Berlusconi dovrà versare 1,4 milioni di euro al mese a Veronica Lario
23/06/2015 di Redazione
Silvio Berlusconi dovrà versare un assegno di mantenimento all’ex moglie Veronica Lario del valore di 1,4 milioni di euro al mese. Lo ha deciso il tribunale di Monza, confermando la cifra indicata dal giudice Anna Maria di Oreste durante l’udienza presidenziale della causa di divorzio. L’ex moglie aveva chiesto oltre 3 milioni di euro.
BERLUSCONI-LARIO, IL VERDETTO: ASSEGNO DI MANTENIMENTO DA 1,4 MILIONI DI EURO AL MESE –
Questa mattina è stato notificato alle parti il provvedimento del giudice della Sezione Famiglia del tribunale di Monza. L’assegno mensile che verrà percepito dall’ex first lady sarebbe stato “parametrato” sul patrimonio di Berlusconi. Il tribunale di Monza a febbraio dell’anno scorso aveva già sciolto il matrimonio tra l’ex premier e la moglie, ma era rimasto da risolvere il nodo economico. Fallito qualsiasi tentativo di accordo tra Veronica Lario e l’ex premier: i legali del premier avevano considerato eccessive le richieste della donna, che aveva chiesto una “buonoscita” forfettaria di circa mezzo miliardo di euro.
DIVORZIO BERLUSCONI-LARIO, LA STORIA –
Si chiude così un lungo contenzioso. In sede di divorzio il Cav era riuscito a ottenere uno “sconto” ingente, di oltre la metà, rispetto a quanto deciso dal Tribunale di Milano – dove la Lario aveva avviato il 3 maggio 2009 la causa di separazione, dopo 22 anni di matrimonio – nel dicembre del 2012. Allora era stato stabilito come Berlusconi doveva versare all’ex moglie 100mila euro al giorno, 3 milioni di euro al mese (36 all’anno, anche se Libero parlò di risparmio fiscale per il Cavaliere, grazie a una deduzione dal reddito che avrebbe abbattuto il costo reale dell’esborso a poco più di 19 milioni, ndr). Un assegno ingente, per consentirle alla Lario di «mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza con Berlusconi», così come prevede la legge in caso di disparità economica tra i due coniugi.
Non erano mancate le polemiche, con il Cavaliere che aveva etichettato «le tre giudichesse» che avevano fissato il valore del maxi-alimento come «femministe e comuniste», accusandole di parzialità. Accuse respinte dal presidente della corte d’Appello, Giovanni Canzio, che aveva ribadito la loro terzietà, e dal presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro.
La sentenza sul maxi-assegno era stata poi confermata in Appello, che aveva respinto la richiesta di sospensione presentata dal Cavaliere, costringendolo a continuare a versare all’ex moglie i 3 milioni di euro al mese indicati dal Tribunale nella sentenza di separazione. Fino alla decisione del Tribunale di Monza, al quale si era poi rivolto il leader del Pdl-Forza Italia per avviare una causa di divorzio. Ora la cifra è stata confermata.