Dal Giappone arriva l’ascensore per le stelle

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Il primo elevatore spaziale porterà uomini e merci in orbita entro il 2050

La Obayashi Corporation annuncia che entro il 2050 costruirà un ascensore orbitale. Un sogno fantascientifico che potrebbe diventare realtà grazie alla fibra di carbonio.




IL GIAPPONE CI PROVA – Hanno fatto e rifsatto i conti e alla fine hanno concluso che la costruzione di un ascensore orbitale è possibile e persino economicamente sostenibile. Per questo i rappresentanti della Obayashi, un gigante giapponese nel settore delle costruzioni, si sono sbottonati e hanno annunciato al mondo l’impresa.



UNA RIVOLUZIONE EPOCALE – A portare su e giù merci e passeggeri saranno dei veicoli con motore magnetico, che abbatteranno i costi per la messa in orbita dagli attuali 22.ooo dollari al chilo a circa 200, un rivoluzione che potrebbe permettere la costruzione di astronavi e razzi in orbita, come lo smaltimento delle scorie nucleari e il lancio nello spazio. Senza considerare che attraverso il collegamento potrebbe essere inviata a terra l’energia prodotta da pannelli solari in orbita, con grandissimo vantaggio.

I CAVI IN CARBONIO – Il tutto grazie alle proprietà del carbonio e in particolare dei nanotubi di carbonio, come ha spiegato l’ingegner Yoji Ishikawa «Al momento non possiamo prdurre un cavo lungo a sufficienza, possiamo al massimo produrre pezzi da 3 centimetri con i nanotubi e abbiamo bisogno di molto di più… ma credo che entro il 2030 ce la faremo». Le università giapponesi stanno lavorando da tempo sul problema e ogni anno fanno progressi in quella che è diventata una vera e propria gara tra loro, mentre all’università di Kanagawa stanno lavorando sui mezzi da carico.



SI PUÓ FARE – Secondo il porfessor Tadashi Egami la tensione dovrebbe variare a seconda dell’orbita prescelta «Stiamo studiando quali meccanismi sono necessari per l’ascensione e l’attraversamento delle diverse altitudini e i migliori sistemi di frenata». Uno sforzo quindi che non può essere sostenuto dalla sola Obayashi e che coinvolge anche le istituzioni giapponesi . Un progetto che secondo gli esperti è fattibile e che potrebbe segnare la fine del trasporto in orbita con i razzi, estremamente costoso e pericoloso.