Chuck Norris contro il complotto di Obama

Le grandi manovre militari previste negli stati del Sud scuotono i patrioti americani, soprattutto quelli che vivono con la paranoia che Obama sia un comunista islamico che li vuole privare delle loro armi. Americani che si sono organizzati e che osserveranno quel che succede con il dito sul grilletto.

Un riassunto grafico dell'esercitazione Jade Helm
Un riassunto grafico dell’esercitazione Jade Helm

CHUCK NORRIS E IL BIG COMPLOTTO –

Chuck Norris ha già fatto una parziale marcia indietro affermando di non aver mai detto che le grandi manovre denominate Jade Helm («Joint Assistant for Development and Execution along with Homeland Eradication of Local Militants».) nascondano una macchinazione per conquistare il Texas. Conferma di aver detto solo che sono «qualcosa di più» di semplici manovre. Chiarisce poi che secondo lui sono anche una manifestazione di forza contro gli uomini dell’ISIS che, dice lui, l’FBI ha già detto che si sono infiltrati in 50 stati. Repubblicano, non nuovo a dichiarazioni bizzarre, Norris gioca con alcuni pallini del complottismo di destra, sapendo di farlo.

IL COMPLOTTO CONTRO IL TEXAS –

Tutto nasce dall’annuncio di una vasta esercitazione interforze, che dovrebbe svolgersi nell’arco di due mesi attraverso alcuni stati del Sud. Ne è nata una teoria della cospirazione secondo la quale si tratterebbe di un piano per sorprendere gli abitanti del Sud, disarmarli e rinchiuderli in campi di concentramento dopo aver dichiarato la legge marziale.

UN GRANDE CLASSICO AMERICANO –

C’è da dire che identiche intenzioni erano state attribuite a Bush e che questo genere di «complotto» del governo contro i cittadini è un grande classico americano. Un timore che si è tradotto in diverse dichiarazioni allarmate, anche da parte di politici repubblicani, e nella creazione di punti di sorveglianza delle manovre. È stato anche predisposto un sito nel quale riportare osservazioni e allarmi da parte dei numerosi volontari che subito si sono mobilitati.

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TUTTI IN GUARDIA E DI GUARDIA –

La resistenza si è manifestata soprattutto in Texas, scelto nell’esercitazione come «territorio ostile», e in effetti non si può dire che i texani siano molto amichevoli nei confronti dell’amministrazione Obama, che però non ha voce in capitolo sull’organizzazione delle esercitazioni militari. Tanto per spiegare il livello, non solo della paranoia, a San Antonio si sono riuniti dei manifestanti che hanno denunciato come la nomina di Alamo come sito patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco sia il primo passo verso la presa di controllo dello storico sito da parte dell’ONU, che per i texani è un’entità oscura, ostile e dominata dai musulmani. C’è andata di mezzo persino un’azienda che produce e gestisce gelati, secondo i complottisti i suoi camion refrigerati sarebbero stati prenotati dal governo per trasportare i corpi degli uccisi, una voce che ne ha subito danneggiato gli affari.

 

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