Burger King querelato per la pubblicità davanti al lager nazista di Dachau
18/05/2017 di Redazione
Burger King è stata querelata dalla fondazione che gestisce il museo del campo di concentramento di Dachau per aver distribuito in numerose occasioni volantini per attrarre i visitatori in una filiale collocata a poca distanza dal lager nazista. La causa della fondazione Bayerische Gedenkstätten, traducibile come memoriali della Baviera, aveva ottenuto una misura cautelare per impedire che la R.O.I. Gastroholding Gmbh, la società che gestisce la filiale di Burger King sita nei pressi del campo di concentramento di Dachau, volantinasse ancora. Dopo aver fatto ricorso in un primo tempo, Burger King ha accettato di non distribuire più materiale pubblicitario nei dintorni del museo e del lager. La fondazione che gestisce il campo di concentramento aveva rimarcato il cattivo gusto rappresentato da un’attività pubblicitaria che cercava di attrarre visitatori di un luogo che per numerose famiglie rappresenta un cimitero dove ricordare i propri cari uccisi dai nazisti. Dachau è stato il primo lager istituito dai nazisti nel 1933, appena Adolf Hitler era diventato cancelliere, su iniziativa del capo delle SS Heinrich Himmler. Secondo i dati del museo di Dachau, cittadina che si trova a pochi chilometri da Monaco di Baviera, all’interno del campo di concentramento sono state uccise più di 20 mila persone. La fondazione che gestisce il memoriale aveva trovato di particolare cattivo gusto la distribuzione dei volantini avvenuta nel giorno in cui era stata reinstallata la porta con la scritta Arbeit Macht Frei rubata a fine 2014. L’avvocato di Burger King ha ammesso la mancanza di pietà e di rispetto di simili attività pubblicitarie, assicurando che in futuro saranno evitate nuove distribuzioni di volantini.