Così Montezemolo non paga le sue tasse

30/08/2011 di Dario Ferri

Italia Futura, il think tank del figlioccio dell’Avvocato, propone una patrimoniale. Dal quale però Luca verrebbe esentato

Cose che capitano. Nella fretta di proporre idee nuovissime e originalissime per modernizzare il paese, Italia Futura, la fondazione think tank di Luca Luca Cordero di Montezemolo ha commesso un piccolo errore. E se n’è accorto Marco Lillo sul Fatto quotidiano. La proposta era quella di

sostituire il contributo di solidarietà di Tremonti, che il governo pare già essersi rimangiato, con “un’imposta patrimoniale permanente con aliquota pari allo 0,5 per cento sui patrimoni superiori a 10 milioni e tetto pari a un milione di euro (escluse le partecipazioni in società non quotate ma non le immobiliari e le holding), basata sull’autodichiarazione di patrimoni mobiliari e immobiliari”.

Un’imposta siffatta garantirebbe un gettito di un miliardo l’anno a carico dei super-ricchi, diceva Montezemolo. Ma per avere davvero effetto, bisognerebbe anche che la tassa andasse a colpire lì, negli impicci che i ricchi oggi fanno per non pagare le tasse. Prendiamo ad esempio un benestante a caso: Luca di Montezemolo:

Se si confronta l’ef fetto sui suoi conti personali, si scopre che il presidente della Ferrari potrebbe addirittura guadagnarci. Montezemolo, secondo l’ultimo bilancio della Fiat, guadagna 8,7 milioni di euro all’anno. Negli ultimi sette anni ha percepito più di 45 milioni di euro. Il contributo straordinario del cinque per cento sopra i 90mila euro, porterebbe la sua aliquota marginale dal 43 al 48 per cento: a parità di reddito nel 2011 rispetto al 2010, il contributo di solidarietà sarebbe per il manager piemontese pari a 430mila euro. A condizioni invariate nei due anni successivi, considerando la deducibilità del contributo, Montezemolo dovrebbe sborsare più di un milione di euro.

La patrimoniale sopra la soglia dei dieci milioni di euro, invece, potrebbe rivelarsi per lui addirittura inoffensiva:

Al Catasto sono censite solo tre proprietà di Luca Cordero di Montezemolo: due terreni in Piemonte e una casa a Cortina, acquistata nel 2000. Il valore catastale complessivo della proprietà di Cortina (un appartamento di 12,5 vani catastali e tre box) supera di poco i 600mila euro mentre sono insignificanti ai fini fiscali i due terreni. Il primo misura un ettaro e 38 are e si trova a Montezemolo, un paese con 270 abitanti in provincia di Cuneo, è classificato come pascolo e vale la miseria di 1.050 euro, il secondo è un “bosco alto” a Cassine, in provincia di Alessandria, Montezemolo ne possiede un quarto e vale catastalmente solo 282 euro. Sommando tutte le proprietà immobiliari del presidente Ferrari si arriva quindi poco sopra i 600mila euro, molto sotto la fatidica soglia di 10 milioni. Le partecipazioni societarie comprendono invece beni immobili più pregiati, come l’Azienda Agricola Fungarino in provincia di Bologna, teatro dei matrimoni di Luca Cordero e del figlio: 78 ettari di terreno con villa e una trentina di fabbricati rurali in quel di Pianoro. In questo caso la società non dovrebbe essere tassata secondo la proposta di Montezemolo, perché non quotata. Comunque il valore nominale delle quote si ferma a 280mila euro mentre il valore catastale degli immobili supera di poco i 2 milioni di euro. Luca Cordero comunque possiede direttamente solo il 3,5 per cento delle quote per un valore nominale di 9mila euro. Mentre controlla il resto attraverso una holding. Un’altra società di Montezemolo, la Fisvi, possiede la casa di Capri (15 vani catastali) e due case a Roma, dove hanno sede molte holding di Montezemolo, per un valore catastale di 2,5 milioni di euro.

Il risultato sarebbe che:

Anche sommando tutti gli immobili intestati direttamente a Montezemolo con quelli dell’azienda Fungarino e della Fisvi, si arriva poco sopra la metà della soglia fatidica dei 10 milioni di euro . Inoltre le proprietà delle società non sarebbero facilmente imputabili al presidente Ferrari. Due anni fa Montezemolo diceva ai giornali di non essere il padrone della villa di Capri d e t e nu t a dalla sua Fisvi.

C’è il problema delle partecipazioni azionarie, però. Problema?

Se le partecipazioni delle società non quotate come Ballantyne e Ntv e quelle intestate alle holding lussemburghesi come Poltrona Frau non fossero considerate ai fini dell’imposta patrimoniale, si arriverebbe al paradosso: Montezemolo non pagherebbe la tassa Montezemolo.

Cose che capitano. O no?

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