Carmine De Guido: il dipendente licenziato dal Pd e senza articolo 18
07/04/2014 di Dario Ferri
Il Corriere della Sera racconta oggi la storia di Carmine De Guido, 48enne che lavorava a Roma nel Pds, nei Ds e nel Pd prima di essere licenziato. L’articolo è firmato da Sergio Rizzo:
Tutto comincia infatti due anni fa, nel febbraio del 2012, quando ancora la scure doveva abbattersi sui rimborsi elettorali. È allora che arriva a Taranto, dove De Guido in quel momento presta servizio per il Pd, una telefonata del tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti: il quale annuncia al Nostro la chiusura di un rubinetto rimasto aperto, dice, anche troppo a lungo. Gli spiega che Ds e Pd sono due soggetti diversi, e il primo non può formalmente continuare a pagare gli stipendi per il secondo.
E qui accade l’irreparabile:
«Guadagnavo 1.300 euro al mese. Il mio stipendio si è interrotto da un giorno all’altro senza che mai sia arrivata la lettera di licenziamento », racconta De Guido. La ragione è forse che quella lettera nessuno la può, o la vuole firmare. E qui si toccano con mano le conseguenze assurde del metodo usato per far nascere il Partito democratico: non con una fusione fra i Ds e la Margherita che sarebbe stata la strada più logica (e forse avrebbe anche impedito certi abusi come quelli emersi nel caso che ha coinvolto l’ex tesoriere margheritino Luigi Lusi), bensì creando un soggetto nuovo e lasciando in vita i due partiti fondatori. Di fatto morti, ma giuridicamente ancora in vita.
A questo punto il giudice ordina il reintegro perché il licenziamento verbale non è ammesso. Lui scrive a tutti i big, rinuncia al reintegro per incassare la liquidazione, nota che l’articolo 18 non vale per i funzionari di partito.
Per tutta risposta la sentenza del giudice del lavoro viene impugnata dalle controparti. Mentre scattano i pignoramenti alla sede tarantina del Pd. Alla domanda se abbia ancora la tessera del partito in tasca, De Guido risponde che non è riuscito a rompere del tutto, al punto che per sei mesi ha anche dato una mano alla presidente regionale Anna Rita Lemma. Quanto a quella tessera, sostiene di non averla più rinnovata.