La “laurea in omosessualità” inventata da Il Giornale

25/10/2017 di Redazione

All’Università di Torino da quest’anno accademico ci sarà un corso in più: Storia dell’omosessualità. È offerto agli studenti del Dams (Discipline della arti, della musica e dello spettacolo), che lo possono scegliere tra gli esami facoltativi. Varrà 6 crediti, per un totale di 18 lezioni, che saranno tenute dalla docente a contratto Maya De Leo tra fine aprile e inizio giugno. La novità dell’ateneo piemontese ha fatto notizia, perché si tratta del primo corso di questo tipo in un’università italiana. In realtà non sembra esserci nulla di strano nell’approfondimento proposto: “propone una storia culturale dell’omosessualità che ne ricostruisce le trasformazioni in età contemporanea (dalla fine del XVIII secolo al tempo presente)  tra Europa e Stati Uniti, restituendo esperienze, narrazioni e rappresentazioni collocate in diversi contesti sociali”.

ECCO COME IL GIORNALE TRASFORMA IL CORSO IN STORIA DELL’OMOSESSUALITÀ IN UNA LAURA IN OMOSESSUALITÀ

Per il Giornale, però, è stato immediatamente trasformato in “laurea in omosessualità”, il titolo di un articolo firmato da Massimiliano Parente:

In cosa ti laurei? In biologia? In astrofisica? In antropologia? In biologia molecolare? No, in omosessualità. Non scherzo, si può fare all’Università degli Studi di Torino, dove è stato istituito il corso di Storia dell’omosessualità, ma che razza di storia è? Che cosa studieranno? Leonardo da Vinci sì, Cimabue no? Marcel Proust sì, Flaubert no, troppo etero? Una forma di conformismo al pensiero dominante, e anche di ghettizzazione, come quelli che dicono di essere «amici dei gay», come se gli omosessuali fossero tutti uguali, fatti con lo stampino, come se ci fosse una personalità omosessuale, come se non ci fossero omosessuali simpatici e altri stronzi, e uno non ti potesse stare antipatico perché è omosessuale, deve piacerti per forza. Così non puoi dire niente se un omosessuale ti sta sulle scatole, altrimenti sei omofobo.

IL CORSO IN STORIA DELL’OMOSESSUALITÀ PER RIAPRIRE LA POLEMICA CONTRO ASIA ARGENTO

Il Giornale sfrutta il corso in Storia dell’omosessualità per scagliarsi contro tutte le polemiche degli ultimi tempi. Non può mancare ovviamente quella contro Asia Argento, vittima di molestie da parte del produttore cinematografico. L’articolo, però, si erge anche a difesa dell’ex concorrente del Grande Fratello Vip Marco Predolin, “che proprio non sopportava Cristiano Malgioglio, e lo capisco, non lo sopporto neppure io, e non perché è gay ma perché è Malgioglio. Deve starmi simpatico per forza Malgioglio perché è gay?”. Premesso che Predolin non è stato escluso dal reality show perché omofobo, ma a causa di una bestemmia detta in diretta, il problema non è chi gli sta simpatico o meno, ma il fatto che utilizzi l’orientamento sessuale della persona in questione per offenderla.

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E comunque tutto questo cosa c’entra con il corso in Storia dell’omosessualità? L’offerta didattica delle università italiane è molto varia, soprattutto nelle facoltà umanistiche e soprattutto tra gli esami a scelta. Limitandosi solo al Dams di Torino, esiste un corso in Storia del cinema asiatico (anche questo da 6 crediti), ma a nessuno viene in mente di dire: “Laureato in cinema asiatico”. E men che meno ci sarà qualcuno che urlerà allo scandalo, ergendosi in difesa del cinema africano, discriminato dall’Università di Torino, che non gli dedica nessun ciclo di lezioni. Se dal cinema si passa a fare il paragone con i vari corsi di storia delle religioni offerti da qualunque facoltà di lettere e filosofia italiana, l’esempio è ancor più calzante.

 

 

 

 

 

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