Canone Rai in bolletta: cosa potrebbe cambiare
06/10/2015 di Maghdi Abo Abia
Canone Rai in bolletta. L’idea ritorna dodici mesi dopo la prima proposta bollata all’epoca come “surreale” da Assoelettrica. Matteo Renzi, ospite da Lucia Annunziata in “in 1/2 ora” aveva lanciato la proposta di unire Canone Rai e bolletta della luce, con la “tassa” abbassata da 113 a 100 euro a italiano, per un gettito di tre miliardi di euro. Passato un anno, i problemi sono e restano gli stessi. Da un lato il Ministero dell’Economia sembra sia convinto verso questa direzione, dall’altro gli attori interessati già prendono le distanze.
CANONE RAI, PATRIZIA GRIECO (ENEL) «UN PROVVEDIMENTO DIFFICILE»
L’ultima perplessità in ordine di tempo è firmata Patrizia Grieco, presidente di Enel, secondo cui il canone Rai in bolletta «sembra difficile da molti punti di vista. È difficile sia tecnicamente, per i sistemi di fatturazione, e probabilmente anche dal punto di vista giuridico. Non so dire se questi problemi siano risolvibili o meno». Patrizia Grieco ha poi aggiunto: «Assoeletterica ha preso posizione per tutti gli operatori, dichiarando che il canone Rai in bolletta sembra una cosa molto difficile da realizzare, sottolineando tutta una serie di problemi. Vedremo quali saranno le rispettive posizioni».
CANONE RAI, CHICCO TESTA (ASSOELETTRICA): «UN GRAN PASTICCIO, SIAMO CONTRARI»
Parole che seguono quelle del Presidente di Assoelettrica, Chicco Testa che lancia la sua provocazione: «perché non metterlo sulla bolletta del telefono o del gas?». Secondo Testa la proposta difficilmente potrà avere un seguito in quanto «resta un gran pasticcio, restiamo contrari, in questo modo il consumatore non saprebbe più cosa sta pagando e noi non riusciremo più a fare il nostro mestiere». I fornitori di energia elettrica di fatto diventerebbero esattori per lo Stato e questo non va bene, per Testa: «È un errore considerare che chi è titolare di un contratto elettrico possieda anche una tv e viceversa. E resta il problema degli uffici o degli esercizi commerciali: ci sono negozi che hanno la tv, altri che non ce l’hanno. Non accettiamo che la bolletta, che già ha un 50% di voci non connessi alla fornitura di energia, possa contenere altre cose. Così la bolletta diventa un vagone pieno di cianfrusaglie, che trasporta di tutto e il consumatore non sa più cosa paga».
CANONE RAI, ISTITUTO BRUNO LEONI: «UN MOSTRO GIURIDICO»
Per l’Istituto Bruno Leoni, ripreso dal Giornale, il canone in bolletta è un mostro giuridico: «agganciare il canone Rai al servizio elettrico, la renderebbe un’imposta nascosta all’interno di una tariffa. Sappiamo che lo Statuto del contribuente è come se non ci fosse, ma il principio di trasparenza, che in quella legge dello Stato viene invocato, dovrebbe valere a prescindere dal fatto che i governi ne abbiano sempre fatto carta straccia. Inoltre, l’occultamento del canone e la difficoltà conseguente nell’isolarlo rispetto al resto della bolletta renderebbe definitiva la presunzione di possesso dell’apparecchio ricevente: tutti quelli che hanno la luce pagheranno il canone. Una platea diversa e più vasta di quanto hanno una tv. Spetterà al contribuente dimostrare il contrario, sempre che si rammenti che nel pagare la corrente elettrica finanzia anche la Rai».
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CANONE RAI, ROBERTO FICO (VIGILANZA RAI): «QUELLE DI RENZI? PAROLE, COME UN ANNO FA»
Roberto Fico, a capo della vigilanza Rai, ricorda che l’annuncio del canone Rai in bolletta venne già fatto lo scorso anno e lancia l’attacco: «L’approssimazione e il modo superficiale con cui questo governo lavora aveva fatto sì che non se ne facesse nulla perché il progetto non era realizzabile, non avendo fatto un minimo di simulazione. Quindi siamo ancora alle parole, annunci su annunci su ogni settore».
CANONE RAI, LE DISCUSSIONI DI MEF, MISE E AUTORITA’ DELL’ENERGIA: «ISTRUTTORIA DI NON SEMPLICE SOLUZIONE»
Il Mef intanto continua le sue discussioni con il Ministero dello Sviluppo Economico e con l’Autorità dell’Energia. Secondo le ultime indiscrezioni l’utenza resterà unica e non dovrà essere versata per seconde o terze case. Inoltre la cifra di 100 euro dovrebbe essere indicativa. In realtà si pensa di pensare ad un sistema di “classi” a seconda del reddito. Ma sopratutto l’istruttoria al momento è «ancora del tutto aperta e di non semplice applicazione». Federconsumatori a Adusbef hanno ribadito il proprio no: «Esigere il canone da chiunque abbia un’utenza elettrica ossia famiglie, imprese, uffici pubblici, condomini, pensionati, studenti e disoccupati, costituisce una evidente lesione di norme costituzionali ancora vigenti» e hanno minacciato di « impugnare davanti la Corte Costituzionale» l’eventuale decisione del governo. Contrarie anche Assoelettrica ed Energia Concorrente. Utilitalia è più cauta: «Valuteremo i pro e i contro», ha detto il suo presidente Gianni Valotti, che ha evidenziato tuttavia una serie di criticità: problemi giuridici, di tutela dei consumatori, di morosità, di calcolo della fiscalità.
(Photocredit copoertina: ANSA/FABIO FRUSTACI)