Così il Giornale ricattava la Marcegaglia: i verbali dell’inchiesta

La minaccia di un dossier sul gruppo industriale del presidente di Confindustria. L’applauso dopo l’intervento di Confalonieri. E la richiesta di accordi dai vantaggi reciproci. Le telefonate tra Porro e Arpicella: uno scherzo ben riuscito?

Complotto o scherzetto? Nelle telefonate intercorse tra Nicola Porro e Rinaldo Arpisella ci si può leggere di tutto, davvero di tutto. E quindi è difficile, ad oggi e con questi unici elementi di prova, dare un giudizio compiuto. Di certo però c’è una cosa: che la ricattata, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, le aveva percepite come un ricatto.

LE TELEFONATE E GLI SMS – Il 15 settembre Emma Marcegaglia aveva criticato la “politica brutta che ha parlato solo di amanti, cognati e appartamenti”, riferimento evidente al caso Montecarlo. Il giorno successivo il direttore del Giornale Alessandro Sallusti scrive: «Con buona pace della Marcegaglia, i sondaggi dicono che i cittadini non si rassegnano ai silenzi e alle bugie sull’affaire monegasco». Alle 11.38 del 16 settembre, Porro invia sul cellulare di ArpiSella un sms che viene intercettato: «Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affaire della family Marcegaglia». Il responsabile dei rapporti con la stampa della Marcegaglia, scrive Repubblica, chiama il vicedirettore del Giornale:

A. «Nicola, scusami, mi senti ora?»
P. «Sì, benissimo. Spostati i segugi da Montecarlo a Mantova».
A (ride) «Vale a dire? No?..»
P. «Adesso ci divertiamo, per venti giorni romperemo il c… alla Marcegaglia come pochi al mondo».
A. «Perché?»
P. «Perché secondo me non vuole avere… le facciamo un favore così… come dicevi tu, non ha… non sembra berlusconiana».
A. «Ma no, dai cioè. Cos’è successo, no spiegami».
P. «Comunque dai, hai letto oggi il pezzo di Sallusti?»
A. «Sì»
P. «Dai, ti chiamo dopo».
A. «Ma cioè davvero o è una boutade?»
P. «Eh, un po’ è vero, un po’ è vero».
A. «Ma perché?»
Il giornalista replica accusando la Marcegaglia, definita con un insulto, di non aver «mai fatto un rapporto con noi». Poi i due parlano della nomina di Gianni Riotta (estraneo all’indagine) alla direzione del Sole24Ore.
P. «Avete fatto sta scelta di Riotta che qui la considerano come, hai capito? Cioè, il giornale peggiore del mondo».
A. «Guarda che quella è stata concordata con il benestare di Berlusconi e di… e di Letta su quella di Riotta. Forse tu non lo sai ma è così»

A quel punto Arpisella telefona a Maurizio Crippa, responsabile informazione di Mediaset, e chiede di parlare con Fedele Confalonieri. Il contatto arriva, e il presidente del Biscione riferisce che parlerà con Il Giornale e cercherà di far desistere Feltri e Sallusti. Poi ritelefona e dice che è tutto a posto. A quel punto Porro invia un messaggio ad Arpisella con scritto “W il Conf”, ovvero Viva la Confindustria: nell’interpretazione di Arpisella è perché gli è stato riferito che è tutto bloccato. Poi arriva l’ennesima telefonata tra i due: «La signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire…», dice Porro, che poi stigmatizza la chiamata di Confalonieri a Feltri («secondo te è una cosa intelligente, dal punto di vista di Feltri, farlo chiamare da Confalonieri?») e dopo aver rimarcato che «Feltri è il padrone del suo giornale finché non lo cacciano», Porro afferma: «Dobbiamo trovare un accordo perché se no non si finisce più qui». Arpisella replica di non «capire perché abbia preso di mira Emma». Più avanti Porro aggiunge: «Quello che cercavo di dirti è che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa nel senso delle notizie, delle informazioni, della collaborazione».

LA TESTIMONIANZA DELLA MARCEGAGLIA – E sempre su Repubblica c’è il racconto della testimonianza della Marcegaglia. “DOPO il racconto che Arpisella mi fece, ho sicuramente percepito “l’avvertimento” di Porro come un rischio reale e concreto per la mia persona e la mia immagine. Tanto reale e concreto che mi misi personalmente in contatto con Confalonieri». Martedì 5 ottobre, ore 8.20, caserma dei carabinieri in via Aurelia a Roma. La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia viene sentita come “persona informata dei fatti” dal pm Henry John Woodcock sui colloqui intercettati fra il responsabile della sua comunicazione istituzionale, Rinaldo Arpisella, e il vice direttore del Giornale, Nicola Porro. Queste dichiarazioni inducono gli inquirenti a ipotizzare il reato di violenza privata nei confronti di Porro e del direttore del quotidiano milanese Sallusti, che replicano: «Erano solo frasi scherzose». Spiega invece Marcegaglia: «Il Giornale (e dunque evidentemente il suo emissario) erano piccati sia per le mie dichiarazioni contro l’operato del governo sia, soprattutto, per il fatto che io stessa e Confindustria, ci siamo sempre “filati” poco il Giornale. Il Giornale e il suo giornalista hanno dunque tentato di convincermi a cambiare il mio atteggiamento nei confronti del Giornale stesso, concedendo interviste che, per la verità, io sul Giornale almeno recentemente non avevo fatto». Se era uno scherzo, era davvero fatto bene.

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