Il cane Angelo ucciso a Sangineto, la sentenza: i quattro imputati a 16 mesi
26/05/2017 di Redazione
Arriva la sentenza di primo grado del tribunale di Paola, in provincia di Cosenza, sul caso del cane Angelo ucciso a Sangineto il 24 giugno scorso dopo essere stato appeso a un albero. I quattro imputati (Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, e i fratelli Francesco e Luca Bonanata, accusati del reato di uccisione di animali) sono stati condannati alla pena massima di 16 mesi, convertiti con la condizionale in sei mesi di servizi socialmente utili presso canili o rifugi.
CANE ANGELO UCCISO A SANGINETO, LA SENTENZA: IMPUTATI CONDANNATI
Il gup Alfredo Cosenza ha deciso per la sospensione condizionale della pena subordinata alla prestazione di lavori di pubblica utilità da compiere presso associazioni a tutela degli animali. È stato poi stabilito il risarcimento di 2mila euro per il comune di Sangineto, che oltre ad essere luogo dell’uccisione è anche il paese di origine degli imputati. L’ente si era costituito parte civile insieme ad una trentina di associazioni animaliste. Anche per quest’ultime il giudice ha disposto 2mila euro di risarcimento ciascuna e ottocento euro per ogni legale di parte. Alla lettura del dispositivo i quattro imputati non erano presenti in aula. Questo l’annuncio sulla pagina Facebook l’Urlo di Angelo:
Sentenza: il giudice condanna i 4 imputati alla pena massima di 16 mesi previsti dal rito abbreviato, convertiti con la condizionale in 6 mesi di servizi socialmente utili presso canile sanitario o rifugio.
Condannati al pagamento delle spese processuali di € 800 più oneri fiscali e cassa x ciascun avvocato, e € 2000 a ciascun associazione costituitasi parte civile, in totale 19 associazioni.
CANE ANGELO UCCISO A SANGINETO, LA SENTENZA: ANIMALISTI SODDISFATTI A METÀ
L’Urlo di Angelo è un gruppo animalista nato nel 2016 per iniziativa di volontari attivi sul territorio calabrese per tutelare i randagi, «tanti ‘Angelo’ da proteggere – si legge sulla loro pagina Facebook – e tante bestie a due zampe da combattere». E ancora: «Angelo di Sangineto ha unito tutti noi in un unico Urlo… L’Urlo di Angelo». Oggi il gruppo ha seguito da vicino l’udienza al tribunale di Paola, anche con aggiornamenti sulla propria bacheca. E non si è detto pienamente soddisfatto della decisione (per i sei mesi di servizi socialmente utili). «Non siamo ‘assolutamente’ d’accordo sul servizio sociale da svolgere in canile in mezzo ad altri Angelo».
Diversi commenti contro i sei mesi ai servizi sociali sono spuntati anche in rete.
«Per la prima volta – ha comunque detto Riccardo Manca, dell’associazione Animalisti italiani Onlus – viene applicata nel nostro Paese la pena massima per le sevizie e l’uccisione di animali. Angelo, creatura inerme e indifesa, ha finalmente avuto giustizia”.
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CANE ANGELO UCCISO A SANGINETO, LA SENTENZA: ACCORDATA RICHIESTA ACCUSA
Il cane Angelo, un randagio, morì dopo essere stato appeso a un albero e poi colpito con una pala. La terribile scena fu anche filmata con un telefonino e pubblicata sul web. Il gesto fu compiuto per noia o forse per un generico risentimento verso l’animale, che però in paese era benvoluto da tutti. Per i quattro imputati, Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, e Francesco e Luca Bonanata, la pubblica accusa aveva chiesto un anno e 4 mesi di reclusione. La pena massima prevista per l’uccisione di un animale è di due anni, che vengono ridotti in caso di rito abbreviato, chiesto dagli imputati.
Nell’udienza del 18 maggio, il Procuratore facente funzioni di Paola, Maurizio De Franchis, aveva definito il gesto compiuto dagli imputati «crudele» aveva e sottolineato come l’uccisione dell’animale non era neanche «necessaria» in quanto, dalle indagini svolte dai Carabinieri, il cane non era risultato essere pericoloso per nessuno.
(Foto via Facebook)