L’approvazione del pacchetto sicurezza continua a suscitare polemiche. Giornalettismo ne ha parlato e ne parlerà ancora. Oggi pubblichiamo un contributo inviatoci da un’immigrata integrata, che così sfoga il suo senso di sperdimento davanti alle norme appena approvate dal Parlamento
Riceviamo e pubblichiamo:
Cara Italia,
ti scrivo perché ho bisogno di raccontarti come mi sento.
Tu sai che mi sento italiana anche se
Però oggi mi sento triste, Italia, mai come oggi mi sento straniera e per di più indesiderata. Tra i miei amici ben pochi capiscono cosa significhi dover andare in questura per chiedere il permesso di restare in questa terra, loro non corrono il rischio di vedersi sbattere oltre frontiera perché questa è casa loro…ed io Italia? Qual’è casa mia? Non lo so più. L’Argentina l’ho lasciata piccola e in pratica non la conosco, io conosco solo te Italia, è qua che ho studiato, vissuto, amato e pianto; eppure tra qualche mese forse dovrò fare un test per vedere se ti conosco abbastanza. Italia diglielo tu ai poliziotti, Maroni e Berlusconi quanto ti conosco. Gli puoi dire tu, Italia, quanto io ti ami e quanto mi faccia male sentirmi disprezzata da questo nuovo decreto sulla sicurezza?
Io non ho parole per descriverti il mio stato d’animo, ma di certo ora capisco come si sentivano gli ebrei a dover portare la stella sul braccio, tra quanto mi costringeranno a mettere un segno identificativo? Mi sento umiliata, privata della mia dignità di persona, sono diversa dagli amici con cui sono cresciuta solo perché nata in un’altra nazione e per questo motivo devo essere controllata: impronte digitali, fotografia, firma, 200 euro, il permesso di soggiorno a portata di mano. Sempre più forte un senso di precarietà esistenziale mi in
Italia non è che tu riesci a spiegare loro che tutto questo non è giusto? Italia digli che il razzismo in ogni sua forma è un pericolo per la democrazia in ogni luogo esso venga applicato, curare i mali della società fomentando l’odio verso determinate categorie è un abbietto modo per evitare di risolvere davvero i problemi, in questo modo si fornisce un alibi, un capro espiatorio da perseguitare dandogli la colpa di ogni male. Digli Italia che il razzismo trova sempre nuovi capri espiatori, così ci si infila in una spirale di odio molto pericolosa per tutti, oggi tocca agli immigrati come me, domani potrebbe essere qualcun altro.
Ho paura Italia, sarà perché ho studiato troppo e ricordo che in principio furono gli ebrei poi furono i polacchi, gay, cattolici, disabili……Italia non credi anche tu in una nazione come te dove i governanti tengono in scarsa considerazione le fasce deboli della società e dove a contare è sempre e solo il profitto leggi di questo tipo siano molto pericolose? Cerca di parlare ai cuori e alle menti dei tuoi figli. Italia, insegnagli a non pensare più con la pancia……
Amalia Hilda Tobar Barrionuevo