Car Sharing, la rivoluzione della mobilità condivisa

Categorie: Economia

Dopo i successi di Milano il car-sharing si sta espandendo in tutta Italia con le esperienze di Napoli, del Trentino Alto-Adige dove a fornire le vetture sarà Deustche Bahn, Roma dove si affronteranno ancora Car2go e Eni Enjoy. Ed in attesa di uno sviluppo della mobilità condivisa aziendale e tra privati emerge il problema del vandalismo che inizia ad assumere contorni preoccupanti

I sistemi di mobilità condivisa dopo aver conquistato Milano sono pronti a colonizzare Roma ed il resto d’Italia, a riprova del fatto che il car-sharing rappresenta il futuro dei trasporti per tutti coloro che possono rinunciare ad un’automobile pagando solo il tempo strettamente necessario all’utilizzo del veicolo.



IL SUCCESSO DEL CAR-SHARING A MILANO – Come abbiamo scritto in passato, Milano è la capitale della mobilità condivisa italiana con sette servizi privati, di cui due di prossima attivazione, sbarcati in città grazie ad un bando previsto dal Comune nel 2013 che concedeva ai locatari di poter distribuire automobili all’interno della cerchia urbana a fronte del pagamento di una cifra forfettaria di 1.100 euro a vettura, comprensivi di parcheggi su linee blu e transito in Area C. E negli ultimi mesi si è assistito ad una crescita esponenziale dell’utenza che ha dimenticato il primo servizio in assoluto, ovvero «Guidami», messo a disposizione della municipalizzata locale dei trasporti, Atm, grazie a nuove offerte che escludono la quota d’iscrizione al servizio e chiedono all’utente solo una somma al chilometro moltiplicata per il percorso compiuto a bordo della vettura.



I NUMERI DI ENI-ENJOY – Ed oggi a Milano i due principali competitor del settore sono Car2go, azienda che mette a disposizione le Smart del gruppo Daimler con la collaborazione di Europcar e Enjoy, la joint-venture tra Eni, Fiat e Trenitalia, che dal momento del suo sbarco a Milano, avvenuto lo scorso 16 dicembre, sta scalando le gerarchie attirando sempre più clienti grazie alla tariffa al minuto di 25 centesimi, per i primi 50 km mentre la sosta si paga 10 centesimi al minuto. Giuseppe Macchia, vicepresidente Smart Mobility Service Eni Refining & marketing, ha rivelato che in tre mesi gli iscritti hanno raggiunto quota 55.000, tutte persone potenziali utilizzatrici delle 644 Cinquecento rosse presenti nel capoluogo meneghino, con i noleggi che hanno raggiunto quota 200.000. Il tutto, ricordiamolo, in tre mesi dal lancio, avvenuto il 16 dicembre 2013.



LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA MOBILITÀ CONDIVISA – Inoltre non bisogna dimenticare che Enjoy è dotata di un’app che rende il noleggio dell’auto molto più semplice grazie alla possibilità di poter vedere dove si trova il mezzo più vicino. Dal canto suo Car2g0 ha dalla sua 60.000 iscritti per 600 vetture a disposizione, prossime a diventare 800. Qui invece ricordiamo che la tariffa è unica e di 29 centesimi al minuto, applicabili sia durante la marcia sia durante la sosta. Il successo delle due aziende le ha portate a valutare lo sbarco in altre città, dove sicuramente il tema del Car Sharing appare più sentito che mai visto che, per usare le parole di Gianni Martino, country manager di Car2Go, ogni auto in condivisione in prospettiva ne toglie 12 dalle strade cittadine.

LO SBARCO A ROMA – Ed il prossimo Comune ad accogliere la rivoluzione della mobilità sostenibile sarà Roma. Car2go è arrivata con 500 Smart che copriranno un’area di 100 chilometri quadrati. Eni dal canto suo sbarcherà a fine marzo con altre 600 vetture come secondo competitor del bando capitolino che prevede anche la presenza di NhP, servizio di vetture elettriche che distribuirà qui 50 automobili. E sempre Eni in futuro sbarcherà anche a Torino, confermando la bontà del car sharing all’italiana. Visti inoltre i numeri registrati a Milano, anche le altre città sperano in futuro di poter raggiungere simili risultati con l’obiettivo di liberare le strade dalle vetture inutili rendendole più vivibili per coloro che invece hanno necessità reali di spostarsi con le quattro ruote.

IL PROGETTO CI.RO. DI NAPOLI – Ma questi non sono gli unici esempi di car-sharing che interessano il nostro Paese. A Napoli esiste dal 20 febbraio Ci.Ro., City Roaming, un innovativo progetto che vede coinvolta Renault, azienda fornitore di 12 veicoli elettrici, otto Zoe, tre Kangoo Z.E. ed una Fluence Z.E, dotate di un software di navigazione progettato su un’architettura semantica in grado di razionalizzare la circolazione e, come riporta Etribuna, di arricchire le informazioni sulle qualità del territorio fornendo curiosità su luoghi turistici e culturali, shopping e ristoranti, consentendo ai turisti ed agli utenti non residenti a Napoli di scoprire i pregi della città. In città poi sono stati installati quattro Ci.Ro. point dotati di sistemi interattivi che consentono l’iscrizione al servizio e l’espletamento di pratiche a chilometro zero.

DEUTSCHE BAHN IN TRENTINO ALTO-ADIGE – Nel mercato del car-sharing è sbarcata anche Deutsche Bahn che ha previsto per il Trentino-Alto Adige la presenza di 35 vetture attraverso Flinkster. Come spiega L’Agenzia di Viaggi il servizio sarà attivo in 20 stazioni ferroviarie e gli utenti iscritti potranno trovare le vetture a Brunico, Campo Tures, Laives, Bolzano, Malles Venosta, Merano, Rovereto e Trento. Inoltre i turisti clienti di Deutsche Bahn potranno grazie alla cooperazione tra DB Rent e le società Carsharing Südtirol Alto Aldige e Car Sharing Trentino potranno arrivare in Italia e da qui muoversi con le auto fornite da Flinkster che in Germania mette a disposizione 3.100 auto, di cui 450 elettriche, in 800 stazioni di 140 città oltre ad altre 2.000 vetture presenti in Austria, Svizzera e Olanda.

LA CRESCITA DEL CAR SHARING AZIENDALE – Ma oltre a questi sistemi di Car Sharing che coinvolgono aziende private che si rivolgono al pubblico, negli ultimi anni stanno emergendo nuove soluzioni che coinvolgono anche le grandi aziende. Parliamo della mobilità condivisa aziendale che, secondo un’analisi di Frost & Sullivan ripresa da Repubblica, rappresentano il futuro nella gestione del parco auto dei dipendenti delle grandi aziende. Secondo l’indagine si stanno moltiplicando le soluzioni aziendali per lavoratori che scelgono di sfruttare le vetture messe a disposizione dell’azienda per poter compiere il tragitto casa-lavoro. E se nel 2013 i veicoli aziendali in car-sharing erano circa 2.000, nel 2020 saranno circa 100.000. 

UN RISPARMIO SUI COSTI – Mondoeco definisce questa soluzione ideale anche per arrivare ad una riduzione nel costo delle assicurazioni a carico dei dipendenti. Le grandi aziende mettono a disposizione dei dipendenti un parco auto da loro utilizzabile pagando una quota definita per diminuire le auto e le spese. Martyn Briggs, Mobility Program Manager di Frost & Sullivan, illustrando i vantaggi della mobilità condivisa ha spiegato che «oltre la metà delle vendite europee di automobili è costituita da veicoli aziendali e considerando la crescente domanda di servizi di car sharing, era prevedibile che i due modelli di business convergessero. I vantaggi della mobilità condivisa stanno nella riduzione dei costi, nel miglioramento dell’efficienza, nonché in termini di facilità di utilizzo e flessibilità».

IN ARRIVO IL CAR SHARING TRA PRIVATI? – Ed ancora. Se è vero che le aziende hanno pensato di sfruttare le novità del car-sharing per modificare o rivoluzionare la mobilità dei dipendenti, dagli Stati Uniti arriva un’idea che potrebbe cambiare ulteriormente il rapporto tra persone ed automobili. Stiamo parlando del Car Sharing Peer to Peer, ovvero tra privati. Qualenergia ci spiega che negli Usa esistono servizi come RelayRiders o Getaround mentre in Germania e Francia ci sono rispettivamente Tamyca e Buzzcar. In Italia il servizio al momento è affidato a due start-up,  Car2Share e Dryfe. Il problema in questo caso sta nell’esistenza di una doppia polizza che copra sia il proprietario del mezzo che sarà interessato da una soluzione di tipo Kasko con responsabilità civile sia il conducente che avrà una polizza per responsabilità civile con franchigia.

3.500 EURO L’ANNO PER UN’AUTO CHE STA FERMA – Car2Share e Dryfe prevedono la nascita di una piattaforma compresa di un’app per smartphone con geolocalizzazione per coordinarsi. E le due aziende otterranno in cambio una percentuale sulla transazione. Enrico Pagliari dell’Aci spiega che le auto costano mediamente 3.500 euro l’anno per le spese di base che vengono pagate anche se la vettura sta ferma. E certamente il noleggio tra privati potrebbe rappresentare una soluzione che verrebbe confermata dalle tariffe proposte da Buzzcar, il servizio francese forte di 72.000 utenti e 7.000 auto messe in affitto, dal costo orario compreso tra 3 e 10 euro mentre al giorno si possono pagare dai 20 ai 30 euro.

 

LE LIMITAZIONI DEL CODICE DELLA STRADA – Ma il vero problema in questo caso è rappresentato dall’articolo 84 del Codice della Strada che vieta l’affitto di automobili, consentendolo solo per le vetture sul cui libretto viene specificata la possibilità di noleggiarle. Certo, un privato potrebbe ottenere rientrare delle spese mentre chi usa la macchina occasionalmente avrebbe un modo per potersi muovere in economia. In attesa di avere un chiarimento giuridico in questo senso, è opportuno parlare di un grande problema che inizia ad interessare le vetture destinate al car-sharing. Tempo fa avevamo parlato dei rischi derivati da una tariffazione al minuto che portava gli utenti a correre in strada incuranti dei limiti o dei divieti nella speranza di arrivare prima, pagare meno e farla franca, magari proponendo un parcheggio «creativo» allo scopo di risparmiare altro tempo.

IL PROBLEMA VANDALISMO – La questione in questo caso viene regolata dal contratto. Chi fa danni paga a seconda del contratto di assicurazione, tenendo conto della franchigia prevista, con le multe che vengono messe a carico di chi stava guidando la vettura. Ma nelle ultime settimane, come riporta il Corriere della Sera, è emerso un altro problema, forse ancora più grave. Cioè quello del vandalismo. Al momento sono oltre 100 le Smart del servizio Car2go oggetto di danneggiamenti con gomme bucate, vetri rotti, computer di bordo rubati. Una macchina bruciata. E certo preoccupa pensare che a Milano il fenomeno, valutato come fisiologico, si sta moltiplicando con una frequenza preoccupante.

UNA QUESTIONE DI CIVILTÀ? – Boicottaggio? Criminalità? Non è dato saperlo. Certo è che i gestori hanno chiesto al Comune di Milano di tagliare fuori dall’area di noleggio alcune zone ritenute meno sicure. E nel frattempo Palazzo Marino sta pensando d’incontrarsi con i 31 comuni dell’area metropolitana per ampliare il servizio. Segno che il cammino del car-sharing è pressoché segnato. Ma detto questo, è necessario che anche gli utenti abbiano coscienza del valore della cosa pubblica, seppur fornita da privati. Tra incidenti, parcheggio selvaggio e vandalismo il servizio salutato come benefico e salvifico rischia di trasformarsi in un grosso danno d’immagine per il Comune, per le aziende e per la realtà stessa della mobilità condivisa.