Al Giornale bastano undici righe per scatenare un piccolo caso diplomatico, dimostrare al mondo la propria consueta faciloneria e rimediare una discreta figura di merda all’intero Paese. Breve storia di un record destinato a restare imbattuto per molto tempo.
Non c’è pace per il nostro governo e per l’ambiente politico che gli gravita attorno. Come se non bastassero la signora Veronica, la crisi, i barconi pieni di cl
Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi. Va infatti a Lamberto Dini […] un premio che Tokyo riserva ai cittadini stranieri: il Gran cordone dell’Ordine del sol levante. […] I meriti di Dini? «Il consolidamento delle relazioni bilaterali tra Giappone e Italia impegnandosi, durante il suo mandato al ministero degli esteri, alla realizzazione di eventi culturali tra 2001-2002». Tempestivi, non c’è che dire.
PLEGO? – La notizia è abbastanza anonima e riconducibile sotto la categoria “Cose Di Cui Non Frega (Giustamente) Nulla A Nessuno” – se non fosse per quell’incipit malandrino (“musi gialli giapponesi”) sfuggito ad un editor probabilmente impegnato alla lotta al Giornalismo Comunismo. L’ambasciata giapponese – che, a differenza degli italiani, legge i giornali – prende carta e penna e il 7 maggio verga un comunicato in cui chiede a Mario Giordano lo stato dell’arte delle relazioni tra Giappone e Italia:
Egregio Direttore,
ci riferiamo all’articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato “Lambertow premiato dai giapponesi“. Nel medesimo si legge “Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi”. E’ ben accetta l’attenzione prestata alla notizia del conferimento dell’onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l’espressione utilizzata per identificarci, ossia “musi gialli”, abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l’espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all’altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano. Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull’espressione “musi gialli giapponesi” come apparsa sul Vostro giornale.
Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.
ULGE LETTIFICA – E’ risaputo il Sol Levante è una terra mistica, esotica e piena di tradizione – dunque conosciuta in Italia solo per scattare compul
SPOLCHI LAZZISTI – Un unico pensiero travolge e scuote tutti i presenti: “Cazzo vuole questo muso giallo?” Ma nessuno lo dice, perchè gli italiani sono un popolo politicamente corretto, educato, gentile, ospitale e che soprattutto ha studiato e imparato la sua storia di popolo emigrante preso a sputi in faccia da tutto il globo, nei secoli dei secoli. L’unico che prova ad abbozzare qualcosa è un reduce dalla visione di “Lettere da Iwo Jima” di Clint Eastwood, un film colmo di giapponesi cattivi in assetto da guerra, ma anche lui si autocensura, dato che sa che prima o poi l’espressione “muso giallo” troverà spazio in un “giornale a tiratura nazionale e con una sua tradizione”, in ossequio all’insegnamento montanelliano che è sempre stato attuato dal 1994 in poi. L’ambasciata dovrebbe quindi rivolgersi a Clint Eastwood o agli americani per ottenere spiegazioni e lasciare che l’Italia compia finalmente la sua agognata trasformazione in un paese xenofobo, impaurito e dissociato dal resto del mondo. E, già che c’è, potrebbe anche chiedere scusa di avere il muso giallo.