Sardegna, ancora bombe in partenza verso l’Arabia Saudita
18/11/2015 di Redazione

Un carico di bombe è in partenza dall’aeroporto di Cagliari diretto verso l’Arabia Saudita. A riportarlo è l’Unione sarda, sottolineando come l’esplosivo sia realizzato a Domusnovas, un comune in provincia di Carbonia-Iglesias, dove dal 2010 ha sede lo stabilimento della Rwm Italia munitions Srl, una “costola” di un colosso tedesco di armamenti, Rheinmetall Defence. «Le bombe della Rwm di Domusnovas verranno caricate su un aereo cargo atteso a Elmas stanotte», ha spiegato il quotidiano sardo.
BOMBE SARDE VERSO L’ARABIA SAUDITA –
Non è la prima volta: un altro carico di bombe era stato inviato dallo stesso scalo sardo verso l’Arabia Saudita il 29 ottobre scorso. E anche lo scorso luglio. Si tratta di ordigni che sarebbero utilizzati dalla coalizione saudita per i raid in Yemen e per bombardare San’a. Ovvero, la capitale di un Paese travolto dalla guerra civile che ha già causato oltre 4mila vittime e 20mila feriti, la metà civili. Già in passato Amnesty, Rete Disarmo, Opal (e non solo) hanno lanciato appelli per ottenere motivazioni e lo stop all’invio di bombe. Ma c’è stato poco da fare.
LE PROTESTE –
In merito all’invio dell’esplosivo del 29 ottobre, questo è quanto scriveva Marta Rizzo su Repubblica.it il 9 novembre scorso :
«Si tratta – spiega Giorgio Beretta, analista dell’Opal – con ogni probabilità di una nuova fornitura di bombe fabbricate nell’azienda tedesca RWM Italia di Domusnovas, che prosegue le spedizioni degli ultimi anni. Sappiamo che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen, tutte bombardate dalla coalizione saudita e il nostro Ministero degli Esteri non ha mai smentito che le forze militari saudite stiano impiegando anche ordigni prodotti in Italia in questo conflitto». E ancora: «L’Italia vende armi in Medio Oriente, spesso in modo discutibile e poco trasparente, da decenni», sostengono un po’ tutte le organizzazioni che analizzano il mercato mondiale delle armi. L’Arabia Saudita, nonostante le ripetute violazioni dei diritti umani, è tra i maggiori acquirenti di armi italiane: compra bombe, caccia, missili. Nel caso specifico, inoltre, l’intervento militare della coalizione a guida saudita non ha ricevuto alcuna legittimazione dal parte delle Nazioni Unite»