«Catalogna indipendente se la Spagna non accetterà il dialogo», Madrid risponde avviando il commissariamento

19/10/2017 di Andrea Mollica

La Catalogna proclamerà la sua indipendenza se la Spagna rifiuterà il dialogo. Il presidente della Comunità Autonoma Carles Puigdemont ha risposto così all’invito di Mariano Rajoy a chiarire se nella seduta del parlamento catalano successiva al referendum per l’indipendenza del 1-O sia stata proclamata o meno la secessione della Catalogna dalla Spagna.

LA CATALOGNA RISPONDE ALLA SPAGNA SULL’INDIPENDENZA CON UN ALTRO RINVIO

Nella lettera inviata questa mattina al presidente del Governo di Madrid Puigdemont evidenzia come «se il governo dello Stato continua a negare il dialogo e a proseguire la repressione, il parlamento della Catalogna potrà procedere, se lo ritiene opportuno, votando la dichiarazione formale d’indipendenza che non ha votato il 10 ottobre». Puigdmenont, nella missiva anticipata da El Pais evidenzia come «nonostante tutti gli sforzi e la nostra volontà di dialogo, che l’unica risposta sia la sospensione dell’autonomia, indica che non si è coscienti del problema e che non si desidera dialogare». Il principale quotidiano catalano, La Vanguardia, ha descritto l’intesa raggiunta ieri in una riunione del PDeCAT, il Partito democratico europeo catalano, la formazione del presidente della Generalitat: se la Spagna attiverà la procedura costituzionale dell’articolo 155 verrà proclamata formalmnete l’indipendenza. L’articolo 155 della costituzione iberica consente al Governo di Madrid di togliere i poteri alle comunità autonome, esautorandole. Un commissarriamento che potrebbe coincidere con l’obbligo di elezioni anticipate, oppure con una sospensione delle istituzioni catalane prolungata. La risposta di Mariano Rajoy arriverà formalmente sabato prossimo: il 21 ottobre è stato convocato un consiglio dei ministri che attiverà con ogni probabilità l’articolo 155. Il presidente del Governo è sostenuto in questo passaggio anche da PSOE e Ciudadanos, partiti che formalmente sono esterni alla sua maggioranza, anche se attraverso la loro astensione ne hanno consentito l’avvio dopo le elezioni del giugno 2016. La linea che sembra propendere è quella di uno scioglimento anticipato del parlamento catalano, auspicando che i partiti secessionisti siano bocciati alle urne, o perdano la loro già fragile maggioranza.

Foto copertina: Matthias Oesterle via ZUMA Wire

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