Laura Cesaretti chiede scusa per la «battutaccia» sul figlio di Alessandro Di Battista

26/09/2017 di Redazione

Laura Cesaretti ha chiesto scusa, in modo piuttosto convoluto, per aver ironizzato sul patrimomio genetico e l’amniocentesi sul figlio di Alessandro Di Battista. Il tweet della cronista politica del Giornale ha suscitato una forte reazione negativa online, vista l’insensibilità, a esser generosi, dimostrata nei confronti delle persone con disabilità (l’allusione era fin troppo chiara) e l’inopportunità di confondere una legittima critica pubblica con la vita privata di un politico.

Cesaretti

Nemmeno solo riferita a lui, ma alla sua famiglia, e in particolare al suo bambino, Andrea, nato da poche ore. Solitamente assai più attiva su Twitter, Cesaretti ha risposto così alle tante critiche, e ai troppi insulti, che son sempre sbagliati, ricevuti dopo i ripetuti tweet offensivi scritti contro Di Battista e suo figlio Andrea.«Allora, mi dispiace per quelli che, in buona fede, si sono sentiti feriti e offesi da quella che era solo una battutaccia. Probabilmente di pessimo gusto (d’altronde le battute politically correct solitamente non sono battute), sicuramente trascurabile, ma solo una battutaccia. E ovviamente non c’entrava nulla l’innocente creatura di Dibba, cui auguriamo ogni bene e felicità, se mai c’entravano le vergognose campagne antiscientifiche portate avanti dal partito del genitore».

Laura Cesaretti

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Scuse piuttosto contorte, anche piuttosto false, visto che le offese sono state ripetute con tanto di emoticon irridenti rivolti anche a chi la criticava in modo civile. Laura Cesaretti però non si è fermata, e ha sostalziamente rimarcato come il vero problema del caso social, diciamo così, che l’ha coinvolto sia la macchina del linciaggio del M5S. «Ciò detto, e chiesto venia per il turbamento arrecato al mondo social, è stato interessante e anche inquietante vedere all’opera la spaventosa macchina del linciaggio a Cinque Stelle, che ha pilotato per ore ed ore fiumi di insulti e di minacce, tramite decine di account più o meno fasulli, contro la sottoscritta e chiunque si azzardasse a dire che la reazione apocalittica alla minchiata detta era un filo esagerata, e degna forse di miglior causa. Una macchina che, segnalerei anche ai colleghi indignati che chiedono la mia espulsione dalle scuole del Regno o il mio abbattimento, dovrebbe preoccupare un po’ più delle battute cretine del primo che passa. Ma ognuno si indigna come può e vuole, per carità».

 

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