Come capire se sei un depresso nascosto (o se lo è chi ti è accanto)
11/06/2014 di Redazione
Non sempre chi soffre di depressione tende a lasciar trapelare all’esterno il proprio disagio: esistono persone che, pur soffrendo di un disturbo depressivo, continuano la propria vita in modo apparentemente normale, senza mostrare quei sintomi tipici di una persona depressa: sbalzi di umore, perdita di interesse per le attività quotidiane, bassa autostima. Non per questo però la patologia è meno grave. È quello che gli esperti chiamano PHDP – acronimo inglese che sta per Perfectly-Hidden Depressed Person: “persona depressa perfettamente nascosta“.
DEPRESSI NASCOSTI – Come si sa di essere un “depresso nascosto”, o come se ne riconosce uno? Secondo la definizione data dalla psicologa Margaret Rutherford, un depresso nascosto è come una hostess: «Si prende cura degli altri e dei loro bisogni senza mai fare nulla per se stessa». Sono quelle stesse persone che, racconta la Rutherford sull’Huffington Post, arrivano nello studio di uno psicologo dicendo «di non sapere perché sono lì» e che la loro vita, benedetta da tanti avvenimenti felici, non dovrebbe lasciare spazio a lamentele. Il problema, prosegue la Rutherford è che ogni aspetto positivo della propria vita – dall’essere riusciti a costruirsi una famiglia felice, o una carriera appagante o anche essere riusciti a sconfiggere una malattia – è inevitabilmente legato a uno stato d’ansia. È l’altro lato della medaglia: ed essere preoccupati per qualcosa che consideriamo bello, appagante e importante non significa che non siamo grati per quella che consideriamo una “benedizione”.
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UN EVENTO DOLOROSO DEL PASSATO – Così può accadere che una persona che vista dall’esterno appare come una persona attiva, piena di interessi, attenta al proprio aspetto, coinvolta nelle attività di quanti le stanno accanto – quella che potremmo definire una persona “felice” – sia in realtà tormentata da un disagio interiore non meno profondo di quello che affligge una persona che non esce più di casa? «C’è un aspetto molto importante che caratterizza il depresso nascosto – conclude Margaret Rutherford – Spesso, prima di tutte quelle “benedizioni” che allietano la sua vita di oggi, è successo qualcosa. Qualcosa di doloroso e mai del tutto sanato né per cui si è mai cercata realmente una soluzione. Ecco cosa si nasconde dietro tutte quelle energie spese per far sembrare tutto perfetto: una specie di messinscena per cercare di apparire fantastici e finire per sentirsi, nel proprio intimo, l’esatto opposto».
TRAPPOLA INTERIORE – Con la differenza che questi segnali sono tanto nascosti da essere difficili da decifrare: ecco perché, prosegue la Rutherford, è importante che sia proprio il “depresso nascosto” a fare il primo passo: parlare con qualcuno, non necessariamente un terapista, purché sia una persona fidata e liberarsi della propria trappola interiore.
(Photocredit copertina: Thinkstock)