Blocca il rapinatore, commerciante egiziano indagato per sequestro

18/11/2015 di Redazione

Lui egiziano da anni residente a Rimini, l’altro tunisino. Uno dei due, il secondo, minaccia di estorcere denaro al primo. Per la precisione gli chiede 70 euro, somma che il ragazzo, parrucchiere, avrebbe dovuto sborsare per riavere indietro la sua bici da 1300 euro. Davanti alla richiesta, con tanto di siringa puntata, l’egiziano ha chiuso dentro il suo negozio il tunisino, fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Ora rischia grosso: sequestro di persona, denunciato dal malvivente. Del curioso caso ne parla Il Giornale:

La metamorfosi si ripete, senza scomodare la legittima difesa, su un commerciante di Rimini che ha rinchiuso all’interno del proprio locale, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, un malvivente che lo stava minacciando. Potrebbe sembrare la solita barzelletta italiana se non fosse che la paradossale storia piombata su Rogih Roumani, egiziano, da anni residente nella località balneare, rischia ora di costargli cara. Quanto meno per la parcella legale. Dovrà infatti dimostrare di non aver commesso il reato per cui è stato denunciato da un tunisino che, scortato da altri due stranieri nel ruolo di “pali”, qualche giorno fa si è introdotto nel suo locale puntandogli addosso una siringa e, intenzionato a estorcergli denaro.

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EGIZIANO INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA: LA STORIA

– Della vicenda ne ha parlato, qualche giorno fa, la testata locale de il Resto del Carlino:

Mercoledì nel locale dove lavora Roumani si sono presentati in tre. Spiega infatti l’uomo: «I miei vicini mi avevano già avvertito che dei loschi individui avevano chiesto di me. Quando li ho visti, da lontano, ho capito subito che avevano a che fare con la mia bici. Uno è entrato e, con una siringa in mano, ha iniziato a dirmi che lui non mi aveva rubato la bici, ma che se la rivolevo indietro, dovevo dargli 70 euro. Ha iniziato ad inveire contro di me in arabo. Gli altri due stavano per entrare nel locale ed io ho chiuso la porta e fatto segno ai miei vicini dalla finestra, di chiamare le forze dell’ordine. Il ragazzo tunisino è rimasto dentro ed ha continuato a minacciare me e la mia famiglia. Quando è arrivata la Polizia, ha interrogato tutti, sentito i testimoni. Poi mi hanno consegnato un foglio dove c’è scritto che io sono denunciato per sequestro di persona. Il tunisino, invece, è libero di minacciare mia moglie. Mi sento tradito da questo Stato, io che ho sempre seguito alla lettera la legge»

(in copertina foto d’archivio VALERY HACHE/AFP/Getty Images)

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