La Charlie Charlie Challenge, il gioco della “seduta spiritica” che sta spopolando sul web ormai da qualche giorno, sta addirittura scomodando l’opinione di psicologi e medici, chiamati in causa per spiegare i motivi del “successo” – specialmente tra i più giovani – di questo gioco diventato virale grazie al colossale tam tam sui social media.
In molti hanno riferito di aver visto accadere “cose strane” dopo aver giocato alla Charlie Charlie Challenge. La falsa leggenda su cui si basa il gioco, infatti, racconta che pronunciando la frase «Charlie Charlie are you here?» si evocherebbe infatti lo spirito di un demone, pronto a fare danni e dispetti a chi lo chiama. Ovviamente si tratta solo di auto-suggestione, ma come funziona davvero questo meccanismo?
Il Mirror è andato a intervistare Neil Dagnall, docente di psicologia alla Manchester Metropolitan University, che ha spiegato cosa succede quando ci si fa suggestionare da cose come la Charlie Charlie Challenge:
Il personaggio di Charlie si è diffuso rapidamente sui social media e le persone hanno cominciato ad associare a Charlie quello che vedono succedere accanto a loro. In realtà non c’è nessuna connessione, ma chi ha visto fare il gioco della Charlie Charlie Challenge e lo prova a sua volta, vuole credere che sia tutto vero e si aspetta che succeda qualcosa.
Luci che si spengono, porte che sbattono dopo aver evocato Charlie? Pura casualità, naturalmente, che noi rivestiamo di significato:
Quando ci si aspetta che succeda qualcosa, si comincia a stabilire dei pattern associando fatti in modo totalmente arbitrario. Così, tutto quello che succede lo si comincia ad associare a Charlie. E sui social media tutto si amplifica.
(Photocredit copertina: Twitter/@kevintommo91)