Non era una gran idea e alla fine quella di censurare Wikipedia in lingua russa si è rivelata un boomerang per il Cremlino.
L’autorità russa per le comunicazioni ha notificato ai provider locali l’ordine di bloccare la versione in russo di Wikipedia, perché la voce dedicata all’hashish conteneva informazioni «proibite». Il sito è così sparito alla vista dei russi. Il tempo necessario a scatenare una furente rivolta online e i censori del Cremlino sono tornati precipitosamente sui loro passi e martedì il sito è tornato visibile. La giustificazione dell’autorità è stata che il provvedimento era inteso a censurare un solo articolo presente sul sito, che è stato poi rimosso rendendo a quel punto inutile il blocco. In realtà secondo gli utenti russi la voce in questione non è stata rimossa né censurata, le hanno solo cambiato il titolo e tanto è bastato.
La censura russa non perdona ed è difficilmente distinguibile da quella sovietica, l’autorità ha bloccato i siti e i blog dell’opposizione, come quello di Alexei Navalny, numerosi siti LGBT accusati di fare «propaganda» (è vietata) a favore dell’omosessualità e una galassia di altri siti e forum caratterizzati dall’ampia libertà d’espressione e dal fatto di ospitare critiche al regime putiniano.