Il countdown del default della Grecia

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Senza accordo con la Troika il governo Tsipras rischia una nuova bancarotta

Il default rappresenta ancora una minaccia per la Grecia di Alexis Tsipras. Nei prossimi mesi il governo ellenico dovrà rimborsare più di 11 miliardi di debiti ai suoi creditori internazionali, e al momento senza un nuovo programma di aiuti Atene non sembra in grado di poter onorare le sue scadenze. Per questo motivo gli stati dell’eurozona spingono perché una decisione sull’eventuale proroga del programma per la Grecia sia già presa nella prossima riunione dell’eurogruppo.



 

TAPPE DEL DEFAULT GRECIA –

Il Consiglio Europeo di ieri sera è servito per avviare la discussione tra il governo di Alexis Tsipras e i creditori europei. Oggi gli esperti di Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale si incontreranno con il governo greco a Bruxelles per discutere di come conciliare le richieste dei Paesi creditori – una proroga del programma di aiuti che confermi la maggior parte delle misure di aggiustamento strutturale contenute nel Memorandum della Troika – e il rifiuto dell’austerità proclamato da Alexis Tsipras. Una conciliazione andrà in qualche modo trovata, per evitare il rischio default Grecia che spaventa gli investitori internazionali e potrebbe terremotare l’eurozona ancora incapace di ritrovare un percorso stabile di crescita.



 

Il rischio default Grecia è giudicato assai elevato visto che non si capisce come il governo di Atene possa rimborsare i suoi debiti e finanziarie le attività correnti senza nuovi prestiti internazionali. I tassi richiesti attualmente dai mercati dei capitali, ben superiori a una media del 10%, sono semplicemente insostenibili per quasi ogni economia, specie per una come quella ellenica che si trova in deflazione e con una crescita del Pil nominale stagnante nel caso migliore. A peggiorare la situazione per le finanze pubbliche greche è arrivata la forte flessione del gettito fiscale registrato a gennaio, quando lo stato ha incassato il 23% in meno delle entrate previste.



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