Caro eletto all’estero, quanto ci costi?

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I dodici onorevoli della Camera dei Deputati arrivati dalle circoscrizioni estere avranno diritto, come specificato dal bilancio 2012 della Camera dei Deputati, a 950 mila euro da usare nell'acquisto di biglietti aerei per poter tornare nelle loro località di residenza. Un aggravio in più per una politica già alle prese con la crisi

Marco Fedi, Antonino Randazzo, Giuseppe Angeli, Ricardo Antonio Merlo, Fabio Porta, Esteban Juan Caselli, Mirella Giai, Amato Berardi, Gino Bucchino, Basilio Giordano, Aldo Di Biagio, Gianni Farina, Laura Garavini, Franco Narducci, Gugliemo Picchi, Antonio Razzi, Nicola di Girolamo, sostituito da Raffaele Fantetti, Claudio Micheloni.



GRAZIE TREMAGLIA – Vi presentiamo i deputati ed i senatori presenti in Parlamento grazie a Mirko Tremaglia ed alla sua decisione di dare diritto di voto agli italiani all’estero. Il 27 dicembre 2001, attraverso la Legge 459, venne disciplinata l’eleggibilità di rappresentanti dei cittadini italiani residenti all’estero, individuando quattro circoscrizioni, ovvero, Europa, compresa la Turchia ed i territori della Russia “asiatica”, l’America del Sud, l’America del Nord e del Centro e come ultima circoscrizione Africa, Asia, Oceania ed Antartide. L’ex ragazzo dell’Rsi diede una grande visibilità ai nostri connazionali ormai viventi in altri continenti, tanto da essere ricordato in varie pagine di associazioni italiane all’estero.



LE REGOLE – Roma ha dato quindi una nuova possibilità. Ma chi sarebbe stato eletto? Semplice. Il meccanismo si regola in questa maniera: ogni circoscrizione ha diritto ad un deputato ed un senatore. Gli altri posti, nell’ordine di 12 deputati e 6 senatori, vengono assegnati “in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono”. Per essere eletti è necessario risiedere nella circoscrizione scelta, non serve quindi la nascita, mentre ogni lista dev’essere sottoscritta da un minimo di 500 e da un massimo di 1000 elettori residenti nella relativa ripartizione. Ovviamente un candidato per l’Italia non può avere una carica amministrativa nel suo Paese d’origine.

L’ISCRIZIONE ALL’AIRE – Certo, il concetto di “residenza” lascia abbastanza incuriositi. Ad esempio, degli eletti nella circoscrizione “estero”, solo due sono nati fuori dall’Italia. Di fatto possiamo parlare di deputati italiani residenti altrove per questioni lavorative o di vita. Una scelta sicuramente remunerativa, e più avanti spiegheremo anche il perché. Nel momento dell’elezione il seggio viene composto a raccolta di un bacino di 5000 elettori iscritti all’Aire in aggiunta a coloro che sono registrati negli schedari consolari. Se un italiano iscritto nelle liste elettorali risiede in un Paese in cui manca il seggio o dove non è stato possibile concludere intese di voto, questi puo’ tornare a casa avendo diritto al 75 per cento del rimborso del biglietto di viaggio.



LA PROPOSTA – Parliamo di viaggi, perché in fondo è quello il dato più interessante per un eletto all’estero. O no? Raccogliamo le parole di Gian Luigi Ferretti, secondo il quale per essere considerato estero basta un certificato d’iscrizione all’Aire, anche se questo è stato fatto il giorno prima. Ferretti chiede di aggiungere una piccola postilla all’articolo 8 della legge Tremaglia specificando un periodo minimo di residenza con magari l’aggiunta di un certificato fiscale, in quanto la residenza porta in automatico il pagamento delle tasse nel paese ospite. Ovvero una prova che certifichi la reale vita fuori dal Paese e non una candidatura di comodo.

SPOSTAMENTI DIFFICILI – Anche perché un deputato, o un senatore, eletti all’estero hanno diritto a molto di più rispetto a quanto non spetti ad un eletto “italiano”. Poniamo un caso: a Roma deve svolgersi una votazione fondamentale per le sorti del Governo. Prendiamo ad esempio il caso dell’ultimo esecutivo Prodi. Tra gente arrivata in barella e Senatori a Vita se ne sono viste di tutti i colori. Anche un residente all’estero ha necessità di correre per votare, perché lo chiede il suo gruppo parlamentare. Ma un conto è prendere un Frecciarossa Milano-Roma, un conto è arrivare in aereo da Buenos Aires. Ma indipendentemente da questo, è pacifico pensare che qualsiasi indennità di spostamento valida per un “italiano”, non lo sia automaticamente per uno straniero.

950 MILA EURO – Ed ecco l’uovo di Colombo, illustrato dal Corriere del Giorno. Nel bilancio 2012 della Camera, i 12 deputati eletti nelle circoscrizioni estere hanno visto una “donazione” di 950 mila euro per pagare i viaggi aerei. 950 mila euro. Quindi 79 mila 160 euro a testa per pagarsi l’andirivieni. Che poi in realtà basterebbe anche meno. Prendiamo il caso di Marco Fedi, deputato, presente per il 71,02 per cento delle votazioni. Emigrato a Melbourne nel 1983 da Ascoli Piceno, potremmo ben dire che svolge la sua funzione in Italia pur essendo residente in Australia. 

I MISSIONARI – E se vi sembra troppo, raccogliamo quella che è la testimonianza di Italiani nel Mondo, un blog che si occupa delle vicissitudini dei “missionari”, ovvero dei Parlamentari “costretti” a scendere agli antipodi per rendere conto della propria attività nel loro feudo elettorale. Questi vengono definiti come dei “furbacchioni” che camuffano il loro viaggio di piacere con una missione istituzionale. Di Marco Fedi, Pd, abbiamo già parlato. Oltre ad essere parlamentare da sei anni è presidente del gruppo interparlamentare dell’amicizia tra Italia ed Australia.

I PROTAGONISTI – Poi ci sono Emerenzio Barbieri, Pdl, e Claudio D’Amico, Lega Nord, rispettivamente Presidente e membro del Gruppo Interparlamentare dell’Amicizia tra Italia e Nuova Zelanda. Barbieri, eletto nel 2001 con Casini ad Agrate Brianza visto che nel suo feudo, Reggio Emilia, non lo avrebbe votato nessuno, nel 2008 passò al Pdl con Carlo Giovanardi.  Questi divenne famoso per due interrogazioni relative al barbiere gratuito per gli uomini alla Camera mentre le donne avrebbero dovuto avere il parrucchiere, sempre gratis. Inoltre lamentò il viaggio dei deputati in classe economica mentre i senatori si muovono in business.

IN GITA PER ENOTECHE – Il 12 giugno 2012 l’allegra squadriglia venne immortalata sul giornale “Wairarapa Times-Age”. La spedizione italiana era in visita ai giardini di “Richmond House” vicino Wellington, Nuova Zelanda, con Marco Fedi che si definì sbalordito per la tecnica di produzione del vino, tanto che andava tradotta in Italia, dimenticando che il nostro Paese è la patria della viticoltura. Insomma, una gita premio da parte di coloro che dovrebbero rappresentare l’interesse degli emigrati i quali si definiscono “servi” di tali personaggi. Da un lato potremmo definirci “affascinati” dalla voglia degli eletti all’estero di arricchire la cultura italiana, ma poi un dubbio balena nella mente.

L’IMPEGNO – Su Italia chiama Italia si parla dell’attività di Ricardo Merlo, fondatore del Maie, Movimento Associativo Italiani all’Estero, molto vicino all’Udc, disposto a raggiungere ogni capo dell’America del Sud per la sua campagna elettorale. Si parla della voglia di mollare di Marco Fedi, e torniamo in Australia, mentre Antonio Randazzo potrebbe andare in pensione. Si parla di Juan Esteban Caselli, il non-coordinatore del Pdl per gli italiani nel Mondo, la cui attività è allo sbando come quella del Partito. E poi restano gli europei, residenti all’estero ma di fatto italianissimi. Magari il certificato fiscale servirebbe, come spiegato da Ferretti. Almeno scopriremmo chi fa gli interessi degli italiani all’estero.

I SOLDI DEI DEPUTATI – Per finire, facciamo due somme. Prendiamo gli eletti nelle circoscrizioni estere, sommiamo gli emolumenti per i collegamenti aerei e, grazie all’aiuto de “Il Graffio“, cerchiamo di capire quale mondo, o meglio, in quale Bengodi si trovano immersi i rappresentanti degli emigranti. Come prevede la legge 1261 del 31 ottobre 1965, l’indennità parlamentare non può superare il massimale lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione e sue equiparate. Dal primo gennaio 2012, l’indennità netta è pari a 5.246,54 euro per 12 mensilità, dalle quali poi vanno sottratte le addizionali regionali e comunali dipendenti dalla residenza di ogni deputato. Si arriva così a 5.000 euro circa.

TAGLI SU TAGLI – Il lordo invece è di 10,435 euro, soldi ai quali vanno sottratti le ritenute previdenziali, assistenziali e fiscali. Se il deputato poi conduce la sua attività lavorativa, questi soldi scendono a 4.750 euro. Il rimborso per le spese di soggiorno a Roma è pari a 3.503,11 euro. Ogni giorno di assenza di un deputato corrisponde ad un decurtamento di 206,58 euro. Fanno fede i lavori con voto elettronico. Se si partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni, si è considerati presenti. A questa riduzione va aggiunta una nuova decurtazione pari a 500 euro mensili in relazione alla percentuale di assenze dalle sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, nonché delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali. Se non ci sei non vedi soldi.

AIUTI PER I TRASPORTI – Il 30 gennaio 2012 l’ufficio di Presidenza della Camera ha cancellato i rimborsi relativi al rapporto tra eletti ed elettori con un rimborso per l’esercizio i mandato. Cambia il nome, non la forma: 3690 euro. Questi soldi vengono così ripartiti: entro il 50 per cento a titolo di rimborso di spese documentate come l’uso di collaboratori, con tanto di prova dato da contratto controfirmato da un professionista, consulenze, ricerche, gestione dell’ufficio, uso di reti pubbliche di dati, convegni e sostegno delle attività politiche, mentre il restante 50 per cento rappresenta un forfait. Per quanto riguarda i trasporti, i deputati hanno una tessera di libera circolazione mentre per i trasferimenti casa-aeroporto e Fiumicino – Montecitorio hanno diritto a 3.323,70 euro ogni tre mesi. Cifra che aumenta arrivando a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

INDENNITA’ – Ogni anno i deputati hanno a disposizione 3.098,74 euro per le spese telefoniche mentre versa ogni mese 526,66 euro, destinati ad un sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi a seconda di un tariffario, mentre ogni mese viene versata un’altra quota dal lordo, pari a 784,14 euro, a mo’ di contributo pensionistico. A fine impegno, il deputato riceve un assegno pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità per ogni anno effettivo o per ogni frazione inferiore a sei mesi. Per quanto riguarda la pensione, si va a 65 anni dopo un mandato di almeno cinque. Per ogni anno in più diminuisce l’età minima, fino a 60 anni. Se s’intraprende una nuova carica pubblica dopo la pensione, questa viene sospesa.

LE DECURTAZIONI AL SENATO – Passiamo al Senato. Attualmente l’importo lordo dell’indennità dei Senatori è pari a 12.005,95 euro, cifra alla quale va posta una riduzione del 10 per cento per la parte eccedente i 90 mila euro annui mentre per i senatori che, lavorando parallelamente al loro impiego alla Camera, guadagnino almeno 21,610,71 euro, viene applicata una nuova detrazione del 20 per cento. Quindi ogni senatore riceve al netto per 12 mensilità 5.613,63 euro. Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell’assegno vitalizio, l’importo indicato scende a 5.355,50 euro. Se togliamo le addizionali ecco che la cifra scende a 4.970,65, 4.709,09 euro dopo la detrazione del 10 per cento.

FORFAIT RIDOTTO – La diaria di un senatore è di 3.500 euro, somma da ridurre di un quindicesimo se non partecipa ad almeno il 30 per cento delle votazioni della giornata mentre per le attività vengono dati a senatore 4.180 euro, di cui 1.680 corrisposti direttamente al politico e 2.500 versati al Gruppo parlamentare di appartenenza. Per quanto riguarda i rimborsi forfettari, invece, i Senatori ricevono 1.650 euro l’anno, comprensivi di spese di viaggio e spese telefoniche.  che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche.

QUANTO COSTA UN AEREO? – Questi dati sono visibili anche sui siti di Camera e Senato, in nome della trasparenza. Alla fine viene fuori che un “estero” guadagna molto di più di un omologo italiano. Per finire facciamo tre confronti aiutandoci con Skyscanner, un servizio che trova le tariffe più vantaggiose nei collegamenti aerei tra le località di tutto il mondo. Confrontiamo i costi di collegamento tra Roma e, rispettivamente, Melbourne, Buenos Aires e Montreal, così da capire quanto effettivamente spendano i cari deputati.

SOLDI SU SOLDI – Per verificare ancora meglio prendiamo un caso limite. Poniamo per assurdo che lunedì prossimo, 15 ottobre, vi sia una votazione importantissima in Parlamento, tale da richiedere l’intervento di tutti, limitandoci all’andata. China Eastern garantirebbe un Melbourne – Fiumicino a 699 euro, ma confidando nella ricerca di un volo più comodo, Emirates ci garantirebbe un viaggio a 928 euro. Arrivare da Montreal costerebbe, con un solo scalo in un volo effettuato da British Airways, 1,351 euro. C’è di molto meno caro, ma rimaniamo così. Infine Buenos Aires Ezeiza – Fiumicino verrebbe con Alitalia 1986 euro. Ma ripeto, parliamo di un caso limite per un volo improvviso di sola andata. I prezzi generalmente sarebbero molto più bassi. E ci riferiamo solo a quelli eletti fuori dal Continente. Per gli altri europei, ovvero otto tra deputati e senatori, le cose cambiano notevolmente. E solo loro portano a casa 950 mila euro. Se poi confrontiamo tutto con le cifre “classiche”, c’è da rimanere basiti.