Bici truccate, nuovi sospetti su Cancellara
18/03/2011 di Donato De Sena
Un meccanico rivela: “Il campione del mondo favorito da un cuscinetto che annulla l’attrito”
Sorgono nuovi dubbi sulle prestazioni del ciclista svizzero Fabian Cancellara, già sospettato lo scorso anno – senza che però venisse scovata una prova certa – di essersi avvalso del doping tecnologico per imporsi in due classiche di primavera, la Parigi Roubaix e il Giro delle Fiandre. A sollevare un nuovo caso è Denis Migani, un meccanico romagolo che al giornale belga Derniere Heure ha raccontato come il campione mondiale a cronometro in carica negli anni scorso avesse fatto ricorso ad un marchingegno sconosciuto ma altamente sofisticato per migliorare il suo rendimento in bici.
IL SEGRETO DI CANCELLARA – “Non ha mai avuto un motore – ha spiegato Migani, un artigiano che lavora a Riccione e che può vantare amicizie con i grandi del ciclismo – Ha sfruttato un sistema rivoluzionario sviluppato da un amico ingegnere”. “Il sistema, denominato Gold Race, – ha continuato – è stato brevettato e sviluppato da Giovanni Cecchini”. Il trucco escogitato dal tecnico consisterebbe in un sistema che si avvia con un leggero impulso alla pedivella ed è capace di restare in moto per un minuto senza fermarsi. Il meccanismo si basa su un cuscinetto, un rotolo di sfere di grafite, e un olio molto complesso, che deriva da un mix di due sostanze. “La miscela è fondamentale e varia a seconda delle condizioni climatiche, a seconda dell’umidità e della temperatura dell’ambiente, la volatilità del liquido cambia e quindi deve essere tutto analizzato attentamente”, ha spiegato ancora Migani, secondo il quale Cecchini sarebbe stato presente al fianco di Cancellara in tutte le gare importanti degli ultimi anni.
-2,5 SECONDI AL KM – L’ingegnere, col compito di preparare al meglio il materiale occorrente per mettere a punto l’escamotage, avrebbe alloggiato nello stesso albergo del corridore, alla vigilia di ogni grande appuntamento agonistico, fin dal 2007. “Sono state fatte prove in laboratorio – ha riferito Migani – l’attrito viene ridotto del 95% e si ottiene un guadagno di 2,5 secondi al chilometro. Stando ai test compiuti dagli juniores la maggior fluidità dei cuscinetti riduce l’accumulo di acido lattico nel sangue del 27%”. Il meccanismo, che comunque non viola le regole imposte dall’Unione Ciclistica Internazionale, secondo Magini, potrebbe diffondersi rapidamente a tutti i ciclisti, anche quelli che praticano lo sport della bicicletta a livello dilettantistico: “Molti atleti non sono interessati alle innovazioni nel loro sport. In Romagna, molti corridori amatoriali sono attrezzati e il sistema è venduto al pubblico. Per montarlo sulla propria bici servono 1.100 euro. So che anche Andy Schleck l’ha utilizzato durante alcune tappe di montagna del Tour de France (dove si è classificato secondo, nda)”.
LA SQUADRA – Sulla rivelazione di Magini non si sbilancia Brian Nygaard, team manager della Leopard Trek, nuova squadra di Cancellara dopo 5 stagioni trascorse alla Saxo Bank. Il dirigente, che non si esprime nel merito del cuscinetto utilizzato dell’alteta, precisa che Cancellara non userà, come in passato, materiale Gold Race: “Il sistema può essere stato utilizzato quando ha lavorato con Specialized (marca di bici utilizzata alla Saxo, nda), ma vi posso garantire al 100% che ora non stiamo lavorando con questa gente. Se si osservano i nostri video si può notare che non usiamo quel materiale”, si limita a dire.
L’ANNUNCIO DI CASSANI – Del doping tecnologico si è cominciato a parlare nel maggio scorso, durante il Giro d’Italia. In un servizio della Rai il giornalista Alessandro Fabretti e il commentatore Davide Cassani annunciavano l’esistenza della “bici dopata”: “Siamo rimasti veramente sconvolti mai avremmo pensato che esiste qualcosa del genere”, facevano sapere i due lanciando un video dimostrativo sulla terza rete. “Se corressi con questa bicicletta io potrei vincere delle tappe al Giro d’Italia”, spiegava, mostrando il mezzo truccato, Cassani, da professionista 9 presenze in nazionale, dal 1997 in tv al fianco dei cronisti in ogni grande corsa. “Apparentemente la bici è uguale a quelle tradizionali, ma va da sola, non si ferma più la ruota – spiegava – Premendo poi un tasto si può fermare la pedalata assistita”. “C’è una batteria nel tubo vicino alle pedivelle, non si vede assolutamente nulla. Ma quando pedali e azioni il motorino la bicicletta parte. Io potrei andare a 60 all’ora”. “Qualche corridore l’ha usata?”, incalzava Fabretti. “Chi ce l’ha data ha detto di sì”, la sorprendente proposta. “Chi ce l’ha fornita non vuole assolutamente farsi riconoscere. E ci ha confermato che qualche professionista l’ha adoperata. Si può vincere senza particolari difficoltà”, la rivelazione.
SCATTI SOSPETTI – Il primo indiziato di aver barato fu Cancellara, grazie ad un video realizzato dal giornalista pisano Michele Bufalino e pubblicato su YouTube. Le immagini mostravano gli scatti del campione svizzero durante la Roubaix e il Fiandre vinte qualche settimana e sollevavano interrogativi sulla imponente progressione dell’atleta, evidenziando gesti sospetti compiuti nel momento degli attacchi decisivi per il successo. Nel giro di poche ore fecero il giro del mondo, incassando subito centinaia di migliaia di visualizzazioni. In seguito al tam tam che ne scaturì il pm di Torino Raffaele Guariniello, lo stesso che condusse l’inchiesta sulla somministrazione di Epo e l’abuso di farmaci alla Juventus, sulla bici truccata decise di aprire un’indagine, tuttora in corso.
BICI TRUCCATE AI DILETTANTI – Bufalino conferma le paure di Nygaard. Ricorrere all’escamotage è facile, racconta l’autore del libro di prossima uscita La Bici Dopata, opera nella quale si analizza in toto la vicenda, ripercorrendo la questione degli scanner annunciati dall’Uci per scovare il motorino invisibile (dopo il Tour de France dello scorso anni divenuti vero e proprio oggetto misterioso), e analizzando tutte le prove a disposizione sull’utilizzo del doping tecnologico. La vendita di bici truccate è del tutto legale, ma mette a repentaglio il regolare svolgimento delle gare. “Squadre dilettantistiche toscane hanno ricevuto visite da parte di rappresentanti che cercano di piazzare queste biciclette, come ad esempio un modello della Carrera. I controlli non ci sono, non ci sono possibilità che venga scoperto il trucco”, denuncia Bufalino. Il nuovo mercato delle scappatoie ideate per risparmiare fatica ai corridori cresce. Oltre ai cuscinetti della Gold Race sono presenti anche quelli prodotti dalla SKF, gestiti con un sistema elettronico. “Il ciclismo giovanile, femminile, dilettantistico sono mondi fuori controllo già per il doping ora anche per questo”, avverte il nostro interlocutore, recentemente raggiunto da telefonate intimidatorie per la sua pubblicazione sul mezzo motorizzato. A farsi vivo era stato l’inventore del piccolo motore a batteria nascosto nel tubo verticale della bici e capace di erogare fino ad una potenza di 300 watt, da aggiungere a quella espressa dalle gambe dei ciclisti. Si tratta dell’ingegnere ungherese Istvan Varjas. Al telefono della casa editrice Cld, Varjas, che ha brevettato nel 2004 il piccolo gioiello della tecnica, presentato poi davanti alle telecamere di una tv svizzera lo scorso anno, intimava di fare molta molta attenzione a ciò che sarebbe stato scritto sul suo prodotto.