Incredibile puntata del programma della Sciarelli: computer forensics al servizio degli affaracci privati di un indagato
Realizzato in diretta da studio con il contributo di filmati appositamente realizzati e/o di repertorio com l’intervento telefonico dei telespettatori. L’interesse del programma è centrato sulla ricerca di persone scomparse, particolarmente quelle più a rischio: minorenni, persone anziane o malate, seguendo in tale senso un compito di pubblica utilità
LA PUBBLICA UTILITA’ – Andiamo a vedere qual è la pubblica utilità. La Sciarelli comincia invitando i bambini ad andare a letto, dopodiché comincia: “Sono stati caricati i siti di Salvatore Parolisi dai due computer che utilizzava”. E già così fa un po’ paura, visto che i siti non si scaricano (magari è stata consultata la cronologia, ritrovando anche quella cancellata). Subito dopo si comincia con lo spettacolo. Ecco la prima schermata mostrata nella trasmissione Rai:
“Questo è il raggruppamento speciale dei carabinieri che lo scrive – fa sapere la Sciarelli deresponsabilizzandosi – ci sono 145 indirizzi di posta elettronica di cui 5 visibili ed attivi ed i rimanenti 140 cancellati, però è stato tutto recuperato”. Poi si va sulla parte sexy: “Ecco i siti visitati”, mormora la Sciarelli, e comincia l’elenco:
Scopata fantastica con due belle trans, Grande zoccola trans, Grande zoccola trans amante del cazzo, e così via
La Sciarelli, con il fratello di Melania Rea in studio comincia a fare la morale all’indagato: “Sono siti che visitava in caserma, e lui diceva di essere indaffaratissimo col lavoro, e invece trovava il tempo per visitare questi siti qui…”. E ancora: “Sono dei siti che a tua sorella, Michele, non avrebbero fatto piacere”. E chiede: “Michele, fa impressione?”. “Eccome fa impressione – risponde il fratello di Melania – la moglie avrebbe cacciato il marito di casa, è sempre stata una ragazza dai sani principi”. Notoriamente, infatti, questi siti non vengono MAI visitati dai mariti, per paura delle mogli.
A QUESTO PROPOSITO – La Sciarelli poi chiede scusa per aver detto “i trans” in precedenti trasmissioni: “Le transessuali hanno pari diritti e doveri, non c’è alcuna discriminazione, a noi interessano solo i buoni e i cattivi”. E ovviamente, i buoni sono quelli buoni; i cattivi sono quelli che vedono i video pornografici su internet. Poi legge la lettera di un militare che dice che non si può accedere a questi siti dal computer della caserma, forse si collegava con il suo: “Non siamo tutti come Salvatore Parolisi”, fa sapere il milite ignoto. Però nel frattempo la situazione è diventata calda, e la Sciarelli continua leggendo i seguenti risultati dell’indagine:
E fa sapere che risparmia la visione di fotografie agli spettatori di Chi l’ha visto: “Ma se volete – aggiunge – le abbiamo qua”. Non vediamo l’ora che qualcuno raccolga l’invito.