un gruppo di eletti con il simbolo del Popolo della libertà. Cosa è successo? Sono loro che disdicendo il mandato degli elettori tengono un governo di sinistra. Le mie osservazioni sono critiche ma sono fotografie di una realtà. Se ho detto “utili idioti” è perché in campagna elettorale in Sardegna si alzò un signore in terza fila». «Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ha la golden share del governo Renzi».
#Berlusconi: utili idioti? Così il partito comunista Russo definiva i partiti occidentali che appoggiavano il comunismo #coffebreakla7
— forzasilvio.it (@forzasilvioit) 15 Maggio 2014
«NAPOLITANO NON MI HA SBUGIARDATO» – In salotto si illustra la prima de L’Unità “Il Colle sbugiarda Berlusconi”, Silvio si irrita e replica a Luca Landò direttore de L’Unità presente in studio. «Nn credo di meritare un titolo del genere», incalza Silvio. Landò però ricorda il “film dell’orrore del 2011” ed elenca tutte le caselle delle crisi del governo berlusconi fino alle dimissioni del leader di Forza Italia. «Sono state dimissioni responsabili – spiega Berlusconi – ma non sono state libere». Parla della tobin tax e supporta la linea del “complotto”: «Serve una commissione su fatti enormi».
#Berlusconi con sti fogli in mano, mi ricorda quei vecchietti che devono colpire le mosche… #coffeebreak
— StefanoAlbamonte 3.0 (@SteAlbamonte) 15 Maggio 2014
#Berlusconi live #coffeebreakla7: in altri tempi avrei avuto TL piena suoi virgolettati; in altri tempi lui non sarebbe andato con dir Unità
— Vasco (@vascopirri) 15 Maggio 2014
«Le mie dimissioni sono state responsabili ma non libere. Ci sono state molte pressioni. I nostri hanno votato il fiscal compact, ma mancavano le nostre “parti”. I miei si sono collegati con me e abbiamo messo in assemblea due ordini del giorno con dei “fattori rilevanti” di marca nostra. Il fiscal compact oggi è antistorico. Per mantenere l’euro la situazione è tale per cui si dovrà imporre anche la moratoria non solo per i fiscal compact ma per quel 3 per cento del deficit annuale rispetto al pil. L’unico che ha sempre difeso l’interesse dell’Italia in Europa è il signore che lei ha qui davanti», ha concluso Silvio Berlusconi. Il leader di FOrza Italia accusa in studio le domande fatte sia dalla conduttrice che dal diretto de L’Unità.
CATFIGHT TRA SILVIO E LANDO’– Si discute ddi ceto medio e gli animi si scaldano tra Berlusconi e il diretto de L’Unità: «Questa è una cosa della sinistra – dice il leader azzurro – Io invitai nella mia Università della libertà economisti e si parlò di tutto altro. E’ una cosa che viene dalle ideologie del comunismo che dice la Gerusalemme in terra».
FRIGERIO E “PIZZINI-PENSIERI” – Secondo Berlusconi i pizzini di Frigerio inidirizzati ad Arcore erano pensieri sulla “situazione italiana” a cui Frigerio (coinvolot nell’inchiesta Expo) aggiungeva «una nota sulle sue frasi famose». Berlusconi spiega che il suo legale li porterà in procura. «Io ho tre persone più il capo che si occupano di rispndere alle missive e ai biglietti che ricevo al posto mio», precisa. Prende le distanze da Scajola e Dell’Utri, persone ora «lontane dal partito». «Io sono amico dai tempi dell’università di Dell’Utri. E’ una persona di una onestà, di una cultura…». E poi sbotta sulla linea Libano: «Scajola ha sbagliato». E sulel sue vicende giudiziarie: «Il direttore ha scritto alcuni articoli pesanti su di me. Lui, essendo condannato si doveva dimettere. No, non mi sono dimesso perché era sentenza costruita».