Come i jihadisti di ISIS chiamano alle armi gli europei

ISIS si rafforza sempre di più grazie al reclutamento di giovani europei che combattono nelle sue truppe in Iraq ed in Siria per realizzare il sogno del califfato sunnita. I social network come Twitter e Facebook giocano un ruolo sempre più importante per l’operazione di reclutamento condotta dall’organizzazione terroristica che sta sostituendo Al-Qaida come minaccia numero uno dell’Occidente e dei paesi arabi.

 


Isis Facebook Twitter 2

 

ISIS SU FACEBOOK E TWITTER – Il Wall Street Journal riferisce come sul suo profilo ufficiale di Twitter ISIS abbia per la prima volta diffuso un video in lingue diverse dall’arabo rivolto esplicitamente al reclutamento di europei per combattere la jihad in Siria ed in Iraq. Il messaggio è molto diretto, è stato pubblicato sui profili Twitter in lingua inglese, tedesca e russa, e verte sull’appello a costruire un califfato sunnita che si estenda dal Golfo Persico fino al Mar Mediterraneo. Il video di ISIS ritrae alcuni combattenti, che con accenti inglesi ed australiani lodano l’impegno per la Jihad e chiedono di unirsi alla loro lotta in Iraq ed in Siria. L’utilizzo dei social network per il reclutamento di terroristi non è certo una novità, ma il filmato mostra con evidenza come ISIS punti su fare proselitismo nei paesi europei al fine di rafforzare le sue truppe. Twitter e Facebook sono inoltre usati per raccogliere denaro per finanziare le attività terroristihe del gruppo. Un diplomatico egiziano rimarca al Wall Street Journal come i recenti successi militari abbiano accresciuto la forza di attrazione di ISIS, esaltando gli estremisti islamici di tutto il mondo.

 

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EUROPEI CON ISIS – Diverse testimonianze indicano come già ora Isis conti tra le sue truppe diverse centinaia di europei, che si sono uniti ai terroristi per combattere la guerra contro gli sciiti in Siria ed in Iraq. Mosul, la seconda città irachena per popolazione dopo Bagdad, sarebbe stata conquistata da ISIS con l’apporto di guerriglieri provenienti da diversi paesi europei oltre che da quelli arabi, come conferma al quotidiano finanziario un medico locale. Il dottore spiega al Wall Street Journal di aver incontrato tedeschi abbronzati con gli occhi chiari, che si sono rivolti a lui in un arabo grammaticalmente scorretto che tradiva la loro provenienza. Secondo fonti dei governi continentali sono circa 1400 gli europei che combattono in Siria, e la maggior parte milita nelle fila di ISIS. Una presenza che rappresenta una minaccia anche per le nazioni del Vecchio Continente, se questi guerriglieri dovessero tornare nei loro paesi di origine per proseguire la loro lotta terrorista. Per il quotidiano finanziario la cifra è però probabilmente più alta di quanto trapelato dalle cancellerie continentali.

ISIS ED AL-QAIDA – Il Wall Street Journal riporta come un parlamentare britannico abbia indicato in 1500 il numero dei cittadini del Regno Unito che hanno combattuto in Siria. Secondo le fonti ufficiali sarebbero invece 500. Nonostante le punizioni drastiche come il ritiro della cittadinanza, il flusso di britannici verso la guerra in Siria non si è interrotto, tanto che un diplomatico rimarca come dopo la pausa invernale delle scuole diverse classi siano rimaste con numerose sedie vuote perché decine di studenti hanno deciso di unirsi alla lotta terrorista di ISIS. Una tendenza confermata dalla crescita degli attentati suicidi condotti da europei in Iraq e Siria. I continui successi militari e la propaganda sui social network hanno palesato come l’organizzazione, staccatasi ufficialmente da Al-Qaida un anno fa, sia diventata l’approdo preferito degli estremisti islamici. ISIS ha rotto con Al-Qaida, scontrandosi con il suo braccio siriano, perché il network terrorista fondato da Osama bin Laden è diventato troppo morbido nei confronti delle minoranze religiose e troppo lassista nel rispetto dei divieti di fumo o dell’ascolto di musica. Su Twitter pochi giorni fa Isis ha celebrato l’affiliazione all’organizzazione di Anas Ali al-Nashwan, considerato il numero tre di Al-Qaida e ricercato dal 2011 da Interpol e Arabia Saudita.

 

Photocredit:  AFP / Getty Images. Screenshot di ISIS Media Hub

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