Da Falluja a Bassora: tutte le bufale di RAINews 24

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La bufala della bomba atomica americana esplosa a Bassora ha un glorioso precedente: le armi chimiche al fosforo usate a Falluja.



Questa rubrica tratterà serialmente il debunking di miti internettiani e non. A tenerla, il “terribile” John di crono911.

Una decina di giorni or sono abbiamo pubblicato un primo articolo di sbufalamento dell’inchiesta” giornalistica condotta da un certo Maurizio Torrealta di RAINews 24, cui spetta il merito di aver scoperto, primo al mondo, ciò che era sfuggito ai servizi di intelligence, ai satelliti spia, ai contatori Geiger e ai sismologi di tutto il mondo: un’esplosione nucleare sotterranea provocata – manco a dirlo – dai soliti americani. In questi giorni abbiamo avuto modo di approfondire ancora meglio sia il contenuto dell’inchiesta sia ulteriori elementi utili a controllarne la veridicità.



L’INCHIESTA – Il servizio si basa sulle dichiarazioni di tale Jim Brown, veterano dell’esercito americano, il quale testualmente dice, rispondendo alle domande del giornalista: “Sono stato mandato in Arabia Saudita in appoggio alle truppe che dovevano intervenire in Iraq, Ho iniziato la mia attività il 25 settembre e ho lasciato l’Arabia Saudita il 16 di Febbraio. 1991. I militari americani assieme ai loro alleati hanno sganciato una bomba nucleare di circa cinque chilotoni di potenza, nell’area di Bassora in Iraq. La bomba fu utilizzata tra la città di Basra ed il confine con l’Iran. È stata usata dai militari americani, l’arma utilizzata è una bomba nucleare da cinque chilotoni viene anche chiamata bomba nucleare a potenza variabile. L’ Arma è essenzialmente una bomba a penetrazione ad alta efficienza, quando viene sganciata penetra all’interno dell’obiettivo, in questo caso è penetrata all’interno del terreno ed è esplosa là dentro. Viene anche utilizzata per rendere inaccessibili certe aree. Significa in pratica che l’intera area viene irradiata di radiazioni. È anche un messaggio molto efficace se volete dire a qualcuno di stare lontano da quel posto. Viene chiamata “Bunker Booster”.

LA PRIMA COSA CHE VIENE DA CHIEDERSI – Perché Torrealta colloca l’esplosione alla data del 27 febbraio 1991? Perché in quella data è stato registrato, in quell’area, un evento sismico (a 33 km di profondità nel sottosuolo…), risponderete voi. Però questo tizio… questo Jim Brown, non dice di essere stato in Iraq: in quel periodo si trovava in Arabia Saudita. E dice di esserne andato via il 16 febbraio 1991. Qualcuno sa spiegarci, allora, come accidenti fa a sapere che il 27 febbraio è esplosa un bomba atomica a Bassora? La descrizione dell’ordigno è estremamente precisa: 5 Kiloton di potenza; bomba a penetrazione a potenza variabile chiamata “Bunker Booster”. È esattamente la bomba B61-11 di cui avevamo parlato nel precedente articolo: l’unico ordigno esistente al mondo che abbia quelle caratteristiche. Come avevamo già sottolineato, si dà il caso, però, che la B61 sia stata sviluppata a partire dal 1995, con tanto di autorizzazione del Congresso americano e il primo test (inerte) è avvenuto solo l’anno successivo. Insomma… l’inchiesta di Torrealta ci presenta un teste che parla di un’esplosione avvenuta in un luogo in cui il teste non è mai stato – dodici giorni dopo che lo stesso teste aveva lasciato addirittura quel continente – di un ordigno prodotto solo cinque anni dopo.



OK, OK… DOVE AVETE NASCOSTO LA CANDID CAMERA? – Un’altra cosa curiosa è che questo Jim Brown ha riferito a Torrealta, proprio alla fine dell’intervista, che la stessa cosa accadde anche in Afghanistan nel marzo del 2002 (giusto per la cronaca, l’ultima roccaforte talebana cadde nel dicembre del 2001: gli americani avrebbero quindi lanciato l’atomica contro se stessi…). Giornalista: “Pensa che l’abbiano usata altre volte?”. Jim Brown: “In Afghanistan nel 2002”. Giornalista: “Può essere più specifico sulle date?”. Jim Brown: “Dal 1° al 3 Marzo”. Ebbene, l’inchiesta dice anche che un po’ di tempo fa Jim Brown fu intervistato, sotto pseudonimo, dal giornalista canadese William Thomas. La sorte ha voluto farci ripescare l’articolo pubblicato da William Thomas con il titolo “Veterano americano svela che furono sganciate bombe atomiche in Afghanistan e in Iraq”. Stranamente, però, in quella circostanza Jim Brown ha riferito che la data in cui sarebbe esplosa la bomba nucleare a Bassora fu tra il 2 febbraio ed il 5 febbraio del 1991. Non il 27 febbraio, come invece riferisce l’inchiesta di Torrealta. Di più, Jim Brown fu anche preciso nell’indicare il punto dell’esplosione: circa undici miglia a est di Bassora. L’evento sismico del 27 febbraio, invece, è stato registrato a circa venti miglia a nord di Bassora.

IN CONCLUSIONE – Gli ulteriori accertamenti che abbiamo espletato in questi giorni, non fanno che confermare che questa “inchiesta” è un grossolana bufala, per di più riciclata (visto che Thomas ne aveva già parlato) e che la storia dell’evento sismico è stata introdotta di forza per dare credibilità a una panzana che non si reggeva in piedi in nessun modo. Ma scoop doveva essere, e scoop è stato. E non è il primo di questo genere.

LO SCOOP DEL FOSFORO BIANCO – Circa tre anni fa, RAINews ospitò un’altra inchiesta bufala, realizzata dal giornalista Sigfrido Ranucci. In quella circostanza lo scoop era che gli americani avevano usato “armi chimiche” nel corso dei combattimenti per conquistare la città irachena di Falluja. Le “armi chimiche”, sempre secondo l’inchiesta, erano il fosforo bianco e proiettili incendiari. La bufala stava innanzitutto nel fatto che il fosforo bianco non è un’arma chimica in senso stretto (in senso lato, qualsiasi arma è fatta di elementi chimici) ma una sostanza comunemente utilizzata da tutti gli eserciti del mondo per gli scopi più disparati (proiettili illuminanti, fumogeni, traccianti, incendiari, artifizi anti-missile, marcamento bersagli), così come lo sono i proiettili incendiari (ad esempio gli HEI, Alto Esplosivo Incendiario, utilizzati persino nelle munizioni di mitragliatrici e cannoncini).

PER DARE CORPO ALLA NOTIZIA – Il servizio mostrò raccapriccianti fotografie di cadaveri (che però non c’entravano nulla con il fosforo bianco), spettacolari immagini notturne (che però mostravano le fontane di luce create da bengala e altri artifizi illuminanti) e un’agghiacciante foto satellitare di Falluja annerita (si trattava, però, di banali ombre, come dimostrano altre foto satellitari). Anche in quel caso c’era un testimone chiave, anche in quel caso era un veterano: Jeff Englehart. Nel novembre 2005 fu intervistato da altri giornalisti.

LA PAROLA A JEFF – Riportiamo stralci dell’articolo pubblicato sul Denver Post in data 18 novembre 2005: «Jeff Englehart, che ha prestato servizio con la 3a Brigata della 1a Divisione di Fanteria, e ora si batte contro la guerra in Iraq, ha detto nel documentario “Falluja – La Strage Nascosta” che il fosforo bianco è un’arma chimica che fu usata per uccidere donne e bambini innocenti. Martedì scorso Englehart ha detto che alcune sue affermazioni sono state prese fuori contesto. Ha confermato di credere che il fosforo bianco abbia ucciso dei civili, ma non ha mai visto nessuno bruciato da questa sostanza quando si trovava a Falluja. “Non l’ho visto di persona” ha detto. “Questo è stato riportato in modo scorretto dal documentario. Hanno messo le mie parole fuori contesto”. Non siamo riusciti a rintracciare i produttori del film, martedì. […] L’uso del fosforo bianco non è proibito dal Terzo Protocollo della Convenzione del 1980 su determinate armi convenzionali. Il protocollo proibisce l’uso della sostanza come arma incendiaria contro le popolazioni civili e in attacchi aerei contro forze militari in aree civili. Gli Stati Uniti non hanno firmato la Convenzione. […] Englehart non era direttamente coinvolto nei combattimenti di Falluja. Scortava un alto ufficiale verso le linee del fronte e ha visto la tempesta di fuoco da una jeep parcheggiata nella periferia della città. Ha detto di aver sentito via radio che i soldati chiedevano l’uso di Willy Pete, che in gergo militare significa fosforo bianco. […] Englehart ha detto che un giornalista italiano gli ha chiesto, durante un’intervista durata cinque ore in agosto, se avesse visto civili innocenti uccisi in Iraq. Englehart ha risposto di . Englehart ha detto che i produttori del documentario italiano hanno preso la sua risposta a questa domanda e l’hanno montata dopo una domanda in cui il giornalista chiedeva se lui avesse visto donne e bambini uccisi dal fosforo bianco. “Non è un gran modo di fare giornalismo” ha detto Englehart». Siamo d’accordo.