Le cinque icone della cultura pop nate per sbaglio

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Dalla maschera da Hockey di Jason Voorhees in "Venerdì 13" al colorito de "L'Incredibile Hulk", la storia di cinque icone nate a causa di un'errore

Quanto ci vuole ad immaginare delle icone della cultura Pop? Giorni? Mesi? Anni? O secondi? A quanto pare alcuni simboli propri dell’immaginario popolare, tramandati sopratutto dal cinema, sono nati grazie ad una semplice intuizione. Cracked a questo proposito ci propone la genesi di cinque icone della cultura pop, per capire bene a volte quanto ci mette il genio ad esprimersi.



Zuma press/LaPresse

Secondo Stan Lee l’incredibile Hulk doveva essere grigio. Il colore era stato scelto per rendere l’eroe “neutro”, non assimilabile a nessuna etnia. L’immagine dell’eroe venne stravolta per sbaglio dai grafici della Marvel che, nel tentativo di rendere il personaggio della giusta tonalità di grigio, sbagliarono i colori tanto che in alcune stampe apparivano delle chiazze verdi. La nuova immagine piacque talmente tanto che nonostante le prime volte Hulk apparisse grigio, nei numeri successivi lo si mostrò verde come se lo fosse sempre stato.

Qui più che di uno sbaglio si puo’ parlare di pigrizia. Nel corso delle riprese il regista chiese un test delle luci. Questo significava rifare il trucco di Jason Voorhees. Un’operazione sicuramente complicata, vista la deformazione fisica del protagonista di “Venerdì 13”. E probabilmente i truccatori non avevano granché voglia di perdere tempo. A questo punto uno di loro per il test di luci presero la maschera da hockey di un collega. Il regista non se la prese, anzi. Apprezzò a tal punto che chiese di bucarla ulteriormente e di aggiungere i triangoli rossi.



 

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Shigeru Miyamoto, creatore della scimmia più famosa dei videogames, voleva chiamare il personaggio presente in Super Mario “stupida scimmia”, in lingua inglese. Tuttavia non era un grande conoscitore di questa lingua, al punto che per lui scimmia si diceva “Kong”, ispirato da “King Kong”, e non “Ape”. La stessa cosa vale per il termine “Donkey”. Per Miyamoto questa parola voleva dire “Stupido” e non “asino”.

Jim Acheson, incaricato di disegnare il costume del quarto Dr.Who, pensava per lui una semplice sciarpa senza troppe pretese. Per questo diede incarico a tale Begonia Pope di realizzarne una portandole vari campioni di lana. La donna però si confuse e creò una sciarpa lunghissima con tutto il materiale che le venne consegnato. La sciarpa confezionata venne ritenuta ideale per il personaggio e fu così che si trasformò in un’icona del Dr.Who.

Sapevate che il teletrasporto in Star Trek è stato inventato per evitare di consumare il budget? Si perché l’uso di navicelle avrebbe allungato i tempi di ripresa richiedendo soldi per ricreare decolli ed atterraggi, oltre che voli radenti sui pianeti. Con il teletrasporto da un lato si nutriva la suggestione per un mondo ad altra tecnologia, dall’altro si risparmiava. (Photocredit copertina Lapresse)