Botte alla moglie per 24 anni. Per il giudice «non c’è colpa perché lei ha tollerato»

Colpevole di aver sopportato troppo a lungo, di aver mandato giù bocconi amari e subito violenza per troppo tempo. Questo è successo a Sandra – nome di fantasia – sposata dal 1991 con un uomo violento che per 24 anni non ha fatto altro che picchiarla, minacciarla, sottometterla. «La donna di fatto ha tollerato la condotta del marito» hanno stabilito i tre giudici della quarta sezione civile del Tribunale di Genova che hanno esaminato la sua istanza di separazione. Non esisterebbe insomma rapporto di causa tra le violenze e la fine del matrimonio, quindi nessuna colpa e nessun indennizzo. La storia è raccontata da Andrea Rossi su La Stampa in edicola oggi.

Tribunale Roma

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Il racconto:

Tornava a casa ubriaco e la picchiava. Lo faceva davanti ai figli, fino a mandarla al pronto soccorso. Ha conservato tutti i referti, anche di quando si era presentata in ospedale con una ustione alla gamba, sempre procurata da lui. […] Le botte erano cominciate subito e non sono mai terminate, finché suo marito è finito in carcere e lei ha deciso di andar via di casa, trovando rifugio in una comunità protetta. Lì l’hanno convinta a spazzare via la sua vecchia vita. Un taglio netto, la separazione. Così, forse, potrebbe anche ritrovare quella figlia che sei anni fa è stata portata via di casa ed così traumatizzata da non voler più vedere il padre.

Eppure

La separazione non può essere considerata colpa del marito violento, nonostante le percosse, l’alcolismo, gli effetti sulla vita dei figli: se il vero motivo fossero le botte, il matrimonio avrebbe dovuto spezzarsi ben prima, pare di capire. Sandra non ha mai denunciato: forse è questa la sua colpa.

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