Claudio Messora scrive al Corriere della Sera

Claudio Messora scrive al Corriere della Sera dopo l’articolo che Aldo Grasso gli aveva dedicato il 2 marzo 2014. Il responsabile comunicazione al Senato del MoVimento 5 Stelle parla in particolare della frase di Grasso sull’Aids e l’Hiv, che era questa:

Messora ha molte identità: musicista, informatico, scienziato, project manager, interior designer, startuppista, complottista in stile Gaia («L’Aids non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus…»), opinionista, antilobbista, forse solo un po’ ballista.

La lettera di Messora al Corriere:

Domenica 2 marzo, in prima pagina sul Corriere, mentre il mondo assisteva attonito alla crisi ucraina, è comparso un articolo a firma di Aldo Grasso, dal titolo «Le mille identità di Messora il porta-urla a Cinque Stelle». Stupito di tanta attenzione, sono andato alla ricerca della notizia contenuta nell’articolo, non trovandola. Non mi sfugge che il ruolo da me ricoperto nelle istituzioni, in un movimento politico nuovo e volontariamente privo di legami con il sistema, possa rappresentare motivo sufficiente per sprecare qualche goccia di inchiostro sulla mia trascurabile persona, tuttavia colgo la gradita occasione per fare alcune precisazioni. Sorvolando sulle offese personali (riferendosi alla mia biografia , mi si definisce «un po’ ballista»), il vostro articolo contiene tuttavia una grave diffamazione che va rettificata. Mi si attribuisce un virgolettato che lascia intendere che io avrei sostenuto che «L’Aids non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus».

Preciso che non ho mai asserito nulla del genere né tale affermazione rispecchia le mie convinzioni. Ritenendo che alla base della società civile moderna vi sia il libero scambio di idee, e conducendo un blog di informazione che dal 2007 ha pubblicato migliaia di articoli e inchieste, che mi sono valsi anche importanti riconoscimenti come il Premio Ischia e il Premio Agenda Rossa, mi sono limitato a presentare, in maniera terza, un documentario sul tema («La Scienza del Panico»), nel quale un nutrito numero di medici e scienziati confutano la relazione di causa effetto tra il retrovirus dell’Hiv e la malattia.

La risposta di Aldo Grasso è tuttavia piuttosto chiara:

Sul blog Byoblu di Claudio Messora, in data 14 febbraio 2012 viene pubblicata una sintesi del documentario «La scienza del panico». Il titolo, inequivocabile, di Messora è il seguente: «Aids, la grande “balla” dell’Hiv» e nel suo commento introduttivo lo stesso Messora spiega che nel documentario «un nutrito numero di cosiddetti “medici dissidenti”, composto da biologi, virologi, infettivologi e specialisti di altri rami, confutano la relazione di causa effetto tra il retrovirus dell’Hiv e la sindrome da immuno-deficienza acquisita, altrimenti detta Aids. Questo non significa che di Aids non si muoia. Significa che, secondo loro, «il colpevole non è il retrovirus Hiv». La breve frase che ho citato (presa dal testo del documentario) voleva sintetizzare come uno slogan la «grande balla» del titolo.

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