Come Whitney: dieci miti uccisi da alcool e droga

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Da Jim Morrison a Janis Joplin. Passando per Wardel Lazard e i protagonisti di Arnold. Fino a Marco Pantani. La morte della Houston e gli altri decessi per eccessi

Al decesso di Whitney Houston, trovata morta l’11 febbraio scorso in un albergo di Beverly Hills “hanno contribuito una malattia cardiaca e l’uso cronico di cocaina”. Sono state le dichiarazioni di un medico legale della contea di Los Angeles ad ufficializzare quel che era facile sospettare fin dalle prime ore successive alla morte della cantante, e che ritorna come una tragica costante nella vita di tante star della musica, del cinema, dello spettacolo: la complicità della droga nella distruzione della propria esistenza. Whitney è solo l’ultimo di tanti miti caduti troppo presto in preda all’abuso di sostanze stupefacenti, di alcol, o anche di farmaci, tutti facili ma ingannevoli rimedi contro le difficoltà della vita condotta sotto i riflettori.



 



AMY WINEHOUSE – La scomparsa della Houston segue di pochi mesi quella di un altra voce fenomenale, Amy Winehouse, a soli 27 anni trovata morta, lo scorso luglio, nel suo appartamento di Londra, stroncata da un mix di alcol e droghe. Amy, incapace di farsi trovare pronta alle cure per disintossicarsi dai suoi vizi, aveva raccontato il suo calvario con la bottiglia, ed anche l’intenzione di non liberarsi della dipendenza, nella canzone Rehab, brano dal successo milionario. L’ultimo concerto lo aveva tenuto a pochi giorni dall’overdose fatale, il 18 giugno, a Belgrado. Presentatasi visibilmente ubriaca sul palco, la manifestazione fu interrotta anzitempo, e il tour sospeso.



 

MARILYN MONROE – Anche una star come Marylin Monroe, indimeticabile attrice, cantante e modella, ma anche produttrice cinematografica, ebbe una vita disordinata, martoriata dalla dipendenza da alcol e psicofarmaci. La star americana fu trovata morta a 36 anni nella sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5 agosto 1963. Secondo quanto riportato dal medico che eseguì l’autopsia sul suo corpo, Marylin si suicidò con un overdose di barbiturici. Negli anni ’50 era il sex symbol per eccellenza.

 

JIM MORRISON – La causa della morte del leader dei Doors, Jim Morrison, avvenuta a parigi il 3 luglio 1971, non è chiara. Stando a quanto rivelato nel 2007 da Sam Barnett, ex giornalista del New York Times, che nel periodo del decesso era amico del cantante, la star della musica fu vittima di un’overdose di eroina. Morrison è considerato uno dei più grandi cantanti rock della storia. Fu uno dei protagonisti della rivoluzione culturale degli anni ’70. Era dipendente dall’alcol. Secondo alcune testimonianze frequentava il locale notturno Rock ‘n Roll Circus, noto luogo di ritrovo degli eroinomani.


JIMI HENDRIX – L’autopsia sul corpo di Jimi Hendrix, deceduto il 18 settembre 1970, invece, rivelò che la causa della morte del più grande chitarrista di tutti i tempi fu un overdose di sonniferi misti ad alcol. Una versione certa sulla scomparsa della star non esiste. Ma quella del mix è la più attendibile. La fidanzata tedesca di Jimi, Monika, lo vide soffocare nel suo vomito dopo l’assunzione del cocktail.

 

JANIS JOPLIN – Janis Joplin, cantante statunitense scomparsa il 4 ottobre 1970, è considerata la terza grande vittima della ‘maledizione del 27’. Come Hendrix e Morrison, è deceduta all’età di 27 anni. Fu trovata senza vita in una stanza di un motel di Hollywood. Ufficialmente morì per morte accidentale causata da overdose da eroina. 41 anni dopo di lei anche Amy Winehouse si è aggiunta alla ‘maledizione del 27’. Joplin è considerata una delle rockstar più importanti della storia.

 

CHARLIE PARKER – Anche la vita del sassofonista americano Charlie Parker, uno dei padri fondatori del bebop, musicista di famam mondiale, deceduto a 35 anni il 12 marzo 1955, fu segnata dalla dipendenza dall’alcol e dalla droga. Assumeva eroina fin dall’adolescenza. Ad ucciderlo furono proprio le sostanze stupefacenti ed annessi eccessi, che gli avevano compromesso anche la brillante carriera professionale. Il medico legale che esaminò il suo corpo senza vita scambiò il cadavere per quello di un ultracinquantenne.

 

BRAD RENFRO – Alcol e droghe hanno demolito anche promettenti star del cinema come lo statunitense Brad Renfro, morto a 25 anni per overdose di eroina. Il suo debutto avvenne nel 2004, nel film Il Cliente. Prima di lui, nel 1993, era morto di overdose, a soli 23 anni, un’altra giovane promessa di Hollywood, River Phoenix, stroncato dall’abuso di Speedball (cocktail di cocaina ed eroina).

 

 

WARDELL LAZARD – Anche il mondo dell’economia e degli affari ha avuto le sue eccellenti vittime per droga. Wardell Lazard, ‘re nero della finanza’ morì – era il 1994 – per overdose di stupefacenti ed alcol. Era il fondatore di una banca di investimenti ed il più celebre finanziere nero d’America. Fu trovato senza vita in un albergo di Pittsburgh accanto ad una bottiglia di vodka e ad un piatto con residui di cocaina.

 

MARCO PANTANI – Lutti per droga pure nello sport. Il nostro campione Marco Pantani, ultimo italiano a vincere il Tour de France, la più importante gara ciclistica del mondo, fu trovato morto il 14 febbraio del 2004 in un residenze di Rimini, ucciso dalla cocaina. “Intossicazione acuta”, scrisse il medico legale nella perizia. Il Pirata perse la vita per un avvelenamento lento ed inesorabile che provocò un edema cerebrale e polmonare.

 

GLI ARNOLD – E non ci sono solo gli appassionati della musica, della canzone e del cinema a piangere le vittime delle dipendenze. Il mondo della tv ha visto morire il mito degli Arnold, una delle serie tv più seguita al mondo, sconfinata anche dalle nostre parti. La famiglia della tv è stata colpita da una vera e propria maledizione. Storie di malattie, eccessi di tranquillanti, ed altre sostanze stupefacenti. Nel 1999 perse la vita per droga Kimberly, sorella del protagonista Arnold.