Daniel Zamudio, il ragazzo torturato perché gay

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Il delitto orribile che scuote il Cile

Mentre per Daniel Zamudio è stata dichiarata la morte cerebrale, il paese s’interroga e discute



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PAUROSO – C’è qualcosa d’inquietante se una sera a Santiago del Cile, in un parco vigilato da guardie e vicino a un posto di polizia, si può essere torturati per ore e massacrati. Se poi accade perché un gruppo di giovani macho ha deciso di dare la lezione a un omosessuale, l’inquietudine sale ancora di livello.



I KILLER – Sono quattro gli autori della selvaggia aggressione, solo uno dei quali si presenta come neonazista, gli altri sono suoi compagni di disagio ed emarginazione senza particolari inclinazioni politiche, se non il disprezzo per l’omosessualità e gli omosessuali.

L’ATTACCO – Un’aggressione senza precedenti, il giovane è stato pestato, ferito, preso a pietrate, sulla sua pelle hanno inciso simboli nazisti usando un vetro rotto ricavato da una bottiglia rottagli sulla testa e ci hanno spento le sigarette. Gli aggressori, tre dei quali intorno ai 25 anni e uno di 19, son un gruppo di violenti noti per le loro imprese all’Eurocentro, un grande centro commerciale all’ombra del quale si sono resi protagonisti di diversi atti di violenza. Daniel non li aveva provocati, stava semplicemente addormentato su una panchina, smaltendo aperitivi forse troppo abbondanti.



LE REAZIONI – Da quel 3 marzo tutto il Cile discute di questa feroce aggressione, mentre il giovane aggredito è curato dai sanitari che sperano di tenerlo in vita in condizioni decenti, se mai si riprenderà. Molte le manifestazioni di solidarietà da tutto il paese, da persone comuni e personaggi famosi e anche dall’estero, dove la notizia del martirio di Daniel ha fatto notizia. L’omofobia in Cile come in tutta l’America Latina è un fenomeno diffuso che va di pari passo con la grande diffusione del machismo.

PRIMA MENARE – Se con le donne il vero uomo risolve le divergenze d’opinione a sganassoni, con gli omosessuali non ci deve essere nessuna pietà. Pubblicamente disprezzati, irrisi, spesso oggetto di aggressioni, gli omosessuali vivono molto male in molti di questi paesi, alcuni dei quali hanno leggi che vietano e puniscono l’omosessualità e in alcuni casi, come in Giamaica, anche una cultura pubblica per la quale non rappresenta un problema sei i più noti cantanti abbondano in liriche omofobe ed esortazioni ad eliminare fisicamente i portatori dell’infezione omosessuale.

CAMBIAMENTO? In Cile va meglio, non ci sono leggi contro gli omosessuali, ma ancora non si vedono azioni positive per ridurre l’evidente gap nella cultura cilena, che in quanto a machismo, destra fascista e paranoia clericale non si fa mancare niente. Resta da vedere se  il martirio di Zamudio riuscirà a segnare una svolta, almeno in Cile, o se sarà semplicemente una croce come tante a decorare una lunga scia di sangue versato a causa dell’omofobia. “Sta diventando un simbolo”, annunciano le associazioni contro le discriminazioni sessuali.